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    Guccione: “O si cambia o si muore!”

     

     

    Guccione: “O si cambia o si muore!”

    16 giu 10 In una intervista rilasciata oggi alla stamoa, l’on Carlo Guccione, segretario regionale del Partito Democratico spiega gli ultimi avvenimenti del suo partito, la crisi che lo sta attanagliando e indica la strada per uscirne con un motto “O si cambia o si muore”. Di seguito l’intervista:

    Perchè questi continui rinvii della Direzione regionale del Pd? Finora c’è stato un solo rinvio determinato dalle richieste di alcuni rappresentanti parlamentari e istituzionali impossibilitati a partecipare alla riunione della Direzione a causa degli impegni per la festa della Repubblica che si celebra, come ogni anno, il 2 giugno. Non credo, però, sia questo il problema politico.

    Perchè Adamo, da iscritto al Gruppo Misto, la accusa per i rinvii, imputandoli a motivi di interesse personale?
    Francamente non capisco quali dovrebbero essere i motivi di interesse personale.
    Farebbe bene a chiederlo a lui.
    L’onorevole Adamo dovrebbe sapere, anzi sicuramente lo sa, in quanto componente dell’Assemblea Nazionale del Pd, che la stessa ha recentemente approvato una modifica statutaria che prevede l’incompatibilità degli iscritti del Pd di far parte di gruppi diversi da quello del  proprio partito in altre istituzioni.
    Cosa che ho dovuto formalmente ricordare anche all’on Adamo con una lettera, invitandolo  ad iscriversi al gruppo del Pd per rimuovere i motivi dell’incompatibilità

    Con quale spirito va alla Direzione Regionale di giovedì prossimo? E a cosa dovrebbe servire?
    Dopo la discussione sviluppatasi in due riunioni della Direzione Regionale svoltesi all’indomani della pesante sconfitta elettorale, è necessario definire e accelerare il percorso di costruzione del Pd e dar vita ad una nuova alleanza alternativa e di governo, partendo dai territori e dai problemi reali della Calabria che sono tanti, alcuni particolarmente complessi e con notevoli implicazioni di carattere sociale e democratico.
    Rispetto alle difficoltà aggravate da politiche nazionali marcatamente anti-meridionaliste e condizionate dalla cultura leghista, occorre una iniziativa forte per contrastare in modo adeguato una deriva che rischia di determinare una vera e propria disarticolazione sociale, di alimentare l’accensione di localismi e una vandea nella quale trovano spazio impostazioni pseudo-autonomiste che sono l’altra faccia di un meridionalismo subalterno e inconcludente.Rispetto alla pesante situazione che si delinea in conseguenza ai tagli e alle misure assunte dal Governo, non mi pare ci sia, in questa fase, una risposta consapevole ed adeguata da parte del presidente Scopelliti e del centrodestra che governa la Regione.

    Quale giudizio da al primo mese di Governo della Giunta Scopelliti?
    Il Presidente della Regione non può continuare ad assistere inerme agli scippi quotidiani di risorse economiche consistenti ai danni della Calabria e dei calabresi.
    Dal neo governatore ci saremmo aspettati un sussulto di dignità a difesa della nostra regione e del suo ruolo istituzionale, rispetto agli atti di rapina del Governo Berlusconi che ha sottratto ben 31 miliardi di fondi Fas e che, proprio nei giorni scorsi, ha “scippato” altri 500 milioni di euro alla Calabria che dovevano servire all’innovazione tecnologica dell’intero sistema sanitario regionale.
    Invitare i calabresi a “stringere i denti”, come ha fatto ieri l’on. Scopelliti, è un grave errore politico, perché così facendo si assecondano solo gli interessi e gli egoismi della Lega Nord che detta l’agenda di un Governo nazionale che continua ad utilizzare  il Mezzogiorno e la Calabria come una vera e propria “area di rapina”.
    Al Pd ed alle forze che non sono disponibili a subire passivamente una nuova marginalità della Calabria, è richiesta una iniziativa positiva ed intelligente per offrire un necessario punto di riferimento a tante forze del mondo dell’impresa e del lavoro, agli amministratori locali e, in particolare ai giovani, su una proposta ed una prospettiva credibile di cambiamento, in netta discontinuità con il passato.
    Con questo spirito vado alla Direzione regionale del partito.
    Solo così, in fatti, si compie uno sforzo positivo che ricentra il dibattito intorno alle ragioni fondative vere del Pd.
    Per questo il nostro partito deve uscire dalla palude delle contese personalistiche interne e sapersi proiettare con determinazione nell’arena dei bisogni sociali e nei contesti territoriali.
    So bene che la condizione perché ciò si verifichi è il ripristino e il rispetto delle regole, a partire dalla prima regola non scritta che è quella dell’appartenenza.
    A tal proposito mi piace sempre ricordare un vecchio detto, assai significativo, che recita: “Non si può stare contemporaneamente con un piede in due staffe”.

    Si riferisce a Loiero?
    Loiero deve sciogliere definitivamente i nodi politici che attengono al suo rapporto con “Autonomia e Diritti”, il movimento da lui fondato che si ritrova ora con consiglieri appartenenti a gruppi diversi dal Pd, malgrado la loro elezione sia avvenuta in liste sostenute dallo stesso Loiero nella sua funzione di Presidente della Regione.
    E’ evidente la sostanziale contraddizione politica tra questo dato e l’appartenenza dell’ex Governatore al Pd.
    Il Partito Democratico ha bisogno di scelte chiare, di coerenza e di atteggiamenti cristallini.
    Le ambiguità e le doppiezze non solo non aiutano il percorso di questo partito, ma ne costituiscono un grave impedimento.
    Per questo motivo si richiede, preliminarmente ad ogni altra cosa, chiarezza nelle posizioni e nelle collocazioni di ognuno, smettendola una volta per tutte di nascondersi sotto l’ombrello dei formalismi e delle furbizie che pure ancora ci sono e vanno evidenziate. Infatti, a quanti in violazione dello Statuto del Pd sono collocati in gruppi istituzionali diversi da quelli del partito,  ho già chiesto di rimuovere, come ho già ricordato, prima della riunione della Direzione regionale fissata per giovedì prossimo, le ragioni dell’incompatibilità.
    La riunione di Direzione sarà, per questi aspetti, un importante passaggio chiarificatore. In quell’occasione stabiliremo anche come gestire la fase del tesseramento in vista dei cinque congressi provinciali e di circolo fissati per la fine del mese di ottobre.
    Subito dopo la riunione della Direzione sarà convocata l’Assemblea regionale che dovrà diventare il luogo in cui prenderà  corpo e sostanza il progetto di costruzione del Partito Democratico calabrese.

    Si sente in bilico?
    Non ho mai anteposto, all’indomani della grave sconfitta elettorale subita dal Pd in Calabria, la questione della conservazione del mio ruolo di segretario regionale alle serie questioni di carattere politico e alla funzione dei gruppi dirigenti poste dal voto.
    Altri hanno, nei fatti, tentato di ridurre le gravi questioni politiche sul tappeto ad una mera discussione sugli organigrammi interni del partito.
    Sono gli stessi che hanno esercitato funzioni di direzione politica e di governo per un non breve lasso di tempo.
    Per quanto mi riguarda ho manifestato più volte la disponibilità a fare non uno, ma tre passi indietro qualora ciò fosse stato necessario. D’altra parte, come è a tutti noto, già all’atto di nascita del Pd in Calabria, per favorire un processo di unità, non esitai un solo attimo a compiere un atto politico generoso e responsabile e per oltre due anni sono stato al mio posto, senza fughe ed abbandoni.
    Ma il problema vero che oggi il Pd ha davanti in Calabria è un altro: aprire una nuova stagione politica. E’ proprio il caso di affermare, fuori da ogni tentazione retorica, che qui o si cambia o si muore! Mi spenderò con tutte le mie energie per dare finalmente corso ad un progetto innovativo vero che faccia avanzare le migliori energie e dia vita a gruppi dirigenti credibili e capaci di rendere finalmente forte ed attrattivo il progetto del Pd nella nostra regione.

     

     

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