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    Curcio "Immobilismo nella riorganizzazione del Pronto soccorso all'Annunziata"

     

     

    Curcio (Sel) "Troppo immobilismo nella riorganizzazione del Pronto soccorso all'Annunziata"

    16 nov 10 "Le 'patologie' che colpiscono la sanità calabrese sono molteplici: carenza di risorse, chiusura degli ospedali, assenza di personale, una sanità privata onnivora, clientela e baronie. Non esente da questi mali è l'ospedale di Cosenza". Così Antonio Curcio responsabile dell'area urbana Cosenza-Rende di Sinistra Ecologia e Liberta. "Per come apparso su alcuni organi di stampa, -aggiunge- ci sembra paradossale la situazione di immobilismo venutasi a creare riguardo la riorganizzazione del settore dell’emergenza e in particolare del Pronto Soccorso (PS) e della Chirurgia d’Urgenza. I medici della Chirurgia d’Urgenza dell’Annunziata si trovano costretti da 15 anni a svolgere una doppia mansione, essendo impiegati contemporaneamente sia nel reparto che nel pronto soccorso. Questo doppio compito comporta da una parte l’obbligo di affrontare tutte le situazioni di emergenza chirurgica che giungono dall’intera provincia, ma anche al di fuori di essa, assicurando sia il percorso diagnostico, sia l’intervento chirurgico, sia il successivo decorso post-operatorio. Dall’altra parte, per quanto attiene all’attività di pronto soccorso, per le carenze della medicina di base e del territorio che determinano l’intasamento della struttura ospedaliera con patologie di dignità ambulatoriale, gli stessi medici assolvono compiti per lo più amministrativi, dovendo trattare patologie non di stretta pertinenza chirurgica, quali la loro competenza richiederebbe, riducendosi al ruolo di passacarte per i vari specialisti (ortopedici, otorini, oculisti...etc). Questa dicotomia che sussiste per il Chirurgo d’Urgenza all’Annunziata, dovendo prestare servizio alternativamente nel reparto e nel pronto soccorso, è anacronistica e pericolosa. E’ anacronistica perché ormai da molti anni la vecchia distinzione del PS in “medico” e “chirurgico” (che sussiste all’Annunziata) è stata superata dalla progressiva autonomizzazione del PS, che viene così a essere “unico” e ad assumere il ruolo di una unità operativa indipendente, in grado di gestire a 360° i pazienti che vi afferiscono, ricorrendo agli specialisti solo in casi selezionati Questa nuova figura di medico di PS è stata, peraltro, anche sancita a livello accademico con l’abolizione delle vecchie scuole di specializzazione in Chirurgia d’Urgenza e Medicina d’Urgenza; al loro posto, attualmente esiste la “Medicina e Chirurgia d’Urgenza e Accettazione” che forma specificamente il medico di Pronto Soccorso. Nel contempo il chirurgo d’urgenza restringe il proprio campo alla gestione dei pazienti affetti da patologie chirurgiche da trattare in urgenza o emergenza, quindi interviene in un secondo tempo, rispetto all’arrivo del paziente in PS, quando si è ormai chiarita la natura chirurgica della patologia. Questo come nel caso del paziente che, giunto in PS e riconosciuto affetto da una frattura, viene in seconda battuta indirizzato all’ortopedico. E’ indubbio il vantaggio in termini anche qualitativi di una tale organizzazione che, se da una parte rende al medico di PS una nuova dignità professionale conferendogli i mezzi e la possibilità di affrontare il caso nella sua globalità, dall’altra affranca il chirurgo dalla necessità di occuparsi di patologie non di sua stretta pertinenza (ortopediche, oculistiche....) lasciandolo concentrare solo sul trattamento di quelle malattie che necessitano di un trattamento chirurgico, con indubbie ricadute positive sulla qualità tecnica della prestazione erogata. E’ pericolosa perché nell’intasamento perenne del PS dell’Annunziata (ricordiamo che annualmente si registrano oltre 100.000 accessi, dei quali solo il 25-30% avrebbero dignità di accesso in un PS, il resto attiene a patologie che potrebbero trovare una risposta in sede ambulatoriale) ove i pazienti giungono senza alcun filtro (il c.d. “triage”) le probabilità che nella AGLI ORGANI DI STAMPA LORO SEDI calca possa essere misconosciuto un caso potenzialmente letale aumentano esponenzialmente. Questo rischio di errore diagnostico, o, comunque, di non adeguatezza del trattamento, è ulteriormente accresciuto dall’essere i chirurghi responsabili dell’atto operatorio in urgenza sottoposti a stress continuo derivante dalla continua alternanza di turni in PS e in reparto per giunta senza possibilità, vista la loro esiguità numerica, di avere sufficienti possibilità di aggiornamento e perfezionamento tecnico. In definitiva il paziente che per sua sfortuna si trova nella necessità di recarsi nel PS dell’Annunziata per una patologia che necessita di intervento chirurgico urgente corre il doppio rischio di essere visitato dopo una serie di persone affette da patologie banali e poi di essere operato da un chirurgo già stressato prima di iniziare un intervento. Questa situazione, non tollerabile per i rischi che comporta per l’utenza e per lo stress che ne deriva per i medici, è stata oggetto a più riprese di comunicazioni alla direzione aziendale, sempre rimaste inascoltate, da parte dei chirurghi della Chirurgia d’Urgenza, che non riescono più a sostenere il doppio ruolo di chirurgo e di medico del PS. Le scelte strategiche aziendali hanno portato, due anni or sono, alla creazione di una unità denominata “pronto soccorso, O.B.I. e triage” nata dalla vecchia Medicina d’Urgenza, da cui dipendeva l’area “medica” del PS, e che di fatto avrebbe dovuto istituire il pronto soccorso unico auspicato. Nella realtà dei fatti la gestione dei pazienti in PS non ha subito alcuna modificazione, rimanendo la parte “chirurgica” inalterata. Con la nuova amministrazione, è stato proposto un nuovo piano operativo per la riorganizzazione dell’emergenza-urgenza chirurgica, nell’ambito del Dipartimento di Chirurgia, improntato a criteri di qualità e sicurezza, che prevedeva la nascita di una struttura di Chirurgia d’Urgenza assegnata a un chirurgo di comprovata esperienza, in cui i quei chirurghi “esperti” che fino a oggi avevano assicurato personalmente l’esecuzione degli interventi, finalmente sgravati dal peso del Pronto Soccorso, avrebbero continuato ad assicurare le prestazioni chirurgiche in urgenza nel mentre si sarebbe avviata la progressiva autonomizzazione del Pronto Soccorso stesso. Voci ospedaliere ci raccontano che questo progetto, si è bruscamente arenato, per supposte dispute riguardo alla nomina del responsabile della nuova struttura di Chirurgia, dietro alle quali sembrerebbero esserci fortissime pressioni dall'alto. La realtà, al di là delle voci di corridoio, è che, di fatto, la reale riorganizzazione dei reparti è stata, ancora una volta, bloccata. Il risultato delle ingerenze dall'alto e di questa politica gestionale improntata non a criteri di meritocrazia è che, per l’ennesima volta, i tentativi di creare un sistema di gestione dell’emergenza moderno, efficiente e sicuro si arenano sulle secche dei personalismi. E’ quindi indispensabile che la vicenda diventi di pubblico dominio non fosse altro per avvisare l’utenza dell'Annunziata, dei concreti rischi che si corrono se il modello organizzativo dell’urgenza chirurgica rimarrà inalterato. Visto che la sanità è dei cittadini e per i cittadini, chiediamo alla Direzione Aziendale dell'"Annunziata" l'immediata riorganizzazione del Pronto Soccorso più frequentato della regione, per tutelare la salute pubblica e per restituire immediata dignità a medici e pazienti.

     

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