Sequestro beni Cosca Muto eseguiti anche dalla Procura di Rimini - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Sequestro beni Cosca Muto eseguiti anche dalla Procura di Rimini

05 mag 11 La "Anche la Procura di Rimini sta eseguendo dei sequestri cautelativi per casi che riguardano la criminalità organizzata. Il meccanismo funziona e ha funzionato anche per inchieste già chiuse da tempo con condanne. L'importante è arrivare prima che i beni vengano distratti, ceduti magari fittiziamente". Così il procuratore capo di Rimini, Paolo Giovagnoli, in seguito alla notizia del sequestro di beni mobili ed immobili per un valore di due milioni, fatto dalla polizia ad un presunto affiliato alla 'ndrangheta, Agostino Briguori, accusato di appartenere alla cosca Muto. Reduce dall'incontro ieri a Bologna, a livello regionale, con il procuratore generale presso la Corte d'Appello di Bologna, il procuratore distrettuale antimafia, i comandanti regionale dei carabinieri e della Guardia di Finanza, tutti i questori e i prefetti della Regione, Giovagnoli ricorda una delle operazioni condotte in Romagna, quella su un altro clan calabrese in espansione verso Nord e che aveva le mani 'in pasta' sul gioco d'azzardo (bische clandestine, a Riccione, a Rimini, a Forlì, a Ravenna e Bologna). Un'associazione di stampo mafioso facente capo, in Romagna, al 'riccionese' Rino Masellis condannato nel luglio 2007 dalla Corte d'assise di Ravenna all'ergastolo. Rimini, l'anno dopo, condannò a 60 anni di reclusione, in primo grado, 11 dei 13 imputati a vario titolo coinvolti nel giro. "In quell'occasione - conclude Giovagnoli - ci fu il sequestro dei beni riconducibili al Masellis e trovammo anche un conto corrente da un milione di euro a San Marino"; "all'epoca il Tribunale di San Marino ci mise un po' di tempo a rispondere", e il conto corrente sequestrato era già stato svuotato.