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    Proto: "Rischio elezioni con legge porcellum"

     

     

    Proto: "Rischio elezioni con legge porcellum"

    23 ago 10 "Il rischio di elezioni anticipate è ormai del tutto concreto, lo dicono le cronache che in queste ultime settimane annunciano un grave sfaldamento della maggioranza attualmente al Governo. Il rischio è però che si ritorni alle urne senza aver modificato una legge elettorale, che se è definita dai suoi stessi fautori “porcellum”, di certo è deprimente per la volontà popolare". Lo afferma in una dichiarazione il Presidente del COnsiglio Provinciale di Crotone. Benedetto proto. "Meraviglia, in primis, -aggiunge- che proprio chi si dice portatore delle voci e delle volontà delle comunità rappresentate, si appiattisca, poi, di regola su di un metodo cooptativo di individuazione dei candidati per il parlamento ed il Senato della Repubblica. I rappresentanti, attualmente, non sono scelti dagli elettori, ma sono designati secondo opportunità e volontà dei partiti, che in alcun modo tengono in conto delle conseguenze che una tale scelta può produrre sui territori. Sono sin troppi gli esempi che qui potrei annoverare e che ho visto consumarsi nella mia Regione e nel territorio provinciale che rappresento in qualità di Presidente del Consiglio. Il fenomeno, poi, è trasversale, nessun soggetto politico è infatti rimasto immune da questa tentazione, ossia quella di selezionare i candidati con criteri che si basassero più sulla fedeltà ed ubbidienza al capo che non sul consenso e rappresentatività territoriale, meccanismo tra l’altro rivelatosi inconcludente anche a quell’unico fine su cui poggia le sue fondamenta. Le continue transumanze da un partito ad un altro sono il sintomo manifesto che il senso di responsabilità di chi fa politica è scemato, se un tempo l’abbandono del partito in cui si era militato significava tradire i propri elettori, oggi scelte tanto delicate si riducono al tradimento dei vertici dei partiti politici. I leader nazionali hanno sottovalutato quanto la fame di potere personale possa prevalere sul senso di appartenenza. Quello che di certo mi sento di dire in proposito è che ho compreso quanto la gente si senta distante dai nostri parlamentari, i quali ignorano problemi e situazioni emergenziali, così venendo meno al loro principale ruolo di portatori di legittime istanze in seno al Parlamento. Tale mancanza di fiducia è crescente e non fa altro che acuire la spaccatura esistente tra rappresentanti e rappresentati. Dunque, se anche queste eventuali elezioni vanificassero l’opportunità di cambiare l’attuale sistema elettorale, questa spaccatura non si ricomporrà più. In una realtà “delicata” e complessa come quella del crotonese che sopporta una crisi endemica sia economica che sociale, una frattura ulteriore provocherebbe gravissime conseguenze. I miei concittadini arrancano dibattendosi per ottenere il diritto a rientrare nel mercato del lavoro, lottano contro soprusi subiti in danno della salubrità territoriale e premono affinché chi ha l’obbligo di portare ad attenzione la loro difficilissima condizione, lo faccia nei modi e nei tempi utili. Baluardo di democrazia e di libertà sono diventati, ormai, soltanto le istituzioni locali continuamente avocati dai cittadini per le più disparate e disperate esigenze. C’è evidentemente un vuoto, chiaro, palese, nè si può pensare di colmarlo, come purtroppo c’è da rilevare avviene, nei momenti in cui si necessita dell’appoggio degli elettori. A cosa, dunque, è ora fondamentale puntare? Intanto correggere l'attuale sistema reintroducendo le preferenze e modificando il meccanismo di assegnazione dei premi al Senato per dare agli elettori la possibilità di eleggere chi vogliono e per evitare o almeno limitare il rischio di maggioranze diverse tra le due Camere. Così come non si può più rimandare il lavoro da fare attorno ad una riforma elettorale dignitosa, che liberi il paese da questo bipolarismo costretto, primitivo e retto da una legge che espropria il cittadino del diritto di scegliersi i suoi rappresentanti.

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