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    Fedele (Pdl) “Inadeguati i test di accesso alle facoltà di medicina”

     

     

    Fedele (Pdl) “Inadeguati i test di accesso alle facoltà di medicina”

    30 ago 10 “Occorre dare seguito ad una giusta revisione della metodologia con cui sono concepiti gli esami d’ingresso per entrare nelle facoltà di Medicina degli atenei italiani”. È quanto afferma il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Luigi Fedele a proposito del dibattito relativo ‘all’inadeguatezza’ dei test di Medicina. “Mi preme nuovamente intervenire –dice Fedele– su un argomento di rilevante importanza per il futuro di circa novantamila ragazzi che, su scala nazionale, dovranno a giorni sottoporsi alle prove per l’ammissione a Medicina. Così come già rimarcato sulle colonne de ‘Il Corriere della Sera’, che traccia un quadro completo circa ‘il malcontento’ di presidi e rettori ma anche degli stessi candidati, serve un nuovo metodo di giudizio per l’ammissione degli aspiranti dottori o, comunque, una rinnovata formula di selezione che permetta agli studenti più meritevoli di poter affrontare il corso di studi prescelto”. Aggiunge Fedele: “È ormai chiaro che i contenuti ( a volte bizzarri) della sequenza di ottanta domande multiple (la metà di logica e cultura generale, 18 di biologia, 11 di chimica e 11 di fisica e matematica) su cui si basano i quiz non può essere un valido criterio di selezione per i candidati. Il futuro dei nostri ragazzi si determina, così, sulla base di test della durata di due ore. Quesiti che, molto spesso, non si fondano nemmeno su domande prettamente specifiche e in cui gioca un ruolo predominante la sorte più che le competenze attinenti al corso di laurea. Anche in Calabria sono tantissimi i ragazzi che ogni anno provano a cimentarsi con i test che si riveleranno positivi solo per uno su dieci degli aspiranti dottori. Al di là dello stress emotivo per candidati e famiglie, le prove d’ingresso non sempre riservano l’ammissione certa a tutti gli studenti meritevoli che rischiano di vanificare, così, un percorso scolastico eccezionale (non si tiene, infatti, nemmeno conto del voto della maturità)”. “Non è in discussione, pertanto, la logica del numero chiuso ma il metodo adottato che non consente, pienamente, di selezionare le migliori intelligenze. Alla luce di quanto detto – conclude Fedele – guardo con favore al modello francese che non pone nessuna selezione all’ingresso, ma una scrematura al termine del primo anno di Medicina in base ai crediti formativi accumulati”.

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