Fondazione Mancini ricorda il vecchio Leader con Filmato e brochure - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Fondazione Mancini ricorda il vecchio Leader con Filmato e brochure

21 apr 11 In occasione dell'anniversario della nascita di Giacomo Mancini (21 aprile 1916), la Fondazione a lui intitolata, presieduta, dopo la scomparsa di Antonio Landolfi, dal figlio, il giornalista Pietro Mancini, ha realizzato un filmato e ha pubblicato una brochure per ricordare la figura dello statista calabrese e per far conoscere l'enorme patrimonio politico, storico e culturale, che custodisce. Ad annunciarlo, in una nota, è la stessa Fondazione Giacomo Mancini, ripercorrendo le tappe della vita dell'ex segretario del Psi, definito "figura centrale del socialismo italiano, meridionalista illuminato, politico coraggioso e appassionato". "Mancini - è scritto nella nota - il 23 aprile 1970 venne eletto segretario nazionale del Psi, è deputato per la prima volta nel 1948, siede in Parlamento dalla prima alla decima legislatura. Sei volte ministro: prima della Sanità, poi dei Lavori pubblici e infine del Mezzogiorno. Sindaco di Cosenza dal 1993 fino alla triste scomparsa, ad aprile del 2002. La sua città, in lacrime e inondata da un mare di garofani rossi, e la Calabria, il 10 aprile affollarono all'inverosimile la piazza de Bruzi e le strade adiacenti per l'estremo saluto. Ricordarono il grande e rimpianto sindaco di Cosenza Emanuele Macaluso, Franco Piperno, Pietro Mancini e Giacomo Mancini junior. Messaggi di cordoglio furono inviati da tutto il Paese e dall'estero. Molto commovente, quello giunto da Atene, firmato dai socialisti greci, che l'allora segretario del Psi, Mancini, sostenne, durante il periodo della resistenza alla dittatura fascista, stringendo una solida amicizia con Papandreu e Panagulis". La Fondazione dedicata a Mancini conserva 100 mila documenti cartacei, 583 filmati, 200 ore di girato. L'archivio è consultabile anche sul sito www.fondazionegiacomomancini.it. Il governatore della Puglia, Nichi Vendola, prosegue la nota, ieri ha ricordato il "ministro del fare" sostenendo che "Cosenza, con alla guida Mancini, era un laboratorio di buona politica. Poi c'é stato il declino. Adesso è il momento di voltare pagina e di ridare speranza alla città. Giacomo è stato lo statista che ha fatto di più per la Calabria e per il Sud". "A quanti furono sinceramente attaccati in vita a mio padre - ha sostenuto, dal canto suo, Pietro Mancini - e che sono rimasti legati ai tanti bei ricordi che Giacomo ci ha lasciato, chiedo di sottolineare il suo sobrio, misurato e non retorico bilancio, che tracciò pochi mesi prima della triste giornata dell'8 aprile del 2002: 'Se guardo indietro, a partire dalla mia prima elezione, a 32 anni, alla Camera dei deputati, a quel lontano 18 aprile del 1948, posso dire di essere stato leale nei confronti del Paese, della mia citta', della Calabria e del Mezzogiorno, di cui mi sono sforzato di rappresentare, nel mio partito, nel governo e in Parlamento, ideali e bisognì". L'attuale segretario nazionale del Pli, Stefano de Luca, per molti anni collega di Mancini alla Camera, ha affermato: "Con Giacomo, se n'é andato l'ultimo rappresentante di un meridionalismo orgoglioso, mai piagnone, piuttosto aspro e grintoso, come la sua amata e difficile terra. Mi piace ricordare l'ex segretario nazionale del Psi con quel suo sguardo da miope, dolce e sicuro, rivolto verso l'orizzonte, come per sotttolineare l'incrollabile certezza che, al di là delle nuvole, vi è sempre un nuovo sole nascente: laico, socialista, libertario, garantista, caparbiamente meridionalista".