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    La saga del PD ai limiti del collasso

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    La saga del PD ai limiti del collasso

    12 lug 10 Non c’era bisogno dell’assemblea di Vibo per capire che il PD in Calabria è attraversato da una crisi profonda. L’assemblea indetta da Caminiti, ha evidenziato che il gruppo Bova-Adamo-Giamborino non ci sta e crea una sua nuova corrente. Niente di nuovo sotto il sole. Rifiutando il commissariamento il neo gruppo si colloca al di fuori delle scelte di partito. Diversi e colorati i commenti. Ma sta di fatto che quello che sembrava essere un gruppo di opposizione si è distinto per autolesionismo. Evidentemente la fusione a freddo, quasi come nel partito nazionale, non funziona e le anime del partito, Margherita e DS, sembrano consumare un divorzio annunciato. Il commissario Musi prova a metter un arbitro neutrale tra le due “fazioni”, il socialista Principe, per tentare di saldare la frattura. Ma dalle due parti spicca forte il tintinnar di voti che gli apparati burocratici fanno sentire trascurando però l’esigenza primaria di una base che chiede rinnovamento. E’ la solita storia. Tanto rumore e strappi che di fatto stanno portando al collasso l'ex gruppo egemone del centrosinistra. Intanto si alzano forti le note di coloro che vorrebbero il cambiamento.

    Castorina (GD): "Sembra alquanto paradossale e anacronistico discutere ancora oggi su chi cada la responsabilità della sconfitta elettorale durante l'ultimo appuntamento regionale e se il commissariamento del partito sia giusto o meno". A sostenerlo è Antonino Castorina, dell'Esecutivo nazionale dei Giovani democratici. "Ritengo invece doveroso da parte di tutto il popolo democratico della Calabria - prosegue - ragionare su come superare questa 'empasse' che ha paralizzato il partito per troppo tempo e intraprendere questo percorso di discussione con il commissario sen. Musi così come stato stabilito dal segretario nazionale Pierluigi Bersani". "Far parte di un partito - afferma Castorina - vuole dire rispettare regole e decisioni e sono certo che anche la diversità di vedute all'interno dei democratici, la così detta 'pluralita'' se contestualizzata in un progetto di condivisione potrà essere elemento importante per rilanciare il Partito democratico della Calabria. Abbiamo tante individualità che se messe al servizio del partito possono farci ritornare al governo in tutti i prossimi appuntamenti elettorali che ci vedranno protagonisti. L'obiettivo che ci dobbiamo porre è rilanciare una nuova classe dirigente in Calabria che abbia idee nuove, volti nuovi e perché no, anche il supporto di quella precedente; tutti i processi politici hanno bisogno di tempo ed é pertanto naturale che per far sì che questi processi possano portare risultati tangibili si debba agire,come infatti lo si sta facendo, nella massima chiarezza, trasparenza e regolarità". "Chi non segue questo indirizzo - conclude Castorina - è automaticamente fuori da questi processi"

    Gigliotti (Gruppo 25 aprile).“La nomina del capogruppo del PD, avvenuta con ben 3 mesi di ritardo, ha suscitato polemiche e risentimenti fra tutti coloro che pur dovendo fare quadrato e trovare una responsabile sintesi, dopo la clamorosa sconfitta, hanno passato il tempo ad insultarsi lacerando un partito fino a renderlo brandello di uno straccio”. E’ l’opinione di Fernanda Gigliotti Consigliere Nazionale del PD ed esponente del Gruppo Calabria 25 Aprile “Oggi, dopo la nomina di Principe, i soliti noti dicono che si è sbagliato –prosegue- e rimproverano al Sen. Musi un errore di regia, di conduzione. E ciò nonostante che gli stessi consiglieri regionali avessero fissato all’unanimità quella dell'8 luglio come la data della scelta, della votazione, della nomina. Mi chiedo a questo punto e chiedo a coloro che oggi lamentano la violazione degli “usi e costumi locali”, fatti di “annacamenti” e “spasseggiamenti”, di moine e di meline, di menzogne, di smentite e di trasformisti acrobati, cosa avrebbe dovuto fare una persona seria per cambiare registro nel PD calabrese? Aspettare che tra i nove del PD, i 2 del gruppo misto e quelli di autonomia e diritti scoppiasse l'amore? Aspettare che tutti i consiglieri regionali (quasi tutti aspiranti capogruppo) fossero d'accordo su un nome? Oppure ancora assistere inerme al balletto delle accuse tra i responsabili della sconfitta, già amici e sodali del 2 Febbraio a Caposuvero? I calabresi non ne possono più dei tengo-famiglia, delle scuse, accuse, rinvii, tatticismi, ricerche di unanimismi impossibili che sono sottesi solo a torbidi accordi di sottogoverno che regnano anche nei banchi dell’opposizione regionale, e forse questi si, legati ad una svendita di candidature a sindaco per le prossime amministrative ed a una comoda ipoteca per quelle al Parlamento. Il Sen. Musi ha avuto il coraggio dell’uomo normale, di fare una cosa normale, adottando un criterio normale. E ciò facendo non si è accorto di essere straordinario perché ha rotto il giochino dei perditempo della politica. Solo per questo dovrebbero dargli un premio. Tutto questo è un buon segnale. Nessun passo indietro. Andiamo avanti con il rispetto delle regole, con coraggio, con trasparenza e magari cominciamo anche a declinare la proposta politica del PD che vogliamo.

    Il documento dei dissidenti riuniti a Vibo. Lasciare ai calabresi il "diritto e la responsabilità di decidere". Lo chiede il documento approvato per acclamazione dall'assemblea regionale del Pd svolta a Vibo Valentia. "E' drammatico - è scritto nel documento - dover constatare che quello che era, nella passata legislatura, un gruppo di 19 componenti, risultato del partito unitario tra grandi partiti quali i Ds e la Margherita, di prestigiose energie socialiste e del Pdm di Loiero che pure, malgrado la rovinosa sconfitta elettorale, aveva riportato in Consiglio regionale 15 consiglieri, si è ridotto ad un gruppo che elegge il proprio presidente alla presenza di soli cinque consiglieri". "Quello - conclude il documento approvato - era l'atto di nascita del Pd; questo è solo un Pdm camuffato. E' una vera tragedia. Riflettano Roma e Loiero sulle loro pesanti responsabilità. Lascino ai democratici calabresi il diritto e la responsabilità di decidere, secondo le regole sancite dallo Statuto, come competenza di ciascuno in ogni partito libero presieduto dall'autonomia dei territori. Cresca e si affermi la determinazione di tenere ad ottobre tutti i congressi di circolo, provinciali e quello regionale".

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