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    Inchiesta migranti: collaboratore rivela, boss mi disse 'prete è uomo nostro'

     

     

    Inchiesta migranti: collaboratore rivela, boss mi disse 'prete è uomo nostro'

    16 mag 17 Don Edoardo Scorio è "uomo nostro". Ad usare questa terminologia, secondo quanto riferito dal collaboratore di giustizia Santo Mirarchi ai magistrati della Dda di Catanzaro in un interrogatorio del 9 novembre scorso, era stato Paolo Lentini, detto "pistola", indicato come capo della cosca Arena in concomitanza della detenzione dei fratelli Giuseppe e Pasquale Arena. Mirarchi ha anche riferito di ricordare che Lentini li esortava a parlare male del prete negli abitacoli delle autovetture, in modo tale da sviare eventuali indagini in corso. Nell'interrogatorio, Mirarchi - è scritto nel provvedimento di fermo - "riferiva che gli Arena gestivano il campo profughi grazie ad un prete che poi riconosceva in foto, vedendo l'effigie di don Edoardo Scordio. Mirarchi ricordava di aver incontrato don Edoardo in un paio di occasioni. Nell'agosto del 2015, diceva che era presso un ristorante, seduto ad un tavolo, unitamente a Paolo Lentini, Nico Gioffrè, Rosario Lentini, Fortunato autista di Paolo Lentini, Vincenzo Lentini, figlio di Paolo, Antonio Scerbo, nonché quelli che Mirarchi additava quali 'ristoratori' del campo profughi, dei quali riconosceva le foto. Sempre secondo il racconto di Mirarchi, inaspettato, sopraggiungeva don Edoardo che si appartava a parlare con Paolo Lentini per poi dileguarsi. Immediatamente dopo, Paolo Lentini, rivolto ai ristoratori, diceva, soddisfatto, che era arrivato il bonifico di pagamento del servizio mensa. Si tratta di una circostanza di estremo rilievo, in quanto Mirarchi verifica, personalmente, l'ingerenza di don Edoardo nella gestione di Misericordia, da cui proveniva il bonifico in pagamento per i ristoratori, e la vicinanza di don Edoardo alla cosca Arena per il tramite di Paolo Lentini che, nel 2015, era il capo libero". Nell'interrogatorio Mirarchi riferisce inoltre che nell'autunno del 2015, Paolo Lentini aveva bisogno di 20 mila euro per pagare spese legali, per cui lo aveva accompagnato da Rosario Lentini il quale, a sua volta, diceva che il danaro poteva essere fornito da don Scordio. "Immediatamente dopo - è scritto nel decreto di fermo - raggiungevano il sacerdote, nei pressi di alcuni campi da calcio, da lì ad un'ora, Mirarchi vedeva don Edoardo consegnare a Rosario Lentini una busta contenente ventimila euro".

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