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    Operazione Gerry, 18 arresti Gdf tra Calabria, Sicilia e Toscana per un traffico di cocaina

     

    Operazione Gerry, 18 arresti Gdf tra Calabria, Sicilia e Toscana per un traffico di cocaina

    23 mar 17 E' stata portata a termine l'operazione Gerry messsa in atto in Calabria, Sicilia e Toscana, dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Catanzaro e diretta dalla Dda di Reggio Calabria, per disarticolare un'organizzazione criminale dedita all'importazione di cocaina dal SudAmerica, con esecuzione di 18 fermi. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati complessivamente 300 chili di droga. Lo stupefacente arrivava in Italia da Costarica e Repubblica Domenicana grazie anche ad elementi colombiani. L'organizzazione è collegata alle cosche del reggino dei Bellocco e dei Paviglianiti.

    --- Video Immagini dell'operazione

    Pediatra tra arrestati. Trecento chilogrammi di cocaina per un valore di cento milioni di euro sequestrati nel porto di Livorno, 18 fermi di polizia, tra i quali figura anche un medico pediatra originario della costa ionica reggina, di fatto residente a Messina, nel ruolo di finanziatore dei traffici e di "diplomatico" nei confronti di trafficanti colombiani ospitati dalla 'ndrangheta. Sono gli elementi emersi dall'operazione "Gerry", coordinata dalla Dda di Reggio Calabria e condotta all'alba dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di finanza di Catanzaro. Pietro Bonaventura Zavettieri, di 55 anni, detto "Bono", pediatra esercitante a Locri, è finito nella rete della giustizia per avere tentato di introdurre in Italia cocaina e per avere ospitato un gruppo di cocaleros colombiani per affinare con i gruppi mafiosi dei Bellocco di Rosarno, Avignone di Taurianova, Molè-Piromalli di Gioia Tauro e dei Paviglianiti di San Lorenzo, gli aspetti organizzativi per l'importazione di cocaina dal Paese del centro America. "Cosche - ha detto il procuratore della Dda Federico Cafiero de Raho - di primo piano nella gerarchia della ndrangheta calabrese. L'operazione è stata condotta con successo grazie alla professionalità di elevato grado della Guardia di finanza, alle numerose intercettazioni, tutte comprovate dai notevoli ritrovamenti e sequestri di stupefacente a Livorno". Nel porto toscano il gruppo criminale aveva agganciato Gaetano Lentini, originario di Gioia Tauro e vicino a elementi della cosca Molè-Piromalli, arrestato tre giorni fa su richiesta della Procura distrettuale di Firenze guidata da Giuseppe Creazzo, che aveva impiantato un'attività di movimentazione di container nel porto toscano attraverso una cooperativa di "camalli" che scaricavano la cocaina dai container dopo averli aperti, e che veniva trasportata all'esterno dell'area portuale grazie alla complicità di alcuni vigilantes, finiti anch'essi in carcere. "L'organizzazione - ha rilevato de Raho - aveva decentrato le attività proprio a Livorno, a causa delle tante operazioni condotte con successo a Gioia Tauro". "Sono stati impiegati 250 uomini - ha detto il comandante regionale della Guardia di Finanza, gen. Gianluigi Miglioli - e in pochissimo tempo siamo riusciti ad individuare e neutralizzare ogni destinatario del provvedimento cautelare. Tra i fermati spiccano personaggi della cosca Bellocco, che di fatto detenevano i fili dell'organizzazione". Alla conferenza stampa erano anche presenti il colonnello Carmine Virno, comandante della polizia tributaria di Catanzaro, e il ten.col. Michele Di Nunno, comandante dello Scico della Calabria.

    Quattro i fermi in Toscana. Quattro persone sono state sottoposte a fermo in Toscana dai militari della guardia di finanza di Catanzaro, nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Reggio Calabria che questa mattina ha portato all'esecuzione di 18 fermi per traffico internazionale di cocaina dal Sudamerica. Le misure sono state eseguite una a Empoli, in provincia di Firenze, e tre nel territorio della provincia di Pistoia. Le indagini, nel corso delle quali sono stati sequestrati 300 chilogrammi di cocaina, hanno permesso di sgominare un' organizzazione criminale collegata alle cosche del reggino dei Bellocco e dei Paviglianiti, che importava cocaina in Italia da Costarica e Repubblica Dominicana.

    L’operazione che rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro e coordinata dalla Procura della Repubblica - D.D.A., ha visto impiegati oltre 150 finanzieri, con l’ausilio di unità Antiterrorismo Pronto Impiego, di unità cinofile e della componente aerea del Corpo, per l’arresto di 18 soggetti tra Calabria e Toscana e l’esecuzione di numerose perquisizioni. Le indagini, coordinate da questa Direzione Distrettuale Antimafia, hanno consentito di disarticolare un’organizzazione estremamente complessa, composta da soggetti vicini a diversi sodalizi criminali riconducibili alle famiglie Bellocco di Rosarno, Mole’ - Piromalli di Gioia Tauro, Avignone di Taurianova e Paviglianiti, quest’ultima attiva sul versante jonico reggino. In particolare, tra i soggetti fermati, compare anche Bellocco Michele, accusato del coinvolgimento nell’importazione di centinaia di chili di cocaina dal Sudamerica. Le scrupolose indagini della Guardia di Finanza hanno consentito di dimostrare, ancora una volta, come i clan calabresi siano in grado di contrattare, direttamente con i “Cartelli Sudamericani”, l’acquisto di grosse partite di stupefacenti. Difatti, nel corso dell’operazione, i militari hanno sottoposto a sequestro presso il porto di Livorno 300 kg di cocaina e circa 17 kg di codeina, riuscendo, poi, a ricostruire un’ulteriore importazione di narcotico pari a 57 chilogrammi di cocaina, oltre ai numerosi altri tentativi di importazione non andati a buon fine. Ma la consorteria non si limitava alla sola redditizia cocaina. Le indagini hanno provato, infatti, come i sodali riuscivano ad ottenere lauti guadagni anche dalla compravendita di importanti partite di marijuana e hashish. L’operazione antidroga, condotta dalle Fiamme Gialle della Sezione G.O.A. del G.I.C.O. di Catanzaro, con il supporto del II Reparto del Comando Generale e della D.C.S.A., ha dimostrato come i trafficanti calabresi ricevevano disponibilità liquide anche da soggetti insospettabili, quali commercianti e professionisti, che non disdegnavano di fare affari mediante l’acquisto all’ingrosso della cocaina. Sintomatico, a tal proposito, è quanto scoperto dai finanzieri che, partiti dalla potente organizzazione di narcos operante tra Rosarno, Gioia Tauro, Melicucco e San Luca, hanno esteso il raggio d’azione nei confronti anche di un libero professionista, anch’egli finanziatore, nonché acquirente di ingenti partite di sostanze stupefacenti, sempre provenienti dal Sudamerica. L’inchiesta svolta dalle unità specializzate del Nucleo di Polizia Tributaria/G.I.C.O. di Catanzaro ha, così, consentito di identificare complessivamente 32 soggetti, ognuno con un ruolo ben preciso: dai finanziatori ai mediatori, a coloro che avevano il compito di ospitare gli emissari dei narcos colombiani, più volte giunti nel nostro Paese. Organizzazioni che curano le importazioni in ogni dettaglio, riducendo al minimo le comunicazioni e scegliendo accuratamente ove far giungere la cocaina. Non è un caso, difatti, che i narcotrafficanti abbiano deciso di far arrivare la parte più sostanziosa dei carichi di droga al porto di Livorno, potendo lì godere dell’appoggio, in particolare, di un soggetto di origini calabresi, emigrato in quella zona da anni, il quale è riuscito a costruire una vera e propria squadra di lavoro in grado di agire indisturbata nel porto, aprire i containers, estrarre il prezioso carico e portarlo lontano da “occhi indiscreti”. L’intera operazione ha permesso di infliggere all’organizzazione delinquenziale rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni: la droga complessivamente sequestrata, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato all’organizzazione oltre 100 milioni di euro una volta raggiunte le piazze di spaccio. Nel corso dell’indagine è stato sviluppato lo stretto coordinamento con la Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Firenze.

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