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      Rapporto Bankitalia Calabria: con emergenza pandemia crollo pil e crisi aziende

       

       

      Rapporto Bankitalia Calabria: con emergenza pandemia crollo pil e crisi aziende

      19 giu 20 Pandemia più stagnazione uguale incertezza. In Calabria l'emergenza sanitaria che si è abbattuta sul Paese ha inferto un ulteriore colpo all'economia della regione il cui Pil - che in termini reali risultava in fase pre-covid ancora inferiore di 14 punti percentuali rispetto ai livelli del 2007 - si appresta a subire, per l'anno in corso, un'ulteriore caduta. E' quanto emerge dal rapporto annuale stilato dalla filiale della Banca d'Italia e presentato a Catanzaro, in videoconferenza, dal direttore Sergio Magarelli e dai componenti del Nucleo di ricerca dell'istituto, coordinati da Giuseppe Albanese, Antonio Covelli e Graziella Mendicino. "La velocità di ripartenza - è stato spiegato - dipenderà in parte dalla durata dell'epidemia e dall'efficacia delle misure di contrasto dell'emergenza. Tuttavia, come accaduto anche dopo le crisi del periodo 2008-2014, vi potrebbero influire negativamente i fattori strutturali che caratterizzano l'economia regionale e ne condizionano soprattutto la produttività e i livelli di investimento. Al momento prevale l'incertezza". Per le aziende operanti in Calabria si prevede "una diminuzione del fatturato molto significativa nel primo semestre in ciò riflettendo il forte calo della domanda interna. A pagare di più in questa fase è il settore dei servizi privati: trasporti, commercio al dettaglio non alimentare, comparto alberghiero e della ristorazione che negli ultimi anni aveva sostenuto in misura significativa le dinamiche occupazionali, anche attraverso la creazione di nuove imprese.Pesante è la ricaduta negativa sull'occupazione. "I dati sulle comunicazioni obbligatorie - è scritto nel rapporto - evidenziano una significativa riduzione del numero di posizioni lavorative dipendenti tra marzo e maggio, che è per gran parte imputabile al terziario. Anche in connessione al blocco dei licenziamenti e al sostegno assicurato dalla Cassa integrazione guadagni, tale calo si è concentrato essenzialmente nella componente a tempo determinato che, in Calabria, ha un'incidenza maggiore rispetto al resto del Paese ed è cresciuta nell'ultimo decennio. Per tale motivo, la crisi pandemica ha interessato particolarmente chi è entrato da poco nel mercato del lavoro, come le generazioni più giovani". In materia di credito "nel primo trimestre del 2020 i prestiti al settore privato non finanziario hanno leggermente rallentato, riflettendo l'andamento del credito alle famiglie, che aveva trainato la dinamica dei finanziamenti negli anni precedenti. Alle famiglie è anche ascrivibile l'accelerazione nella crescita dei depositi bancari, avvenuta in particolare a marzo, quando si è intensificato il clima di incertezza in merito all'evoluzione della pandemia". "La Calabria - ha detto Magarelli - ha già pagato un prezzo altissimo. La crisi che ha investito la nostra realtà non va comunque sprecata. Anche perché nulla tornerà come prima".

      Brusco peggioramento per imprese

      A causa dell'effetto recessivo indotto dall'emergenza Covid-19, le imprese calabresi prefigurano un brusco peggioramento della congiuntura nel 2020. E' quanto emerge dal Rapporto di Bankitalia sull'economia calabrese. Secondo l'indagine straordinaria sugli effetti economici del Coronavirus svolta dalla Banca d'Italia tra la metà di marzo e la metà di maggio, la quasi totalità delle imprese intervistate ha dichiarato di aver registrato contraccolpi per effetto della situazione emergenziale, segnalando un impatto fortemente negativo in termini di fatturato nel primo semestre, che è stimabile mediamente in un calo del 30% rispetto al periodo corrispondente del 2019. Per circa quattro quinti delle imprese gli effetti negativi si sono trasmessi attraverso una flessione della domanda interna. In molti casi, il risultato negativo della prima parte dell'anno si rifletterebbe in un calo del fatturato previsto nell'intero 2020. Il calo dell'attività è stato fronteggiato attraverso lo strumento della Cassa integrazione guadagni. Nel 2020, le ore autorizzate di Cig sono fortemente cresciute, dopo la sensibile riduzione che si era registrata negli ultimi anni. Su questo ha influito l'estensione delle condizioni di accesso prevista dalle misure governative messe in campo per affrontare l'emergenza sanitaria, che ha riguardato soprattutto gli interventi ordinari e in deroga. In particolare, nel mese di aprile, il numero di ore autorizzate di Cig è stato pari a 8,3 milioni (erano state 863 mila nel trimestre precedente). Tali livelli sono nettamente superiori a quelli raggiunti nelle due recessioni del periodo 2008-2014. La componente ordinaria, che ha pesato per quattro quinti del totale delle ore autorizzate di Ci in aprile, si è concentrata nel settore dei trasporti, delle costruzioni e dell'industria, in particolare nei comparti della meccanica e dell'installazione di impianti per l'edilizia.

      Deciso calo export (-15.3%)

      Nel 2019 le esportazioni di merci hanno subito un deciso calo (-15,3 per cento a prezzi correnti), interrompendo il trend positivo in atto da quattro anni. Lo rileva il rapporto Bankitalia sull'economia calabrese. L'export si è ridotto in tutti i principali settori di specializzazione regionale, ad eccezione delle vendite dell'agroalimentare e di gomma e materie plastiche, che sono rimaste sostanzialmente stabili. Pur interessando tutti i principali mercati di sbocco, il calo è stato particolarmente accentuato nei paesi extra Ue, dove sono dirette circa metà delle vendite all'estero. Il calo delle vendite all'estero è proseguito anche nel primo trimestre del 2020 segnando un -8,9 per cento, caratterizzato dagli effetti dell'emergenza Covid-19 sul commercio internazionale. Nel complesso, le conseguenze negative della pandemia sull'export dovrebbero riflettersi in misura contenuta sul prodotto regionale, dato lo scarso peso di tale componente in termini di Pil.

      Una impresa su 4 a rischio liquidità

      "In Calabria circa un quarto delle imprese è risultato a rischio di illiquidità, un valore superiore alla media nazionale, anche per la maggiore presenza di imprese di minore dimensione". E' quanto emerge dal rapporto sull'economia calabrese di Bankitalia. "I valori più elevati si registrano nel terziario (27 per cento) - è detto nel rapporto - in linea con quanto rilevato a livello nazionale, soprattutto nei comparti del commercio e dell'alloggio e della ristorazione. La percentuale delle aziende potenzialmente illiquide cresce sensibilmente all'aumentare della rischiosità. In Calabria tale quota è pari al 34 per cento per le imprese classificate come rischiose sulla base dei rating attribuiti da Cerved Group, valore più che doppio rispetto a quello stimato per le imprese classificate come sicure". "Nel 2020, gli effetti connessi all'epidemia da Covid-19 - riporta ancora il rapporto - hanno sottoposto le imprese calabresi a uno stress economico e finanziario rilevante. Secondo l'indagine straordinaria della Banca d'Italia, il fatturato è previsto in riduzione nel primo semestre per la quasi totalità delle imprese, con effetti più intensi per quelle operanti nei settori sospesi dal 26 marzo. Il calo delle entrate ha comportato una generalizzata crescita del fabbisogno finanziario per far fronte alle spese incomprimibili. In particolare, le principali difficoltà riscontrate riguarderebbero le difficoltà nel sostenere le spese correnti e l'aumento dei ritardi dei pagamenti dei propri clienti. Le tensioni finanziarie che hanno interessato le imprese potrebbero essere mitigate dalle misure varate dal Governo, prima con il DL 23/2020 (decreto 'liquidità'), che ha rafforzato il ruolo delle garanzie pubbliche nell'accesso al credito, e poi con il DL 34/2020 (decreto 'rilancio'), che ha concesso una serie di contributi alle imprese per favorirne la ripartenza. Nel breve termine tali interventi contribuiscono in modo significativo a contenere il rischio che le tensioni di liquidità si traducano in crisi aziendali durature. Nel lungo periodo, tuttavia, si potrebbero manifestare squilibri nella struttura finanziaria, in particolare per quelle imprese che faranno più fatica a recuperare il fatturato perso".

      Effetto negativo Covid, occupazione giù dell'1%

      Ha fatto sentire i suoi effetti negativi anche in termini di perdita di posti di lavoro l'emergenza Covid 19. Nel primo trimestre 2020, in Calabria, la riduzione degli occupati - secondo Bankitalia - è stata pari dell'1,0 per cento rispetto al periodo corrispondente dell'anno precedente. "I dati amministrativi sulle Comunicazioni obbligatorie, forniti da Azienda Calabria Lavoro, segnalano che tra l'1 febbraio e il 31 maggio 2020 - documenta il rapporto della filiale regionale dell'istituto - le attivazioni nette di nuovi contratti di lavoro alle dipendenze nel settore privato sono diminuite di circa 15.000 posizioni rispetto allo stesso periodo del 2019. Il calo è riconducibile essenzialmente alle posizioni a tempo determinato, a fronte di una sostanziale stabilità di quelle a tempo indeterminato, anche in connessione al temporaneo blocco dei licenziamenti per 5 mesi previsto a decorrere dal 17 marzo. Sul dato ha inciso pure, in misura inferiore, il calo delle proroghe dei contratti a termine già in essere. Nel contempo, anche le trasformazioni dei contratti a termine in rapporti a tempo indeterminato si sono ridotte di circa 1.700 posizioni pari -26 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Quattro quinti delle perdite di nuovi posizioni lavorative rispetto al 2019 provengono dal settore terziario, ed in particolare dai comparti ricettivi e della ristorazione, peraltro caratterizzati da un elevato ricorso al lavoro a tempo determinato. In prospettiva, il calo dei flussi turistici potrebbe ulteriormente compromettere i livelli occupazionali dell'intero comparto e del suo indotto.

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