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    Arrestata dai CC Forestali a Reggio la gestore del canile municipale, sequestrata struttura

     

    Arrestata dai CC Forestali a Reggio la gestore del canile municipale, sequestrata struttura

    22 mar 17 I carabinieri forestali di Reggio Calabria hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del gestore del canile municipale, Irene Putortì, di 50 anni, accusata di una serie di reati che vanno dalla truffa, al falso ed al maltrattamento di animali. L'arrestata é la legale rappresentante dell'associazione "Aratea", che ha in gestione il canile municipale, ubicato in località Mortara di Pellaro. I militari hanno anche sequestrato la struttura in esecuzione di un provvedimento del Gip. Dall'indagine dei carabinieri forestali é emersa una serie di gravi irregolarità nella gestione del canile che sarebbero da collegare alle procedure di gara finalizzate all'aggiudicazione della gestione della struttura. I reati contestati ad Irene Putortì sarebbero stati commessi, stando alle risultanze delle indagini, in concorso con altri soggetti che sono in via d'identificazione.

    --- Video le immagini del sequestro e delel condizioni del canile

    Nel corso dell’odierna operazione, che dalle prime ore del giorno vede impegnati i Carabinieri appartenenti al Gruppo Carabinieri Forestale di Reggio Calabria, unitamente ai militari in forza ai reparti dei Carabinieri Forestali operanti in provincia, in attuazione di un provvedimento emanato dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, è stato posto sotto sequestro il canile comunale sito in località “Mortara di Pellaro” di Reggio Calabria e ristretta agli arresti domiciliari una donna, P.I., di anni 50, rappresentante legale dell’associazione “Aratea”, già affidataria della struttura comunale. All’indagata sono contestati diversi reati, tra i quali quello di truffa ai danni dell’ente comunale per aver prodotto false attestazioni nell’ambito della procedura finalizzata all’aggiudicazione della gestione del canile, di estorsione e di violenza privata nonché quello di maltrattamento di animali, per aver detenuto i cani ospitati nella struttura in condizioni incompatibili con la loro natura. L’indagine, condotta dal N.I.R.D.A. (Nucleo Investigativo Reati in Danno agli Animali in forza al Gruppo Carabinieri Forestale di Reggio Calabria) e coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha consentito di ricostruire la travagliata vicenda relativa alla gestione del canile comunale ed al suo affidamento a soggetti privati che, da anni, è al centro di un’annosa querelle che ha visto interessi, a volte contrapposti, di associazioni animaliste, Comune di Reggio Calabria e Servizi Veterinari dell’Azienda Sanitaria Provinciale che ha portato, nel tempo, al degrado della struttura terminata nel 2009 e mai utilizzata, diventando, nel tempo, inidonea ad ospitare le centinaia di cani presenti. Denaro pubblico che, invece di porre le basi per la soluzione del problema del randagismo canino nel Comune di Reggio Calabria e dell’intera provincia, non ha fatto altro che suscitare non pochi appetiti di soggetti privati, lasciando in secondo piano il benessere degli animali ed evidenziando l’inadeguatezza degli Enti Locali e sanitari preposti per legge a risolvere detta problematica. Nel corso delle indagini, infatti, sono emerse palesi responsabilità nella procedura di aggiudicazione e gestione del canile. Dall’analisi degli atti, risulterebbero condotte illecite che lasciano ipotizzare ulteriori responsabilità a carico di ulteriori soggetti coinvolti. Le attività di indagine hanno permesso agli inquirenti di scoprire un desolante quadro dal quale emergono numerose ipotesi di reato contro la persona, il patrimonio, la Pubblica Amministrazione, la fede pubblica, oltre che in danno degli animali e dell’ambiente. Al fine di garantire il benessere dei cani ospiti della struttura, su disposizione del Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, la stessa, nella sua composizione “rifugio”, è stata affidata in custodia giudiziale al responsabile nazionale dell’ ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), mentre la componente sanitaria del canile è stata affidata all’Asp di Reggio Calabria nella persona del Dirigente veterinario, già Direttore sanitario della stessa.

    "Oggi, con l'arresto del gestore del canile di Mortara per le gravi illecita' gestionali e relative all'aggiudicazione del bando, grazie alla nostra ispezione e conseguente denuncia, si restituiscono dignità e rispetto agli animali". Lo afferma, in una dichiarazione, il deputato del Movimento Cinque Stelle Paolo Bernini. "Nonostante le minacce e le evidenti collusioni locali - aggiunge - non ci siamo fermati davanti a nulla e, certo che la giustizia farà il suo corso, posso felicemente sostenere che questa è la dimostrazione che si possono e si devono fermare tutti i delinquenti che lucrano sulla pelle di animali innocenti, vittime due volte dell'essere umano. È anche doveroso chiedersi perché, di fronte a tante e tali evidenze, il canile non sia stato posto immediatamente sotto sequestro, come da me richiesto. I cani che sono morti nel frattempo sono sulla coscienza di chi, finora, seppur informato dei fatti, non ha agito tempestivamente per porre fine ad una serie di reati. Per questo festeggiamo oggi una grande vittoria, grazie al prezioso supporto dell'Avv. Rosaria Loprete, ma dal sapore amaro". "Auspico - conclude Bernini - che tutti i lager, anche grazie al nostro lavoro, verrano chiusi per sempre. Questo è il mio impegno, dentro e fuori il Parlamento".

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