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    Il 13 e 14 "Filumena Martirano" di scena al Sybaris di Castrovillari

     

     

    Il 13 e 14 "Filumena Martirano" di scena al Sybaris di Castrovillari

    10 lug 10 L’associazione culturale Aprustum, dopo il successo di “Sabato, domenica e lunedì” torna in scena con un altro capolavoro eduardiano, “Filumena Marturano” per la regia di Casimiro Gatto. La commedia in tre atti sarà in scena al Teatro Sybaris del Protoconvento Francescano nei giorni 13 e 14 luglio alle ore 21,00, le due serate godono del patrocinio del Comune di Castrovillari. “Filumena Marturano”, scritta da Eduardo nel 1946, è la storia di una ex prostituta che dopo aver dedicato la propria vita al ricco e gaudente Domenico Soriano, vede sfumare il proprio sogno di sposarlo perché lui si è invaghito di una donna molto più giovane che intende prendere in moglie. Per costringere Domenico a sposarla e a fargli smettere la sua vita dissoluta dietro alle ragazzine, si finge morente, favorita anche da un prete e un medico, e si fa quindi sposare con la falsa prospettiva, per Domenico che la crede in fin di vita, di un breve legame. A dare vita alla vicenda sulla scena un cast affiatato, già interprete di numerosi successi di Eduardo: Martina Aloisio, Alessandro Bertucci, Fedele Battipede, Sergio Ferraro, Matteo Forestieri, Virginia Grieco, Luigi Grisolia, Rosanna Guaragna, Alessandro Laitano, Leonardo Pandolfi, Mariella Pudia e Katia Sartore. “L’idea di Filumena Marturano mi nacque alla lettura di una notizia: una donna di Napoli, che conviveva con un uomo senza esserne la moglie, era riuscita a farsi sposare soltanto fingendosi moribonda. Questo il fatterello piccolo ma minuscolo: da esso trassi la vicenda ben più vasta e patetica di Filumena, la più cara delle mie creature”. Così raccontava Eduardo in un’intervista al periodico “Oggi” nel 1956 della sua commedia più rappresentata al mondo. Eduardo la scrisse per avere un lavoro che potesse sostituire “Questi fantasmi” nel caso che questo si fosse rivelato un insuccesso al botteghino, ma soprattutto come risarcimento verso la sorella Titina, da sempre sua compagna di scena e ora finalmente protagonista assoluta di una sua opera. “L’intreccio dell’opera richiama quello della farsa o della novella burlesca: una birbanteria fortunata trasforma un personaggio povero in ricco, un’amante infelice in una moglie e madre appagata. Al contrasto povertà-ricchezza corrisponde, sul piano dei caratteri, la contrapposizione briccone-sciocco. Del ricco truffato, Domenico Soriano, emergono in principio l’ipocrisia e i capricci ridicoli in rapporto all’età; della truffatrice, invece, l’origine plebea orgogliosamente esibita e l’intelligenza… ma il dramma di Filumena Marturano è ben lontano dal ridursi allo schema burlesco, perché la sua origine è nella figura di una Medea - madre partenopea, capace di capovolgere il suo modello tragico”. La commedia si apre ad inganno avvenuto e noi lo riviviamo attraverso gli occhi dei protagonisti e dei testimoni della vicenda, richiamato nei diversi linguaggi di ciascuno, sebbene si tenda a privilegiare il punto di vista della protagonista, l’unica ad essere depositaria, per Eduardo, di valori autentici. “Solo lei sarà capace di trasformare la beffa - agli occhi del pubblico – in strumento di rivendicazione della propria e universale identità, attraverso la sua seconda rivelazione del primo atto “Tengo tre figli, Dummi’!” Il Tema archetipico della Maternità, in sintonia con la corda autobiografica e civile dell’autore, genera il liet-motiv del riscatto della persona umana.” A questa rivelazione Filumena ne aggiungerà un’altra dicendo a Domenico che uno di questi figli l’ha avuto da lui. Rappresentato la prima volta il 7 novembre 1946 al Teatro Politeama di Napoli e replicato poi negli anni in Italia e in tutto il mondo, Filumena Marturano è stata interpretata da grandissime attrici: da Kate Dorsh a Valentine Tessier, da Tita Merello a Joan Plowright, da Francoise Fabian a Judy Dench all’estero; in Italia dopo Titina si sono cimentate con questo ruolo Pupella Maggio, Regina Bianchi, Valeria Moriconi, Isa Danieli e negli ultimi anni Lina Sastri. Di “Filumena Marturano” oltre alla ripresa televisiva dello spettacolo con Regina Bianchi (1962), esistono due versioni per il cinema, una diretta dallo stesso Eduardo con la sorella Titina (1951), e un’altra diretta da Vittorio De Sica con Marcello Mastroianni e Sofia Loren intitolata Matrimonio all’italiana (1964). La prevendita dei biglietti per lo spettacolo è presso Dany Music in via Mazzini a Castrovillari.

    La compagnia
    L’associazione culturale Aprustum ha un’attività più che decennale nell’ambito teatrale. Ha legato i suoi successi soprattutto alle grandi opere della tradizione partenopea e a mostri sacri come Eduardo De Filippo, Eduardo Scarpetta e Luigi Pirandello. Ma Aprustum non è solo teatro di tradizione e commedia dell’arte, da molti anni, infatti, numerosi sono stati i lavori di autori contemporanei portati in scena, da “La scuola” di D. Starnone, “Volevamo essere gli U2” di U. Marino, “La partitella” di G. Manfridi e “Casa di frontiera” di G. Imparato, solo per citarne alcuni e spesso si è lavorato per la creazione di progetti teatrali completamente nuovi e originali, come “I Dialoghi capitali”. Da alcuni anni l’associazione gestisce un proprio spazio, il “Caffè Teatro del Pianto e del Riso”, dove programma annualmente una rassegna di teatro contemporaneo “Nodi” e una rassegna di cinema dedicata al cinema d’autore “Giovedì cinema”, e laboratori nelle scuole e nell’ambito del disagio (CIM, SERT, Carcere).

     

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