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    Quindicenne uccide coetaneo dopo lite a Mileto e si costituisce

     

    Quindicenne uccide coetaneo dopo lite a Mileto e si costituisce

    30 mag 17 Un quindicenne è stato arrestato nella notte appena trascorsa dai carabinieri di Mileto per l'omicidio di un suo coetaneo, Francesco Prestia Lamberti, avvenuto nella tarda serata di ieri in località Calabrò. La vittima sarebbe stata uccisa con un colpo di pistola al culmine di una lite. Dopo il delitto il ragazzino si è costituito in caserma indicando il luogo del ritrovamento del cadavere. Al momento non è stato ancora chiarito il movente del delitto. Il giovane, assistito dai suoi legali, è attualmente sotto interrogatorio. Il ragazzino, assistito dai suoi legali, sta rispondendo alle domande del magistrato della Procura dei minorenni di Catanzaro che, con gli investigatori dell'Arma, sta cercando di chiarire la dinamica ed il movente del delitto.

    Movente sentimentale. Potrebbe esserci una vicenda sentimentale all'origine dell'omicidio del quindicenne Francesco Prestia Lamberti, ucciso nella tarda serata di ieri a Mileto da un coetaneo, A.P., che poi si è costituito ai carabinieri. É una delle ipotesi su cui stanno lavorando i carabinieri di Mileto e quelli del Comando provinciale di Vibo Valentia, con il coordinamento della Procura dei minorenni di Catanzaro, per individuare il movente del delitto. L'ipotesi è che i due ragazzini potessero essersi innamorati della stessa ragazza.

    Sparati almeno 3 colpi di pistola. Ha sparato almeno tre colpi di pistola il quindicenne che nella serata di ieri ha ucciso un coetaneo nelle campagne di Mileto, nel vibonese. L'omicidio è avvenuto in un uliveto in località Vindacitu, ad alcuni chilometri dal centro del paese. E' stato lo stesso assassino, dopo essersi presentato ai carabinieri, a fornire ai militari le indicazione per trovare il corpo della vittima.

    Arma legalmente detenuta. Ha usato una pistola legalmente detenuta il quindicenne che ha ucciso un coetaneo a Mileto al culmine di una lite. La pistola, secondo quanto si è appreso, appartiene al nonno del ragazzo. Su come il giovane ne sia entrato in possesso sono in corso indagini da parte dei carabinieri, che sulla vicenda mantengono uno stretto riserbo. L'attività investigativa mira anche ad accertare perché i due ragazzi si siano incontrati in un luogo isolato - un uliveto - e perché il quindicenne si sia presentato armato all'appuntamento.

    I due studiavano nella stessa scuola. Frequentavano la stessa scuola, l'Itis Enrico Fermi di Mileto, Francesco Prestia Lamberti, che avrebbe compiuto 16 anni a luglio, ed il suo assassino 15enne. I due si conoscevano e, secondo alcuni, talvolta uscivano insieme in gruppo con altri ragazzi. Francesco, che giocava nelle giovanili del Mileto, la squadra di calcio del paese, è descritto da tutti quelli che lo conoscevano come un ragazzo solare e allegro, bravo a scuola. Sulla sua pagina facebook è un susseguirsi di messaggi di amici che manifestano il loro dolore. "Viviamo in un mondo fatto di cattivi. Ciao Francesco vola alto" è scritto sulla foto ripresa dal suo profilo e postato da diversi amici.

    Il padre e fratelli dell'omicida arrestati per narcotraffico. Il padre ed i fratelli del quindicenne che la notte scorsa ha ucciso un coetaneo a Mileto, sono stati arrestati nell'operazione Stammer condotta nel gennaio scorso dalla Guardia di finanza di Catanzaro, coordinata dalla Dda, contro un narcotraffico gestito dalle cosche di 'ndrangheta del vibonese. Al momento, secondo quel poco che è trapelato, il delitto non sarebbe comunque legato a vicende criminali.

    Gli amici su FB: un angelo. Sono tanti i messaggi di dolore che i compaesani e i compagni di classe del quindicenne Francesco Prestia Lamberti hanno lasciato sulla bacheca Facebook del ragazzo ucciso la notte scorsa da un coetaneo reo confesso. La notizia dell'assassinio ha sconvolto il centro di Mileto e tutta la provincia. "Non servono le solite parole per dire sarai sempre nel mio cuore ma serve dimostrarlo e dal mio cuore non uscirai più non ti dimenticherò mai. Riposa in pace amico mio"; "Non ci sono parole per descrivere tutto ciò... R.I.P. piccolo angelo" sono solo alcuni dei post dedicati all'adolescente. L'autore del delitto è figlio di un esponente di primo piano di una cosca del vibonese storicamente collegata al clan Mancuso di Limbadi.

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