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    Inchiesta migranti: chi forniva pasti si lamentava invasività don Scordio. Intercettazioni

     

     

    Inchiesta migranti: chi forniva pasti si lamentava invasività don Scordio. Intercettazioni

    16 mag 17 I cugini Poerio, titolari delle società che fornivano i pasti al Cara di Isola Capo Rizzuto, parlando con il sindaco di Isola Capo Rizzuto Gianluca Bruno - indagato nell'inchiesta in stato di libertà nell'inchiesta Jonny per concorso esterno in associazione mafiosa - si lamentavano di don Edoardo Scordio che, a loro dire distraeva molte somme di denaro anche per accontentare i suoi nipoti ed avrebbero voluto sostituirlo con un altro sacerdote. Considerazioni alle quali il sindaco obietta che la sostituzione sarebbe inopportuna perché provocherebbe reazioni scomposte della criminalità organizzata. Lo scrivono i magistrati della Dda di Catanzaro nel provvedimento di fermo. "Vedi che se se ne va lui .. che te lo dico io .. ci ripuliscono tutti", dice Bruno nella conversazione avvenuta il 14 maggio 2016 negli uffici della società dei Poerio, Quadrifoglio, intercettata dai carabinieri del Ros di Catanzaro. Al che Fernando Poerio rispondeva "che lui poi se la canta". Una conversazione, secondo gli inquirenti, che "conferma la centralità della figura di Don Edoardo Scordio nella gestione di Misericordia in termini assolutamente collimanti a quelle che sono le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia". Il fatto che i Poerio volessero sostituire il parroco "comprova quanto loro serva la figura di un sacerdote quale spettro mistificante le distrazioni continue di danaro pubblico". "Il dialogo - è scritto nel decreto di fermo - inizia con le lamentele dei Poerio nei confronti di Leonardo Sacco, esternate sin da subito a Bruno affinché si impegnasse a risolvere i dissidi. Infatti Sacco consegnava in pagamento a Quadrifoglio una serie di titoli che andavano insoluti. I Poerio lamentavano che il mancato onorarsi delle fatture 'blocchasse' la loro carriera imprenditoriale e li privasse della necessaria liquidità. I tre si dilungavano sulla incapacità di Sacco (ossia della Misericordia) di far fronte ai propri impegni contabili anche con il Comune e con Bruno stesso, in forza di non meglio ed ulteriori precisati rapporti e quando i tre arrivavano a discutere di quanto potesse 'avanzare' in termini di credito dalla Prefettura per i servizi Cara, Antonio Poerio espressamente avanzava la richiesta al Sindaco di 'intimare' a Sacco di non andare appresso a 'Don Edoardo' chiarendo ancora una volta i rapporti di forza all'interno del 'gruppo economico'". A don Scordio, i Poerio imputavano "la dissennata gestione della Misericordia" e si lamentavano "degli sprechi commessi dai familiari di don Edoardo in particolare criticavano la gestione del santuario della Parrocchia, i continui banchetti ivi organizzati".

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