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      Blitz antindrangheta: 19 arresti per traffico droga e armi

       

       

      Blitz antindrangheta: 19 arresti per traffico droga e armi

      15 lug 21 Diciannove persone sono state arrestate questa mattina all'alba con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico di sostanze stupefacenti nell'ambito di un'operazione denominata "Lampetra". Il blitz dei carabinieri è scattato a Scilla, Sinopoli, Sant'Eufemia d'Aspromonte e nelle province di Messina, Milano, Roma e Terni al termine delle indagini coordinate della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. I militari dell'Arma hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e dell'aggiunto Gaetano Paci. Quindici persone sono finite in carcere e 4 ai domiciliari. Gli indagati sono accusati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata alla produzione e al traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi e tentato omicidio.

      I provvedimenti:

      In carcere sono finiti Antonio Alvaro, Italo Flaviano Cacciola, Antonino Cambareri, Cosimo Cannizzaro, Francesco Caracciolo, Angelo Carina, Carmelo Cimarosa, Francesco Cimarosa, Silvio Emanuele Cimarosa, Fatmir Fejzulla, Antonino Galati Giordano, Salvatore Gentilesca, Francesco Laurenti, Santino Porcaro e Vincenzo Siglitano. Sono stati disposti, invece, i domiciliari, per Silvio Carina, Cosimo Cicco, Giuseppe Cicco ed Enzo Violi. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata alla produzione e al traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi e tentato omicidio.

      Indagati progettavamo sequestro sindaco Scilla

      Gli indagati dell'operazione "Lampetra" volevano sequestrare il sindaco di Scilla Pasqualino Ciccone "al fine di ottenere indebite concessioni per lo sfruttamento della spiaggia". È quanto emerge nell'ordinanza di custodia cautelare. In particolare, Carmelo Cimarosa in un'intercettazione, registrata dai carabinieri il 3 aprile 2020, ha affermato: "Gli apri subito lo sportello ah, con i cappucci e lo mettiamo in macchina, cammina! E lo saliamo a Melia. Là ho presentato la domanda, se non la fai una botta in testa la prossima volta ed è finito il film! E ci facciamo dare qualcosa in spiaggia". "Dall'inchiesta - ha detto il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri - emerge l'interesse della cosca per l'amministrazione comunale. Monitoravano lo svolgimento di attività di edilizia pubblica per poter procedere all'imposizione del pizzo". Secondo il magistrato gli arrestati "controllavano lo spaccio nel territorio di Scilla, Villa e Bagnara Calabra. Carmelo Cimarosa si vantava del numero di acquirenti fidelizzati e di spacciatori che lavoravano per lui". Oltre al controllo dello spaccio, "l'indagato Cimarosa era impegnato - ha aggiunto il procuratore Bombardieri - nella realizzazione di un suo progetto criminale: creare una 'ndrina che si staccasse da quella dei Nasone-Gaietti". Stando alle indagini, Cimarosa aveva una squadra di pusher che spacciavano nel territorio scillese sia la marijuana, che producevano in proprio, sia la cocaina che arrivava da Sinopoli. Il fornitore di riferimento dell'organizzazione, infatti, sarebbe stato Antonio Alvaro. In un'intercettazione, lo stesso Cimarosa si vantava di aver fidelizzato un altissimo numero di clienti ben 400, tra i comuni di Scilla e Bagnara Calabra.

      Colpo a cosca Nasone-Galletti

      "Un'autonoma capacità produttiva di marjuana e consolidati canali approvvigionativi per la cocaina nelle aree urbane di Scilla, Bagnara e Villa San Giovanni". È quanto emerge dall'inchiesta "Lampetra" contro la cosca Nasone-Gaietti che stamattina ha portato all'arresto di 19 persone raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Stefania Rachele su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e dai sostituti della Dda Walter Ignazitto e Paola D'Ambrosio.

      Le indagini

      Il provvedimento costituisce l'esito di un'attività investigativa condotta dai carabinieri e coordinata dalla Dda che ha consentito di acclarare la radicata operatività della cosca Nasone-Gaietti, una struttura mafiosa pienamente organica alla 'ndrangheta unitaria ed operante nel territorio di Scilla e nelle aree limitrofe. Le indagini hanno evidenziato il ruolo svolto di Cimarosa e dallo zio Angelo Carina attraverso cui i carabinieri hanno dimostrato come la cosca avesse disponibilità di armi, anche da guerra come un kalashnikov di fabbricazione russa. Nell'inchiesta si fa riferimento anche a un tentato omicidio, un agguato ai danni di un ignaro cittadino, organizzato al solo fine di dimostrare l'egemonia criminale della cosca sul territorio. Gli indagati si sono resi protagonisti, inoltre, della cacciata dalla Calabria di un pusher, reo di aver ritardato il pagamento dello stupefacente.

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