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    Scopelliti: "Gli ospedali di montagna non chiuderanno"

     

     

    Scopelliti: "Gli ospedali di montagna non chiuderanno"

    29 dic 10 ''Nessuna chiusura per gli ospedali di zona montana ma un percorso diverso, una sperimentazione per queste realta', anche rispetto alla riconversione''. Lo ha detto il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal deficit sanitario, incontrando i giornalisti a Catanzaro. Con Scopelliti hanno partecipato alla conferenza stampa gli assessori Michele Trematerra e Mario Caligiuri; il presidente della terza Commissione del Consiglio regionale, Nazzareno Salerno, e alcuni sindaci. Sono quattro gli ospedali di zona montana, Acri, Soveria Mannelli, Serra San Bruno e San Giovanni in Fiore, indicati nella visione della giunta regionale. E Scopelliti, con l'aiuto di alcune slides, ne ha delineato il futuro rilevando, inoltre, ''che la delibera di giunta regionale del settembre 2009 individuava cinque ospedali da chiudere, sei da valutare per un'eventuale chiusura e nove da riconvertire. I criteri per la chiusura, individuati nel febbraio del 2010, consistevano unicamente nel numero dei posti letto. Per cui gli ospedali al di sotto dei 120 posti sarebbero stati tutti oggetto di chiusura/riconversione''. ''Sappiamo per certo - ha detto Scopelliti - che il Governo e i ministeri interessati hanno accolto la nostra indicazione sugli ospedali di zona montana. E' stata una battaglia, ma alla fine e' passata la nostra filosofia con il mantenimento di questi presidi in forma sperimentale fino al superamento della situazione di emergenza. Abbiamo mostrato in maniera molto chiara e molto evidente che si raccontano in giro delle bugie ai calabresi. Non si puo' dire una cosa quando si governa e l'opposto quando si e' all'opposizione''. ''Abbiamo dimostrato - ha sostenuto ancora il governatore - che ci sono delle delibere di Giunta regionale che prevedevano delle ipotesi di riconversione, se non di chiusura, di strutture ospedaliere e gli ospedali di montagna rientravano al tempo tra quelle realta'. Ritengo piu' corretto e interessante incominciare a collaborare per la realizzazione di questo Piano di rientro anziche' fomentare i territori inutilmente. Perche' poi quando escono le carte, gli atti ufficiali che altri hanno prodotto, si dimostra l'incoerenza di alcuni politici. E questa e' la dimostrazione che la politica a volte non e' forte perche' c'e' chi la rende debole agli occhi di tutti i cittadini. In Calabria non c'e' solo la criminalita' organizzata che e' interessata a questo business. Ci sono le lobby ed e' coinvolta una parte della politica''. ''Avremmo potuto fare come ha fatto Loiero - ha detto il Governatore - e cioe' fare finta di nulla. Noi, invece, la partita ce la giochiamo sulla capacita' di fare delle scelte. Giuste o sbagliate che siano. Quello che bisogna recuperare e' la chiarezza su questa querelle che si e' sviluppata sulla sanita', che e' sempre piu' oggetto di scontro piu' che di confronto''. ''Il Piano di rientro - ha detto, da parte sua, Nazzareno Salerno - e' una strada obbligata dovuta al fatto che quando si sarebbe potuto fare qualcosa per rimettere in sesto il settore non si e' fatto e si e' lavorato piu' per la politica che per la sanita'. In questi mesi come commissione abbiamo monitorato il territorio e dal lavoro che abbiamo fatto ritengo che a breve si potranno avere i primi risultati positivi''

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