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    Pdl Rende “No alla cementificazione del Lorenzon”

     

     

    Pdl Rende “No alla cementificazione del Lorenzon”

    18 lug 10 “Non si riesce a capire cosa intende dire l’assessore al Bilancio del Comune di Rende sulla vicenda delle alienazioni. Egli parla come se questa città sia stata sino oggi governata da altri e come se l’attuale disastro finanziario sia un’eredità di amministratori di altri colori politici e non la conseguenza della malagestione sua, dei suoi amici e dei sindaci e le giunte che lo hanno preceduto negli ultimi trent’anni”. Così in una nota il Coordinamento PDL di Rende. “I cittadini, per fortuna, -è scritto nella nota- non hanno più bisogno di argomentazioni contorte e senza senso per comprendere che se si è arrivati a svendere i beni di proprietà comunale è perché il Comune è in pieno dissesto finanziario, come viene finalmente confermato dallo stesso assessore quando parla di “risanamento dei conti”. Solo che invece di svendere i beni utili alla collettività, questa giunta avrebbe dovuto tagliare gli sprechi, le spese per festini, inaugurazioni pompose, contributi a pioggia e per le auto blu e gli autisti degli assessori pagati dalla collettività. A noi non interessano le scelte urbanistiche compiute in passato o se siano state fatte in buona o in cattiva fede. Noi registriamo soltanto che tre anni fa è stato svenduto il titolo del Rende Calcio a Cosenza e che oggi, guarda caso, si vuole svendere anche lo stadio per farci sopra palazzi. Uno scempio che questa volta non permetteremo, anche al costo di occupare il Comune insieme ai tifosi e ai cittadini che si sentono scippati. Siamo infatti convinti che gli amministratori che negli anni ‘60 rilevarono quell’area dai privati per realizzarvi un’opera di interesse pubblico come lo stadio non avrebbero mai e poi mai permesso, senza il consenso dei cittadini e dei tifosi, la sua messa in vendita per consentire la soddisfazione di interessi privatistici da parte dei soliti noti. Forse da nessun’altra parte è mai accaduta una cosa del genere. È vero che a Cosenza, per esempio, venne smantellato il vecchio stadio della Morrone ma è anche vero che al suo posto gli amministratori lungimiranti e “riflessivi” dell’epoca fecero realizzare non palazzi privati ma quel polmone verde che è l’attuale Villa Nuova. E allora bene farebbero questi amministratori a recuperare un minimo di dignità e a fare un sano “mea culpa” al cospetto dei rendesi, i quali sono sempre più convinti che prima se ne va a casa l’attuale classe dirigente e meglio è per il bene della città.

     

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