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    Comitato Prendocasa: “Chiedevamo abitazioni, ci hanno dato repressione”

     

     

    Comitato Prendocasa: “Chiedevamo abitazioni, ci hanno dato repressione”

    05 giu 10 “Ancora una volta in questa città si rivendicano diritti e la risposta che arriva è solo quella degli apparati repressivi”. Così scrivono gli aderenti a Prendocasa Cosenza-comitato di lotta per la casa. “Abbiamo chiesto più volte –aggiungono- l'intervento del comune e della prefettura ma al loro posto rispondono la procura e la questura effettuando uno sgombero con un impiego di uomini e mezzi degni di un'operazione antimafia. 16 uomini e donne sono stati portati in questura come dei criminali e trattenuti fino a tarda sera per allungare l'elenco degli indagati. Ancora una volta la digos di Cosenza mette in piedi teoremi fantasiosi che cercano di dividere in buoni e cattivi i componenti dei comitati che portano avanti battaglie sociali. Che cercano di indicare “i soliti attivisti” come fomentatori dei bisognosi ed è cosi che nel mucchio vengono inseriti anche coloro che sono venuti a portare la loro solidarietà alla lotta. Ma il comitato Prendocasa è uno e compatto, composto da famiglie, precari e studenti italiani e migranti che liberamente rivendicano il diritto ad una casa e che da ieri procura e questura hanno lasciato per strada. Siamo determinati a portare avanti la lotta nonostante l'inchiesta in atto. Non abbiamo paura perchè stiamo lottando per un diritto garantito dalla Costituzione ma negato da leggi astratte e anacronistiche che, ad esempio, vincolano l'accesso dei migranti ai bandi previo contratto di lavoro regolare ignorando che la maggior parte viene sfruttata a nero, non abbiamo paura perchè siamo ben consapevoli che nessuno darà risposte ai nostri bisogni se non la nostra autodeterminazione. La classe politica di questa città continua a strumentalizzare i bisogni della gente per mantenere il proprio potere e a negare l'esistenza di un'emergenza sociale che necessiterebbe di impegno concreto e non delle solite chiacchiere e promesse pre-elettorali. D'altro canto procura e questura si sono rivelate ancora una volta il braccio armato delle lobby di potere, prima fra tutte quella bancaria, responsabile principale dell'attuale crisi. Inoltre, riteniamo scandaloso che gli organi inquirenti perdano tempo ad indagare sulle lotte sociali anziché sulla gestione del piano urbanistico, delle politiche abitative e sulle numerose illegalità che attraversano questa città. In tutto questo il palazzo sgomberato, che aveva ridato speranza e dignità a decine di uomini, donne e qualche bambino, rimarrà vuoto per altri dieci anni durante i quali la Bnp Paribas continuerà a speculare e ad alimentare quel mercato immobiliare virtuale che, oltre ad arricchire qualcuno ci regalerà ulteriori colate di cemento (oltre agli attuali 400 metri cubi pro-capite).

     

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