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    Gallo (Sel) "Pesanti tagli alla spesa socialee ai diversamente abili"

     

     

    Gallo (Sel) "Pesanti tagli alla spesa socialee ai diversamente abili"

    12 mag 11 Vincenzo Gallo, candidato nelle liste di SEL al Comune di Cosenza, all'iniziativa del Movimento Slega "cosenza inclusiva" afferma che "mi è sembrato doveroso espormi ancora una volta, eventualmente anche solo per il periodo della competizione elettorale, visto che chi cerca di rappresentare interessi di piccole minoranze non può certo contare su vasti consensi. All’inizio della campagna elettorale ho scritto una lettera agli elettori proponendo un voto per dare forza soprattutto ad una battaglia per il diritto alla vita, le pari opportunità e la non discriminazione delle persone con disabilità e, in genere, per quelle in stato di disagio estremo, che sto conducendo da tempo. Sono infatti padre di un ragazzo, che nel 1992 ha perso l’uso delle gambe e da 20 anni deve spostarsi su una sedia a rotelle. Sono stato costretto, come tanti genitori nel mio stato, a difendere mio figlio per garantirgli i più elementari diritti spesso negati e cure adeguate anche all'estero, quando sembrava che non ci fosse più alcuna speranza. Tra i centri di riabilitazione che ho visitato mi ha colpito in particolare uno localizzato in Svizzera perché offriva una riabilitazione globale ed integrata, non solo sanitaria ma anche sociale, garantendo il reinserimento scolastico, lavorativo, sportivo, ecc. Nel 2000 ho proposto al Comune di Cosenza, all’Azienda Ospedaliera, all’ASL e ad un consorzio universitario di realizzare un centro simile, in particolare un centro di ricerche biomediche e di servizi integrati, sanitari e sociali per persone con varie disabilità. Lo studio di fattibilità fu approvato dal CIPE, la gara di appalto è stata vinta da un gruppo di lavoro internazionale e dopo essere stato elaborato è stato presentato alla regione, dove è tuttora bloccato, nonostante la disponibilità del Cipe confermatami anche nel 2004. Da sottolineare che un importante gruppo di ricerca localizzato in un parco scientifico francese, specializzato in neuroprotesi, aveva manifestato interesse a localizzarsi a Cosenza per creare una nuova impresa. Ci potrebbe essere pertanto la possibilità di attrarre investimenti e creare in città un’area specializzata nel settore biomedico e negli ausili per persone con varie disabilità. Dal 2002 al 2005 ho avuto anche la possibilità di ricoprire la carica di assessore ai diritti del cittadino del Comune di Cosenza, nella Giunta del Sindaco Eva Catizone, che mi ha permesso di entrare in contatto con persone con disabilità intellettive, sensoriali, motorie e di altro tipo. Quasi tutti hanno una forza straordinaria, non si arrendono e cercano di vivere una vita quanto più normale possibile, nonostante le tante barriere fisiche e culturali esistenti e la carenza di servizi sanitari e sociali. Ciò almeno fin quando possono godere del supporto di familiari in grado di assisterli. Sono tante le storie che mi hanno colpito. Ho incontrato tra gli altri : - ragazzi con gravi lesioni cerebrali, che sono indifesi ed esposti ad ogni rischio, come ha dimostrato anche l’ultima incredibile vicenda, proprio a Cosenza, di persone che hanno abusato per anni di un ragazzo con un deficit intellettivo; - persone che non vedono, non sentono e non parlano e comunicano solo attraverso il tatto; - bambini con paralisi progressive, in grado di girarsi nel letto solo con l’aiuto della madre, che sono andati a scuola per anni in ambulanza, che vivono in case senza ascensori; - giovani che soffrono di gravi disturbi psichici, a volte in seguito solo a delle delusioni; - bambini colpiti da malattie rare o da tumori fulminanti, ecc. - persone di 50 anni confinate in istituti o in conventi solo perché rimasti senza famiglia. Da sottolineare che questi non sono casi isolati. Le persone con disabilità sono circa il 6% della popolazione e la maggioranza ha più di 70 anni. La percentuale delle persone con disabilità cresce progressivamente con l’aumentare dell’età. E’ dell’1,6% tra i 6 e 14 anni, del 2,5% tra i 55 e 64 anni ed arriva al 45% tra le persone di 80 e più. I bambini con disabilità solo all’incirca il 2%, in pochi arrivano all’Università e il numero di quelli che riescono a trovare un lavoro è veramente esiguo, nonostante l’approvazione della legge 68/99 per l’inserimento al lavoro delle persone con disabilità. Il Comune di Cosenza, dal 2002 al 2005, ha promosso vari interventi: - per la mobilità, con l’ eliminazione di oltre 150 barriere architettoniche, l’istituzione di un servizio taxi per persone con difficoltà di movimento, l’acquisto di 44 autobus accessibili; - per l’assistenza domiciliare; - per la promozione della ricerca scientifica, non solo per realizzare un centro di ricerca biomedica e di servizi sanitari e sociali integrati, ma promuovendo anche progetti con il Centro Ricerca Fiat sulla mobilità difficile e con il San Raffaele sulle cellule staminali non embrionali; - per gli alloggi per “il dopo di noi”, per le persone con disabilità che rimangono senza il supporto dei familiari. E’ stato presentato un progetto di tre milioni di euro, non finanziato, ora rilanciato nel programma di Paolini, ma è stato comunque realizzato un primo alloggio per persone con sofferenza psichiatrica; - per lo sport per tutti ed integrato (è stata finanziata una nuova piscina per le persone con disabilità che dovrebbe entrare in funzione tra poco, anche se è un po’ diversa da come l’avevo prevista); - per l’inserimento scolastico e lavorativo, con l’attivazione di uno sportello informativo; - per il turismo accessibile, individuando percorsi accessibili di interesse storico archeologico a sud della città, in collaborazione con giovani del servizio civile; - per un patto territoriale a sostegno delle imprese sociali, ecc. Gli interventi sono stati presentati a vari soggetti pubblici per il loro finanziamento e in parte realizzati dal Comune di Cosenza. Li ho elencati dettagliatamente in un documento che è a disposizione di tutti gli elettori e farò di tutto affinchè possano essere ulteriormente sviluppati. Negli ultimi 5 anni ho dedicato il mio tempo soprattutto alla mia famiglia e al mio lavoro, pensando di aver già dato il mio contributo per una società più solidale. La crisi economica in atto però sta facendo emergere in modo allarmante una cultura che sembrava appartenere solo ad un passato razzista, quando i disabili erano considerati un peso inutile. Non bisogna mai dimenticare che si è arrivati perfino a sterilizzarli o addirittura a bruciarli nei forni insieme agli ebrei e ai rom. Per ridurre la spesa pubblica e mantenere in equilibrio i bilanci dello Stato e degli enti locali non si è esitato spesso a colpire indiscriminatamente anche le persone con gravi disabilità, i ceti sociali più poveri e le persone più emarginate. Nel luglio dello scorso anno è stata necessaria una mobilitazione senza precedenti di tutte le associazioni e di tante famiglie per impedire al Governo nazionale di eliminare (almeno per ora) un piccolo ma importante sostegno economico di cui godono le persone con handicap grave. Ora sembra ci sia un nuovo tentativo con il pretesto dei falsi invalidi, da contrastare decisamente, ma senza generalizzare e penalizzare le persone con gravi disabilità. E’ in atto una campagna mediatica senza precedenti, alla quale si è associata anche la rivista Panorama, che su una sua recente copertina ha pubblicato una immagine di una persona su una sedia a rotelle, con la scritta “scrocconi”. D’altra parte molti genitori continuano ad essere costretti a ricorrere ai tribunali, per vedere riconosciuto anche il diritto all’insegnante di sostegno dei loro figli nella scuola pubblica. Si taglia anche sui disabili, sostenendo persino che non si intendono mettere le mani nelle tasche degli italiani. Probabilmente ci si riferisce soprattutto a quel 10% di famiglie (oltre 2,4 milioni) che possiede secondo la Banca D’Italia circa il 45% della ricchezza, alle quali non si intende chiedere nemmeno l’1%. Non è possibile che si punti ad accentuare questi squilibri con misure inique. Mi sono battuto dal 1986 al 1989 per lo sviluppo di un’imprenditoria giovanile e diffusa, libera da ricatti ed intimidazioni politiche e mafiose, pagando un prezzo per questo. Sono sempre stato contrario ai grandi monopoli e alle grandi concentrazioni di potere economico, politico e mediatico, che condizionano la democrazia. Continuando su questa strada si rischia di portare alla disperazione migliaia di persone e di far venir meno la coesione sociale. In questo clima mi è sembrato doveroso espormi ancora una volta, eventualmente anche solo per il periodo della competizione elettorale, visto che chi cerca di rappresentare interessi di piccole minoranze non può certo contare su vasti consensi. Ho accolto, pertanto, la proposta di Eva Catizone di candidarmi nelle liste di Sinistra Ecologia e Libertà, in appoggio alla candidatura a sindaco di Paolini. Mi sono reso conto in questa mia prima campagna elettorale che prevalgono i vincoli di parentela, che in gran parte il voto non è libero, che il potere di ricatto è notevole soprattutto nei confronti delle persone più deboli (mi risulta che anche alcuni medici hanno esercitato pressioni per ottenere il voto). Ho incontrato però anche persone che hanno apprezzato il mio impegno e che mi hanno sollecitato a continuare a dare il mio contributo. Spero ancora, pertanto, che queste elezioni possano costituire un’occasione per far capire che non si è indifferenti alle sorti delle persone più fragili e più indifese della nostra comunità e che c’è interesse a costruire una città inclusiva, che rispetti i diritti di tutti.

     

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