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    Rapporto Fitto: cala occupazione tra giovani del sud

     

     

    Rapporto Fitto: cala occupazione tra giovani del sud

    15 lug 10 Nel 2009 la situazione occupazionale nel Mezzogiorno e' ulteriormente peggiorata con una caduta dei livelli occupazionali del 3 per cento, contro il meno 1,1 del Centro Nord. E' quanto emerge dal Rapporto 2009 sugli interventi nelle aree sottoutilizzate presentato oggi alla Camera dal ministro per i Rapporti con le regioni, Raffaele Fitto. A pagarne le conseguenze - ha detto il ministro nel suo intervento - sono soprattutto i giovani: nel 2009 il 36% dei giovani del Sud risulta disoccupato, contro un dato del 20% circa del Centro Nord.

    Mentre il sistema dei trasporti del Nord e' strutturato, ma e' messo in crisi dalla congestione locale specie nell'area metropolitana diffusa della valle padana e dai valichi, il Sud deve ancora completare il proprio sistema ''interno'' dei trasporti, per renderlo, appunto, ''sistema''. E' quanto emerge dal ''Rapporto annuale 2009'' del Dipartimento per lo Sviluppo e la coesione economica sugli interventi nelle aree sottoutilizzate, presentato oggi alla Camera dal ministro per i Rapporti con le Regioni e la coesione territoriale, Raffaele Fitto.

    Il rapporto sottolinea che proprio in questa direzione si muovono le politiche regionali di sviluppo 2007-2013 con una consistente mobilitazione di risorse finanziarie, pari a livello nazionale, e a valere solo sulla programmazione comunitaria, a circa 8 miliardi di euro (l'87 per cento concentrato in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania) e per quasi la meta' destinata ai sistemi ferroviari, con beneficio anche dei servizi di trasporto pubblico locale. Infatti, la fotografia dei trasporti in Italia, e in particolare al Sud, vedono l'auto e l'aereo trionfare decisamente sulle rotaie.

    Oggi grazie a molte innovazioni, muoversi in Italia e' indubbiamente molto piu' agevole che in passato. Basta pensare, ad esempio, alla forte espansione del traffico aereo interno (cresciuto tra il 2000 e il 2009 da 45 a 56 milioni di passeggeri) che ha di fatto risposto al gap storico di accessibilita' del Mezzogiorno sulle lunghe distanze e al ruolo dell'aeroporto di Roma per mettere in relazione le stesse citta' del Sud tra loro. Bisogna pensare pero' anche alla trasformazione delle reti per i servizi ferroviari veloci che hanno avvicinato Milano - Roma - Napoli e alla crescita dei servizi regionali ferroviari che hanno spinto verso la riorganizzazione locale del servizio integrato treno-bus.

    Nel traffico aereo interno, se si escludono i grandi scali nazionali - Roma e Milano - gli aeroporti che concentrano il maggior numero di passeggeri sono Catania, Palermo, Napoli, Cagliari e Bari, tutte citta' del Mezzogiorno. I servizi aerei nel Mezzogiorno hanno quindi risposto alla domanda di mobilita' dell'area non soddisfatta da altri mezzi di trasporto. Nel rapporto viene ricordato infatti che, per molto tempo, la marginalita' geografica del Sud e' sembrata essere un limite fisico insuperabile, anche perche' l'unico riferimento concreto per un paragone era la lunghezza del viaggio ''via terra'' (treno, bus, autovettura) che dava risultati proibitivi. Ancora oggi tuttavia un viaggio da Milano a Palermo in ferrovia, nonostante le tratte in alta velocita', richiede non meno di 15 ore e un costo molto elevato rispetto al servizio reso. Cosi', l'aereo oggi sta alle relazioni fra Nord e Sud rispetto a treno e ferrovia, come le navi veloci stanno ai vecchi e lenti traghetti nelle relazioni Continente - Sardegna.

    Tra il 2006 e il 2008, nel complesso dei viaggi effettuati dagli italiani, il mezzo di gran lunga piu' utilizzato resta l'auto privata (64 per cento circa) seguita dall'aereo (16 per cento circa). Ancora nel 2008, usa il treno meno del 9 per cento dei viaggiatori, con un peso peraltro in riduzione rispetto al 2006. L'analisi di origine e destinazione dei viaggi per macro area territoriale evidenzia che il Nord attiva oltre la meta' della domanda di mobilita' nazionale (52 per cento circa), con un rapporto viaggi per ogni residente pari a 2,4; il Sud, al contrario, attiva meno del 20 per cento dei viaggi totali, con un rapporto per abitante pari a 1,5. Guardando alle destinazioni, escluso l'estero, l'area di maggiore attrazione si conferma il Nord, ma il Sud attrae piu' viaggi (il 32 per cento circa) rispetto a quanti ne attiva per il peso relativamente maggiore della mobilita' turistica. I mezzi di trasporto utilizzati per raggiungere le diverse macro aree del Paese indicano con evidenza la diversa accessibilita' ferroviaria del Mezzogiorno: solo il 5 per cento dei viaggiatori che utilizzano il treno lo usano per raggiungere il Sud. Infine, anche negli spostamenti per lavoro, in media nazionale, l'automobile e' il mezzo relativamente piu' utilizzato (46 per cento) e peraltro in crescita nel triennio 2006- 2008 (+22 per cento), l'aereo conferma una quota del 31 per cento, doppia rispetto alla quota di domanda di mobilita' soddisfatta dal treno, ferma al 16 per cento. Il flusso dei viaggi per lavoro, nel 2008 pari ad oltre 16 milioni (erano 14 milioni nel 2006) corrispondenti a circa 75 mila persone al giorno, si somma, sulle stesse reti di trasporto, al ben piu' ampio flusso interregionale della mobilita' per turismo (circa 560 mila persone al giorno). Al Nord e' diretto il 41 per cento circa dei viaggi (di cui quasi la meta' interna al Nord stesso, il 22 per cento circa al Centro e poco meno del 7 per cento al Sud). Nel Centro gli scambi sono ancora in prevalenza con il Nord, con modesti flussi sia interni alla macroarea che verso il Sud. Il Mezzogiorno, destinazione di solo il 17 per cento circa dei viaggi di lavoro, scambia meno, rispetto alle altre ripartizioni geografiche, con l'estero (solo il 12 per cento) e, tra i flussi nazionali, distribuisce i viaggi in modo quasi uniforme nel territorio, con una quota di rilievo (33 per cento) di viaggi interni alla stessa macroarea.

    Cozzolino e Pittella: Dati Fitto dimostrano chi è vero cialtrone. “Il rapporto annuale presentato dal ministro Fitto sui fondi europei e sui fondi Fas è un atto di accusa contro le politiche antimeridionaliste del governo e una clamorosa smentita degli insulti del ministro Tremonti alle regioni del Mezzogiorno”. Lo affermano in una nota congiunta il vice presidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella e il vice capodelegazione del Pd al Parlamento europeo, Andrea Cozzolino. “Anche in questa sede, inoltre, il ministro Fitto non trova di meglio che ripresentare un fantomatico piano per il sud che è solo il tentativo di arginare lo scontento che monta dai cittadini e dagli enti locali del Mezzogiorno, che mentre si vedono penalizzati dalle scelte antimeridionaliste del governo, assistono al moltiplicarsi di pratiche clientelari, con cui la maggioranza alimenta il suo consenso nel nord del Paese, dallo scandalo delle quote latte al dirottamento del FAS alle opacità sull'Expo 2015”. “L’intervento del presidente della Camera Fini, poi, evidenzia le contraddizioni interne alla maggioranza e fa luce sulla strumentalità della campagna discriminatoria di Tremonti e della Lega”. Pittella e Cozzolino concludono auspicando “una ripresa di iniziativa per dare qualità e solidità agli interventi per il Mezzogiorno, attraverso la collaborazione dei diversi livelli istituzionali, per salvare la programmazione 2007-2013 dei fondi europei e di ciò che resta del FAS dopo il saccheggio dei mesi scorsi”.

    Vico (Pd) "Fitto smentisce Tremonti". “Il rapporto annuale 2009 del Dipartimento per lo Sviluppo e la coesione economica sugli interventi nelle aree sottoutilizzate è impietoso con il ministro Tremonti perché dimostra la infondatezza delle sue valutazioni”. Lo afferma Ludovico Vico, deputato del Pd, il quale, dopo aver ascoltato la relazione esposta dal ministro Raffaele Fitto alla Camera dei Deputati spiega che “da parte delle Regioni, l’assorbimento delle risorse Ue è stato pieno nel ciclo 2000-2006, la perdita si è attestata a livelli minimi consentendo all’Italia di collocarsi – ha detto il ministro – ai vertici della graduatoria dei paesi Ue come capacità di utilizzo delle risorse. Le risorse per il ciclo 2007-2013 sono in corso di programmazione ed hanno registrato ritardi a causa della riduzione del fondo aree sotto utilizzate (Fas). Le polemiche del ministro Tremonti sono stata dunque esclusivamente politiche, tese a giustificare i pesanti tagli previsti dalla manovra e il prelievo forzoso dei 25 miliardi dei Fas dal 208 ad oggi”.

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