NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . AreaUrbana . Video . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

      Operazione di PS nel reggino, traffico di cocaina, scoperti bunker

       

       

      Operazione di PS nel reggino, traffico di cocaina, scoperti bunker

      22 lug 20 Una vasta operazione è stata condotta della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, per l'esecuzione di diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di elementi di spicco delle famiglie Mommoliti e Giorgi di San Luca e di altri soggetti della Locride e della Piana di Gioia Tauro, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico di cocaina. Gli investigatori del Commissariato di Siderno e della Squadra mobile della Questura di Reggio Calabria, coadiuvati dai Reparti Prevenzione Crimine della Calabria, stanno eseguendo anche numerose perquisizioni. Scoperti bunker nelle abitazioni di alcuni arrestati. All'operazione prendono parte circa 100 agenti della Polizia di Stato.

      Utilizzavano anche un minore per confezionare la cocaina, occultarla nelle autovetture e consegnarla agli acquirenti. È quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Domenico Armaleo su richiesta del procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, dell'aggiunto Giuseppe Lombardo e dei sostituti Diego Capece Minutolo e Alessandro Moffa, con la quale è stato disposto l'arresto di 14 persone - una irreperibile - persone ritenute affiliate alle cosche Giorgi e Mammoliti di San Luca con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di cocaina. Due degli arrestati sono stati individuati all'interno di altrettanti bunker realizzati nelle loro abitazioni. Uno, Giuseppe Giorgi, fratello di Giovanni Giorgi detto "u famosu" considerato la figura di spicco dell'organizzazione riconducibile alla cosca "Giorgi Romeo" - anche lui arrestato -, ha anche tentato di disfarsi di alcuni cellulari gettandoli in una bacinella di acido e rimanendo intossicato. E' stato soccorso dagli agenti della Squadra mobile e del Commissariato di Siderno della polizia che lo hanno arrestato. Giovanni Giorgi detto, nipote del boss Giuseppe Giorgi alias "u capra", secondo gli inquirenti, gestiva l'intero traffico di droga assieme al cognato Francesco Mammoliti e al fratello di quest'ultimo, Domenico. Nell'operazione, denominata "Koleos", sono indagate, complessivamente. 25 persone, oltre al minorenne per il quale procede la Procura dei Minori di Reggio Calabria. Le indagini condotte dal commissariato di Siderno hanno preso le mosse dalla cattura dell'ex latitante Rocco Mammoliti, arrestato in Olanda il 9 giugno 2016 ed estradato in Italia il 18 agosto dello stesso anno. La Dda è riuscita a individuare le basi logistiche dei trafficanti che, a Benestare, nella Locride, utilizzavano un capannone come quartier generale. La droga finiva in Puglia e in Sicilia mentre la contropartita veniva versata ai boss in una macelleria di proprietà di Domenico Pellegrino. In un solo giorno, tre indagati hanno consegnato per conto dei fratelli Giovanni e Giuseppe Giorgi quantitativi di cocaina per un valore di 340 mila euro in banconote di vario taglio. Il denaro, diviso in mazzette, era nascosto all'interno di un'auto in quantità tale che gli investigatori della Squadra mobile ha ascoltato un'intercettazione in cui un'indagata diceva: "la macchina le sta vomitando".

      "L'inchiesta ci ha consentito non solo di intervenire su una delle attività che costituiscono il core business della 'ndrangheta, il traffico di sostanze stupefacenti, ma anche di individuare numerosi vani occultati, dei veri e propri bunker all'interno dei quali si erano nascosti Giovanni e Giuseppe Giorgi. L'intuito della polizia giudiziaria ha consentito di portare a termine un'attività complessa". Così il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri ha commentato l'operazione "Koleos". "Sono stati monitorati - ha aggiunto - degli incontri tra gli arrestati e alcuni esponenti colombiani e albanesi. Incontri avvenuti all'interno di una struttura della Locride e da lì si è partiti per ricostruire questo traffico. Nel giro di pochi mesi sono stati monitorati passaggi di stupefacenti per 160 chili per un giro d'affari di 6-7 milioni". "Quello che impressiona - ha sottolineato il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo - è la continuità operativa che questi soggetti riescono ad avere nonostante i risultati giudiziari che negli anni sono stati raccolti. La 'ndrangheta è davvero una struttura criminale enorme, ramificata, strutturata attraverso una serie di automatismi operativi che vanno oltre il singolo soggetto. Questo è un aspetto da tenere in considerazione al quale contrapponiamo una continuità investigativa che è nota e che a mio modo di vedere deve beneficiare di risorse sempre maggiori. Soprattutto nella capacità di penetrare nei circuiti comunicativi di cui la 'ndrangheta beneficia attraverso una serie di comunicazioni criptate che diventano un ostacolo evidente anche al raggiungimento di risultati più importanti rispetto a quelli che finora siamo riusciti a ottenere".

      © RIPRODUZIONE RISERVATA

      Cerca con Google nell'intero giornale:

      -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca"

     

     
Pubblicità


news Oggi in Italia e nel mondo

news Oggi in Calabria

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione.
Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso non e' consentito