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    Falsetta (Idv) "Uscire da parteciapzione società inutili"

     

     

    Falsetta (Idv) "Uscire da parteciapzione società inutili"

    10 giu 10 ''L'attuale contesto socio-economico che caratterizza la Calabria dimostra chiaramente come ancora permangano forti divari di crescita rispetto al quadro di riferimento sia nazionale che comunitario''. E' quanto dichiara Filomena Falsetta componente del Patto etico per la Calabria proposto dall'Italia dei valori. ''Per questo - aggiunge - urge il bisogno di scelte coerenti, rivolte alla riorganizzazione del sistema amministrativo regionale, che accrescano l'efficienza e la capacita' di governo della Regione. Un valido passo in tale direzione, che consentirebbe di contenere e razionalizzare la spesa pubblica in Calabria potrebbe essere quello di costituire o mantenere partecipazioni in societa' che abbiano per oggetto attivita' strettamente necessarie al perseguimento delle proprie finalita' istituzionali, e dismettere, invece, le partecipazioni in societa' 'non inerenti', cioe' quelle che non soddisfano l'interesse generale. Il principio e' individuato dall'art.3, comma 27 della legge n. 244/2007, secondo cui la costituzione di societa' o il mantenimento di partecipazioni in esse da parte degli enti locali richiede come presupposto la 'funzionalizzazione pubblica' delle attivita' realizzate dai soggetti partecipati''. ''Negli ultimi anni - prosegue Falsetta - sono intervenute alcune sezioni regionali di controllo della Corte dei conti (es. C. Conti sez. contr. Calabria delib. n. 59/2006), che attestano come a fronte dell'attuale quadro normativo, debba escludersi che gli enti locali possano procedere alla costituzione di societa' per finalita' di natura prettamente commerciale ed imprenditoriale.Sempre secondo le linee interpretative della Corte dei Conti (e della giurisprudenza amministrativa) nell'ipotesi in cui l'ente locale non rinvenga elementi significativi di pubblico interesse nello svolgimento delle attivita' di tali societa' e non sia in grado di orientarle alla produzione di attivita' corrispondenti a finalita' istituzionali o servizi pubblici, deve cedere le sue partecipazioni nelle stesse. Ebbene e' indubbio che la politica regionale calabrese non ha inteso affatto adeguarsi a tali disposizioni, continuando a mantenere la propria partecipazione in 'societa' inutili' ed attribuendo 'elevati compensi' agli amministratori''. ''Da cio' consegue - conclude - che la valutazione in ordine all'attivita' sviluppabile dalla partecipata deve essere risultato di un processo complesso, nel quale la Regione Calabria deve attentamente valutare i vantaggi ed i costi dell'affidamento del servizio alla societa', in termini di efficienza del servizio e di economicita' della gestione nonche' delle ricadute sui cittadini calabresi e sulla responsabilita' dell'amministrazione stessa''

     

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