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    Castagna a Cremaschi e Covello “Attenti d non farla fuori”

     

     

    Castagna a Cremaschi e Covello “Attenti d non farla fuori”

    04 lug 10 “Auguri alla costituente area statutaria della cgil che fa capo a cremaschi ma attenti a non andare fuori dal vaso!”. Questo il commento del Segretario Generale della UIL Calabria, Roberto Castagna, che risponde alle piccate considerazioni di Cremaschi e Covello all’indomani della assemblea regionale degli iscritti della Cgil che hanno dato vita a quest’area. Che anche in Calabria si voglia dare spazio ad un’area che presume di volere dare un contributo programmatico sul ruolo del Sindacato in Calabria è una buona intenzione ma attenti a non confondere la realtà del Sindacato Calabrese con la voglia di giocare a fare i pseudo rivoluzionari o, peggio ancora, i sindacalisti puri e duri. In Calabria non c’è nostalgia della conflittualità perché si può dire tutto ma non che il Sindacato calabrese non sia stato in grado di esprimere un forte tasso di conflittualità sia con i Governi di centro destra che con quelli di centro sinistra pertanto la teoria che Cremaschi, e poi Covello, intendono proporre è superata dai fatti per non dire che è risibile se non ridicola. Che il Sindacato debba essere il baluardo della tutela dei lavoratori non la scoprono né Cremaschi tantomeno Covello ciò che serve è un Sindacato capace di interpretare i bisogni, vecchi e nuovi, di una società, e di un mondo del lavoro, che è totalmente cambiato e che cambia giorno dopo giorno a causa di una economia globalizzata e di un modello di società fortemente condizionata da una tecnologia che non risparmia le vecchie ideologie né le nostalgie di un piccolo mondo, sindacale e politico, rimasto a giocare con i soldatini di piombo di vecchia memoria. Concordo con Covello che la società calabrese rischia di essere soprafatta da una borghesia mafiosa che vuole cancellare quel minimo di democrazia che il Sindacato, e le forze sane di questa regione, hanno saputo costruire in questi anni, non certamente facili, tuttavia Covello deve riconoscere che questa funzione è stata ed è fortemente rappresentata da un Sindacato unitario, potrei dire da una Uil, da una Cisl e da una Cgil che non hanno mai permesso a nessuno di mettere in discussione il ruolo e la forza di questo Sindacato Calabrese. Sentire Covello, o altri, impartire lezioni in questa direzione è quantomeno irriguardoso nella forma e nella sostanza. Il Sindacato Calabrese, la UIL, per quanto mi riguarda, non ha bisogno di professori di democrazia né di filosofi della demagogia. A Covello, che considero un bravo dirigente sindacale con il quale proseguire un percorso fecondo, consiglio di stare attento e non confondere le sue scelte, che ritengo più che legittime, con le scelte più complessive che questo Sindacato calabrese dovrà fare in una situazione di grande difficoltà generale e territoriale. A Cremaschi, che conosco abbastanza bene e dal quale mi ritengo estremamente lontano dal suo modo di fare sindacato, consiglio di evitare giudizi sulla UIL ma di attenersi a fare demagogia all’interno della sua organizzazione. La Calabria più che di demagoghi di professione ha bisogno di sindacalisti seri e di politici onesti e preparati. In questa direzione ci muoveremo a costruire, se sarà possibile, momenti e percorsi unitari non per costruire retorica sindacale quanto per contribuire a migliorare questa Calabria e sottrarla non soltanto alla borghesia mafiosa quanto anche ai finti rivoluzionari.

     

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