Gallo (Sel) “Troppi disoccupati a Cosenza” - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Gallo (Sel) “Troppi disoccupati a Cosenza”

02 mag 11 “Il primo maggio è la festa dei lavoratori, ma in questo giorno un’attenzione particolare va rivolta soprattutto a chi purtroppo non lavora”. Così Vincenzo Gallo, candidato alle elezioni del Comune di Cosenza nelle liste di Sel a sostegno di Enzo Paolini. “Da recenti indagini dell’ Istat, della Banca d’Italia e di altri enti -spiega Gallo- emerge che in Calabria non si registra ancora una significativa ripresa economica, a differenza di altre aree del paese, e diminuisce ancora l’occupazione. Nel 2010 gli occupati in Calabria sono stati 573.000, le persone in cerca di occupazione 78.000 (di cui 30.000 solo in provincia di Cosenza), le non forze di lavoro 1.065.000. Nel periodo IV trimestre 2007-IV trimestre 2010 il numero degli occupati è diminuito in Calabria di 51.000 unità. Il decremento maggiore è stato registrato nei servizi (-30.000 unità) e nell’industria (-24.000, di cui meno 11.000 unità nel settore delle costruzioni). In base ai dati INPS nel periodo gennaio-settembre 2010, le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni sono cresciute complessivamente dell’81%. La situazione economica e occupazionale in Calabria permane pertanto molto difficile. E’ sempre più urgente l’approvazione di interventi anti-crisi a più livelli per favorire la ripresa economica e l’aumento dell’ occupazione, ma anche per tutelare le fasce più deboli. Al riguardo la proposta di Sinistra Ecologia e Libertà, finalizzata a garantire un reddito minimo di esistenza, va nella direzione giusta soprattutto in questo periodo di crisi. Le politiche del centro destra appaiono invece finalizzate esclusivamente ad aumentare i tagli alla spesa pubblica e agli investimenti e ciò rischia di deprimere ulteriormente l’economia e di far aumentare la disoccupazione a livelli insopportabili, soprattutto in regioni come la Calabria. Per questo motivo alle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio c’è necessità di dare un forte segnale di cambiamento e di discontinuità.