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    Migranti sfruttati per lavori agricoli, 14 arresti dei Carabinieri di Cosenza

     

    Migranti sfruttati per lavori agricoli, 14 arresti dei Carabinieri di Cosenza

    05 mag 17 I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza stanno effettuando un'operazione di contrasto allo sfruttamento dei rifugiati ospitati nei centri di accoglienza. I militari stanno eseguendo, in particolare, 14 misure cautelari emesse dal Giudice per le indagini preliminari di Cosenza, Salvatore Carpino, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di altrettante persone accusate, a vario titolo, di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, abuso d'ufficio e tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Le indagini che hanno portato all'operazione in corso, condotte dai carabinieri della Compagnia di Cosenza, erano iniziate a settembre del 2016 sotto la direzione del Procuratore aggiunto Marisa Manzini, e del sostituto procuratore Giuseppe Cava, ed il coordinamento del Procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo. Gli elementi raccolti dai militari hanno permesso di accertare che i rifugiati, principalmente senegalesi, nigeriani e somali, venivano prelevati da due Centri di accoglienza straordinaria di Camigliatello Silano (Cosenza) e portati a lavorare in campi di patate e fragole dell'altopiano della Sila cosentina o impiegati come pastori per badare agli animali da pascolo. In particolare, il presidente e due responsabili della gestione di un centro di accoglienza risultano accusati di aver illecitamente reclutato i rifugiati loro affidati per essere impiegati in nero come braccianti e pastori in numerose aziende agricole del luogo, in concorso con i titolari di quest'ultime. I responsabili del centro di accoglienza dovranno rispondere anche della manipolazione dei fogli presenza dei rifugiati, che venivano dati come presenti nel tentativo di ottenere i finanziamenti previsti dalla legge a sostegno della struttura di accoglienza. Il fenomeno ha riguardato complessivamente una trentina di rifugiati che sono stati sfruttati in nero per somme oscillanti tra i 15 e i 20 euro per una giornata lavorativa di 10 ore.

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    Procuratore Spagnuolo: vicenda indegna. "Un'indagine che restituisce dignità a soggetti deboli e che é partita da una piccola stazione dei carabinieri, quella di Camigliatello Silano, militari oculati che hanno saputo ricostruire una vicenda indegna". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo, nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare i particolari dell'operazione dei carabinieri che ha portato all'esecuzione di 14 misure cautelari nei confronti di altrettante persone che sfruttavano un gruppo di rifugiati ospitati in due centri di accoglienza. "Tutto é partito - ha aggiunto Spagnuolo - dalla denuncia di un migrante, che consapevole dello stato di sfruttamento cui era sottoposto, ha chiesto qualcosa in più ai suoi sfruttatori, e per tutta risposta non ha più lavorato. I due centri erano diventati a tutti gli effetti agenzie di caporalato e i dirigenti avevano il ruolo di intermediari. I datori di lavoro chiamavano per avere tre o quattro braccianti e i responsabili del centro si preoccupavano di individuare i migranti più adeguati e accompagnarli al luogo dell'incontro, trattenendo per sé i 35 euro concessi dallo Stato a ciascun immigrato ospite dei due centri di accoglienza". Di "una vera e propria tratta degli schiavi che andava avanti da tempo" ha parlato il comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza, colonnello Fabio Ottaviani. "Dalle intercettazioni - ha detto l'ufficiale - abbiamo appreso che veniva fatta una selezione tra i migranti, cercando d'individuare quelli dal carattere più mite e nello stesso tempo fisicamente più forti, che venivano trattati come schiavi, ai quali davano al massimo 15 euro al giorno. Cifre che per queste persone rappresentano tanto rispetto ai luoghi da dove provengono, ma che ovviamente sono impensabili per un Paese civile". Sono stati una trentina i migranti che sono stati sentiti dai carabinieri di Camigliatello Silano rendendo testimonianza su ciò che accadeva nei due Centri di accoglienza.

    Contestato il nuovo reato di intermediazione. Nell'inchiesta della Procura della Repubblica di Cosenza che ha portato all'operazione dei carabinieri per la repressione del caporalato ai danni di migranti ospitati in due centri di accoglienza di Camigliatello Silano, viene contestato per la prima volta il nuovo reato di "intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro". I carabinieri, in particolare, stanno eseguendo due ordinanze di custodia cautelare in carcere, quattro ai domiciliari ed otto obblighi di dimora. Maggiori dettagli in tarda mattinata

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