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      Coronavirus: epidemia a più velocità, cautela per almeno 6-8 mesi

       

       

      Coronavirus: epidemia a più velocità, cautela per almeno 6-8 mesi

      08 apr 20 L'epidemia corre a velocità diverse in Italia, con regioni nelle quali la curva ha iniziato la sua discesa, altre in cui la curva ha raggiunto un plateau dal quale non accenna a scendere e altre ancora in cui il picco non è stato raggiunto. Per questo è presto per pensare a un allentamento delle misure in tempi rapidi e la fase 2, quando arriverà, sarà probabilmente lunga. Ci aspetta un lungo periodo di cautela, almeno 6-8 mesi di rispetto scrupoloso delle regole per poter convivere con il virus evitando che l'epidemia riprenda e la curva risalga. "Il numero dei nuovi casi in Italia ha chiaramente superato il picco, ma l'analisi non può essere condotta a livello nazionale perché la situazione è molto eterogenea da regione a regione, se non al livello delle singole province", ha detto il fisico Federico Ricci Tersenghi, dell'Università Sapienza di Roma. "I dati di oggi confermano il trend delle ultime settimane, anche se si nota un leggero aumento nelle fluttuazioni giornaliere", ha detto riferendosi al caso del Lazio, "unica regione in cui si nota un piccolo aumento delle ospedalizzazioni e delle terapie intensive. Speriamo si tratti solo di una fluttuazione e non di una tendenza preoccupante". Soprattutto in Piemonte, Veneto e Lombardia, ha proseguito l'esperto, "si nota un aumento dovuto al numero dei tamponi eseguiti. Non si tratta quindi di un numero maggiore di casi reali, ma di una maggiore ricerca di casi positivi". Guardando invece alla tendenza sulle due settimane precedenti, si nota che la curva epidemica sta scendendo in Lombardia e in Emilia Romagna, mentre in Liguria, Veneto e Toscana la situazione è stazionaria: si trovano su una sorta di altopiano costante, nel quale ogni giorno si registra un numero simile di nuovi casi e di nuovi decessi. "Qui le misure restrittive hanno permesso di evitare un'ondata di tsunami, ma la marea c'è", ha detto Ricci Tersenghi. "Il picco e l'altopiano sono quindi i due scenari che stiamo vedendo attualmente in Italia - ha proseguito - e questo indica che i tempi sono lunghi: impossibile fare previsioni a giorni perché bisogna aspettare ancora prima di scendere veramente. E' uno scenario che ci dice che ci stiamo comportando bene, ma a causa dell'eterogeneità che si osserva in Italia "è importantissimo continuare ad avere misure restrittive". Molto cauto anche il direttore vicario dell'Organizzazione Mondiale della Sanita' (Oms) Ranieri Guerra, che nella conferenza stampa della Protezione civile ha detto che "siamo in una fase di rallentamento. Non c'è diminuzione netta, ma - ha rilevato - siamo in un plateau che si abbassa con una velocità assai lenta perché c'è "c'è un serbatoio di asintomatici che continua a garantire la circolazione del virus". Sta diminuendo anche l'indice di riproducibilità, che indica quante persone possono essere contagiate da un individuo con l'infezione, "ma è vulnerabile e può risalire". Bisogna guardare anche al Sud, dove "potrebbe avvenire una salita dell'epidemia". In sostanza, ha osservato, "siamo a un passo dal vedere una prospettiva di vittoria, ma non significa che abbiamo vinto". Dello stesso avviso il fisico Alessandro Vespignani, esperto di sistemi complessi e direttore del Network Science Institute della Northeastern University di Boston, per il quale è molto probabile che la fase 2 durerà a lungo: "è un processo che vedo per i prossimi sei-otto mesi", ha detto. "La seconda fase continuerà a lungo, non possiamo immaginare una guerra vinta perché avremo altre battaglie e "non dobbiamo pensare di poter tornare alla normalità piena in luglio o agosto": "è un processo che vedo per i prossimi 6-8 mesi".

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