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    Omicidio boss Femia PG conferma tre ergastoli

     

     

    Omicidio boss Femia PG conferma tre ergastoli

    26 mag 17 La conferma delle tre condanne all'ergastolo inflitte in primo grado è stata chiesta oggi dal Pg Arcibaldo Miller nel processo d'appello che, davanti alla III Corte d'assise d'appello di Roma presieduta da Mario Frigenti, vede Massimiliano Sestito, Antonio Piazzata e Francesco Piazzata imputati in quanto ritenuti componenti della 'cellula' 'ndranghetista che nel gennaio 2013, in località Castel di Leva, all'estrema periferia di Roma, uccise il boss calabrese Vincenzo Femia. La vittima era ritenuto personaggio di primo piano nella malavita della Capitale, con diversi precedenti tra cui associazione mafiosa e appartenenza alla cosca di San Luca conosciuta per la strage di Duisburg del 2007. Vincenzo Femia fu trovato morto il 24 gennaio 2013, ucciso con numerosi colpi di pistola mentre era dentro l'auto della moglie. Lo spessore criminale della vittima e le modalità dell'omicidio indussero gli investigatori a ricondurre il delitto a un contesto di tipo mafioso. Tutto rimase però oscuro fino a quando Gianni Cretarola, diventato collaboratore di giustizia (e per questi fatti giudicato separatamente col rito abbreviato), con le sue dichiarazioni fece luce sul fatto delittuoso. Confessò di far parte di una cellula 'ndranghetista, e disse che il reale movente dell'omicidio era da ricollegare a contrasti insorti nella spartizione del mercato della droga nella capitale (160 chili di cocaina colombiana trasportati a Roma dalla Spagna nell'agosto 2012). Il compito del collaboratore (che, oltre a descrivere le modalità dell'azione, indicò i partecipanti e addirittura il numero dei colpi esplosi) era stato quello di accompagnare Femia al posto individuato per l'agguato. "La ricostruzione del delitto così come fatta da Cretarola - ha detto il Pg - è pacifica, è chiara, e gli accertamenti tecnici confermano tutto. Il collaboratore ci indica un movente che non trova ipotesi alternative. Lui non 'inventa' i colpevoli, 'indica' i colpevoli". Ecco perché alla fine il rappresentante dell'accusa ha chiesto ai giudici d'appello di confermare la sentenza di primo grado, con i tre ergastoli inflitti a Sestito e ai due Piazzata. Altre due udienze, e a fine giugno la sentenza.

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