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    Sindaco di Reggio: Dedicare a Falcone e Borsellino il nuovo tribunale

     

     

    Sindaco di Reggio: Dedicare a Falcone e Borsellino il nuovo tribunale

    23 mag 17 "Proporremo di intitolare a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino il costruendo nuovo palazzo di Giustizia di Reggio Calabria a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino". Nel giorno dell'anniversario della strage di Capaci, il sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, lancia l'idea di dedicare ai due magistrati palermitani assassinati dalla mafia il "luogo per eccellenza dove quotidianamente si persegue la verità, si cerca la giustizia e si lavora per il ripristino ed il mantenimento della legalità, appunto come il palazzo di giustizia". Una proposta lanciata nel giorno in cui, nel corso di una cerimonia svoltasi in Comune, otto beni confiscati alla 'ndrangheta sono stati assegnati, con una concessione di 15 anni, a singole associazioni o gruppi di associazioni che si sono impegnate a realizzare i progetti per i quali sono state ammesse. Per l'Agesci e per la Cooperativa "Nuova Speranza" si tratta di una rassegnazione per i prossimi 9 anni che segue l'assegnazione provvisoria sottoscritta sei anni addietro di un immobile nel quartiere Archi, feudo incontrastato, fino a pochi anni addietro, delle più potenti cosche di 'ndrangheta della città. Per i sei restanti immobili, invece, si tratta di nuove assegnazioni. "Un'iniziativa piena di concretezza - ha spiegato Nancy Iachino, consigliera delegata del Sindaco per i Beni confiscati - in linea con gli insegnamenti ed i valori che illuminano il nostro percorso di concretezza contro la criminalità organizzata, consentendo di restituire alla cittadinanza beni acquisiti attraverso attività illecite e attività criminale". "É un secondo passaggio - ha spiegato Giuseppe Falcomatà - che segue la realizzazione nel dicembre scorso della piattaforma telematica 'Open Re.G.I.O' per l'assegnazione dei beni confiscati. Una partecipazione che ha, nello stesso tempo, una natura sociale e culturale, in cui Amministrazione comunale e associazioni, insieme,, fanno squadra, utilizzando una legge, di cui fu ideatore Pio La Torre, che ha in sé una intuizione straordinaria; quella secondo cui il mafioso metteva, sì, in conto di andare in carcere, prospettiva che rappresentava un vanto, una medaglia da ostentare verso gli altri. Ma non metteva in conto che i suoi beni, illecitamente acquisiti, gli fossero sottratti". "Gli affidamenti - hanno ricordato il sindaco Falcomatà e la consigliera Iachino - sono costantemente sottoposti a monitoraggio". Proprio per questo motivo nei giorni scorsi é stata decisa la revoca delle convenzioni sottoscritte con tre associazioni che ai ripetuti controlli si sono dimostrate inadempienti rispetto ai progetti presentati a causa del mancato utilizzo dei beni loro assegnati".

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