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      Governo vuole stretta a Natale, ristoratori contro, rischio bancarotta

       

       

      Governo vuole stretta a Natale, ristoratori contro, rischio bancarotta

      14 dic 20 In Italia si continuano a sfiorare i 500 morti al giorno per il Covid e il governo deve decidere se e come stringere ancora le maglie nelle festività natalizie, specie per rendere impossibili gli assembramenti da shopping che si sono visti in tutte le grandi città, cercando di allontanare lo spettro della terza ondata a gennaio. Una decisione arriverà entro 48 ore, domani sera o mercoledì, con un'interlocuzione in corso con il Comitato tecnico scientifico (Cts), che ha fatto trapelare la necessità di misure più rigorose. L'ipotesi è quella di una zona rossa nazionale nei giorni festivi e prefestivi - un lockdown di fatto -, dalla vigilia a Santo Stefano, da San Silvestro a Capodanno, solo con i servizi essenziali aperti. Oppure quella - più probabile - di una sorta di grande zona arancione, con i negozi aperti e i ristoranti chiusi. E con il coprifuoco anticipato alle 18 o alle 20. "Stiamo ragionando sulle due settimane delle vacanze di Natale - dice il ministro della Salute Roberto Speranza -, spero che in tempi brevi si possano prendere ulteriori misure per scongiurare un'ipotetica terza ondata". "Dobbiamo essere più rigorosi durante le festività", gli fa eco il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. "In Italia la curva dei contagi è in fase calante, mentre in Germania sta salendo", osserva; il che porta a escludere un lockdown nazionale di settimane sull'esempio tedesco. Ma la stretta ci sarà, con l'unica deroga forse degli spostamenti tra piccoli Comuni entro un certo numero di chilometri. La zona rossa nazionale nei festivi e prefestivi non vede però d'accordo tutti nel governo e nella maggioranza. E poi c'è il nodo ristori: la chiusura di negozi, bar e ristoranti porterebbe i gestori a chiedere un ulteriore sostegno economico. Ma la necessità della stretta, spiegano dal Cts, è legata all'impossibilità da un lato di un controllo capillare del territorio e dall'altro a dati dell'epidemia ancora "preoccupanti". "Bisogna estendere le misure, altrimenti a gennaio saremo nei guai", dicono gli esperti, che esortano a potenziare i controlli sul rispetto delle misure già in vigore. Ma fermare chi va a fare compere o al ristorante, dove e finché è consentito, non è possibile. Le Regioni, che spingevano per un allentamento delle maglie, si trovano ora di fronte alla prospettiva di un inasprimento. Il più esplicito è il presidente della Liguria Giovanni Toti, che dice 'no' a misure omogenee in tutto il Paese, rivendicando i dati da zona gialla del suo territorio. "Trovo surreale l'idea di un nuovo lockdown per Natale, preannunciato dal Governo quasi con piacere penitenziale - dice Toti, numero due della Conferenza delle Regioni -. Come se si dovessero punire gli italiani che hanno voglia di acquistare qualche dono per rendere meno amare queste feste". Molto severo invece con gli assembramenti Luca Zaia, presidente del Veneto, alle prese con un'impennata dei contagi. "Ho visto uno spettacolo immondo - dice -. E' un mondo vomitevole, una cultura strisciante e non imperante secondo la quale questo è il virus dei vecchi e che se la vedano loro". Intanto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella torna a invocare "uno sforzo collettivo", in questo caso a livello mondiale, perché, dice, solo esso e "solo un multilateralismo efficace, potranno consentire alla Comunità internazionale di superare questa emergenza".

      Ristoratori: rischio bancarotta

      'Del doman non c'è certezza', almeno cosi' lamentano ristoratori, esercenti di bar e pasticcerie, fino agli stessi habitué del rituale festeggiamento fuori casa, per il pranzo di Natale. Temono, infatti, tutti un nuovo lockdown, con la chiusura delle attività nelle grandi festività di fine anno - come sembrerebbe orientato a fare il Governo - quando, secondo una stima Uiv-Ismea, le case che producono spumanti dovrebbero mettere a segno il 35% di tutto il loro fatturato annuo. Un nuovo fermo, quasi senza preavviso, dicono, per chi ha in ballo ordinativi di pesce, tartufi e prelibatezze fresche con i grossisti e per imprenditori che non sanno ancora se poter accettare o dover annullare le prenotazioni per i sontuosi menu di Natale e Capodanno. Si apre il rischio-bancarotta per il comparto ho.re.ca che contro questa nuova mannaia da Covid ha manifestato al Pantheon, nel cuore della Capitale: "Non siamo untori, vogliamo lavorare" dicono gli imprenditori della somministrazione chiedendo credito, fiscalità di vantaggio e moratoria dei mutui. Per il comparto horeca, che in Lombardia solo domenica ha visto la riapertura di bar e ristoranti, questi stop and go suonano come una beffa e non permettono una programmazione, dal banco-frigo ai tavoli. Solo sabato Carlo Cracco annunciava ai clienti "vista la chiusura dell'ultimo periodo abbiamo deciso di stare aperti tutti i giorni, compresa Vigilia, Natale e Capodanno". Ora le luci in Galleria a Milano rischiano di nuovo di spegnersi. E per sabato 19 il tristellato Niko Romito ha annunciato l'apertura di Bomba temporary store a Pescara, ma anche su questa inaugurazione ora cade l'incertezza. "Siamo basiti da queste ipotesi" dice Roberto Wirth, proprietario e general manager dell'Hotel Hassler di Roma - che non tengono conto del fatto che proprio nei ristoranti e negli alberghi sono rispettate al massimo le prescrizioni sanitarie. Contiamo che il buon senso prevalga: la gente ha voglia di celebrare il Natale e il Capodanno almeno con pochi cari e qui all'Hassler tutto è pronto per accogliere gli ospiti in maniera totalmente sicura. Invitiamo piuttosto le forze dell'ordine a effettuare i controlli in modo tale che tutti siano spinti a rispettare rigorosamente le direttive governative". "Vogliono richiudere i ristoranti per le feste di Natale? Prima di deciderlo il Governo ci invii i soldi per salvare le nostre aziende, pagare i dipendenti e i fornitori" tuona dall'Umbria Gianfranco Vissani, maestro della cucina italiana e fondatore di Casa Vissani. "Quello che sta accadendo è una vergogna" aggiunge. Oltre a invocare il taglio delle bollette per energia, acqua e carburanti, adesso i Vissani, padre e figlio, chiedono certezze e lanciano una provocazione. "Questo sarebbe il momento - ha detto Luca Vissani - di dare vita a una grande manifestazione di protesta. Per Natale e Capodanno tutti i ristoranti d'Italia dovrebbero decidere di restare aperti". Non meno attonito, a Roma, il bartender italo-irlandese Patrick Pistolesi che ha investito insieme ai soci nel Drink Kong, locale che in due anni è entrato nell'ambita classifica The World's 50 Best Bar 2020. "Non me lo aspettavo questo tradimento a chi fa impresa. E dopo la chiusura alle 18 che è una Caporetto, ora ci vogliono mettere in ginocchio" ha detto Pistolesi. Intanto il gruppo Ristoratori Toscana, col presidio a oltranza avviato oggi a Firenze chiede alla Regione sostegno economico per superare questa fase di difficoltà.

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