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    Paolini “Su Occhiuto pende accusa di truffa”

     

     

    Paolini “Su Occhiuto pende accusa di truffa”

    26 mag 11 “C’è un elemento nuovo nella querelle che sta agitando le acque della politica cosentina e riguarda sempre le grane giudiziarie del candidato della destra. Dall’armadio di Occhiuto è saltato fuori un procedimento penale, pendente presso il Tribunale di Cosenza, numero 6684/2008 articolo 640 bis C.P. per l’ipotesi di reato “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”. Ne dà notizia il candidato sindaco Enzo Paolini in una conferenza stampa convocata questa mattina per ribadire e meglio precisare quanto aveva già detto nei giorni scorsi. Cominciando da un impegno preciso che prende con i suoi elettori: “Se qualcuno sarà in grado di dimostrare che le cose diffuse dal centrosinistra in ordine ai protesti, alle istanze di fallimento e alle condanne dell’architetto Occhiuto sono false, ritirerò la mia candidatura”. Fisse le garanzie e la presunzione di innocenza per gli imputati e per chiunque debba chiarire la sua posizione, e ferma restando la solidarietà e il dovere di riservatezza dovute nei confronti di chi, imprenditore o singolo cittadino, si trova a dover affrontare questioni giudiziarie di qualsiasi tipo, non si può tacere su un elemento: “Dagli avvenimenti degli ultimi giorni – afferma Paolini - emerge chiaramente un attitudine del mio avversario: pur vantando di essere uno dei primi contribuenti della Calabria, Occhiuto non paga i suoi collaboratori, fornitori e dipendenti e fa fallire le sue società”. Comportamenti che sono di solito relegati alla sfera privata delle persone ma assurgono a fatto pubblico quando ci si candida a fare il sindaco, come nel caso di Occhiuto. Il ragionamento di Paolini è politico. Denuncia l’incoerenza di chi chiede “ogni ora” le dimissioni di Berlusconi ed ha impedito la candidatura di Cosentino alla presidenza della Campania e poi grida allo scandalo e alla calunnia quando a Cosenza si sottolinea il fatto che un candidato sindaco è stato condannato dalla Cassazione in via definitiva con un addebito disdicevole come quello di non aver versato i contributi a i suoi dipendenti. Per altro, chi ieri ha inondato le agenzie accusando il candidato del centrosinistra di esacerbare i toni della campagna elettorale e sputare fango sugli avversari non porta, a sostegno, alcuna prova e non smentisce nel merito alcunché. Dove sarebbero le calunnie? Quali le falsità raccontate? In attesa delle risposte Paolini ribadisce di non poter far passare in sordina un’evidenza: “Occhiuto non ha la serenità necessaria per fare il sindaco di Cosenza. Risolva i suoi problemi giudiziari, dimostri la sua estraneità alle contestazioni che gli vengono rivolte e dopo si presenti alle elezioni”. Appunto: prima di fare il sindaco deve essere assolto. Infine Paolini ribadisce la sua linea: “Non spio dal buco della serratura, non entro nelle questioni private dei singoli cittadini che sono aspetti che meritano tutta la riservatezza del mondo. Va solo detto che quando si chiede il voto per ricoprire cariche pubbliche ed amministrare il patrimonio e la vita di una intera comunità, l’asticella della trasparenza e della correttezza deve necessariamente alzarsi di una tacca. Chi vuole essere il sindaco della città che fu di Mancini e Guarasci non può avere ombre né scheletri nell’armadio”.

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