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    Blitz della PS alla cosca Giampà a Lamezia, 9 arresti

     

    Blitz della PS alla cosca Giampà a Lamezia, 9 arresti

    28 giu 17 E' in corso a Lamezia Terme una vasta operazione antimafia della Polizia di Stato, che sta eseguendo nove provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dalla Dda di Catanzaro a carico di altrettanti presunti affiliati alla cosca Giampà della 'ndrangheta, operante in Lamezia Terme. I destinatari delle misure restrittive sono accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso e di numerose estorsioni a carico di esercizi commerciali ed imprenditori di Lamezia Terme, oltre che di una serie di intimidazioni consistite nel posizionamento di bottiglie incendiarie nei pressi delle attività commerciali e di danneggiamenti con l'utilizzo di ordigni esplosivi. Agli indagati sono inoltre contestati numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti. Le attività investigative, condotte, con il concorso del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, dalla Squadra mobile di Catanzaro e dal Commissariato di Lamezia Terme, sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ed in particolare dal Procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, e del pm Elio Romano, con la supervisione del Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri. Le indagini hanno consentito di accertare che alcuni soggetti appartenenti alla cosca Giampà, tornati in libertà dopo avere espiato le condanne riportate a conclusione dei processi scaturiti dalle operazioni di polizia "Medusa" e "Perseo" o nel momento in cui venivano ammessi a misure cautelari alternative alla detenzione, si riattivavano con lo scopo di imporre nuovamente la loro influenza criminale nelle zone storicamente controllate dalla cosca di riferimento.

    Provvedimento di fermo per: Saverio Giampà, 30 anni; Pasquale Notarianni, 31 anni; Luigi Leone, 33 anni; Giuseppe Cappello, alias “Cutulicchio”, 33 anni; Michele Bentornato, alias “U Grassu”, 32 anni Fabio Vescio, 20 anni; Alessandra Folino, 31 anni; Michael Mercuri, 28 anni.

    L'operazione è stata denominata "Filo rosso". L'adozione dei provvedimenti di fermo é stata ritenuta necessaria dalla Dda, senza attendere le ordinanze di custodia cautelare, in quanto si erano determinati contrasti all'interno della cosca Giampà ed era dunque necessario prevenirne le possibili conseguenze. I nove fermi eseguiti stamattina giungono a distanza di cinque anni esatti dall'operazione "Medusa", eseguita appunto il 28 giugno del 2012, contro la stessa cosca Giampà.

    Gratteri: lametini non hanno più alibi. "Per i cittadini, i commercianti e gli imprenditori di Lamezia Terme, a questo punto, non ci sono più alibi". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, incontrando i giornalisti per rendere noti i particolari dell'operazione "Filo Rosso" che questa mattina ha portato al fermo di 9 persone ritenute affiliate al clan Giampà di Lamezia Terme. "In un anno, da quando sono procuratore a Catanzaro - ha aggiunto Gratteri - abbiamo arrestato 136 persone, 103 organiche alla cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri e 33 affiliate ai Giampà. Penso che i lametini debbano fare un esame di coscienza. Non so cos'altro dobbiamo fare di più per meritare la credibilità anche di un solo commerciante". Gratteri ha ricordato di aver presentato pochi giorni fa il suo libro nell'ambito del Festival Trame. "In piazza c'erano 1.500 persone. Se è questo l'impegno antimafia, bisogna essere consequenziali e coerenti e far seguire alle parole i fatti. Ora i cittadini di Lamezia hanno l'occasione di scegliere da che parte stare. Con i fermi di oggi abbiamo reciso anche i germogli di queste famiglie di 'ndrangheta". Anche il procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, ha sottolineato "la necessità di una reazione da parte della società civile. Le nuove leve non hanno ancora raggiunto quel grado di penetrazione che le cosche lametine hanno avuto fino al 2011. Se non si reagisce adesso, fra due o tre anni la situazione potrebbe non essere più recuperabile". Il questore di Catanzaro, Amalia Di Ruocco, ha invitato i cittadini a riflettere. "Noi - ha detto - continuiamo a lavorare, a fare indagini e ad arrestare gli affiliati, ma tutto questo può bastare a far uscire i calabresi e i lametini da questa situazione? Per cambiare serve una radicale svolta culturale da parte nella popolazione". Il capo della Squadra mobile di Catanzaro, Nino De Santis, ha ricordato come nel corso delle indagini gli investigatori non abbiano ottenuto una sola denuncia da parte di commercianti e imprenditori a cui veniva richiesto il pizzo. De Santis ha evidenziato, inoltre, la pericolosità del gruppo colpito oggi. "Sono state intercettate - ha detto - conversazioni allarmanti. Le nuove leve dei Giampà erano pronte a un conflitto armato con le cosche rivali". All'incontro con i giornalisti ha partecipato il primo dirigente della polizia di Stato, Antonio Borelli, che dopo sei anni lascia la guida del Commissariato di Polizia di Lamezia per trasferirsi a Macerata come vicario del questore. "In questi anni a Lamezia - ha detto Borelli - tutte le componenti dello Stato hanno saputo fare squadra. Vorrei che il futuro anche gli imprenditori lametini smettessero di fare il pubblico ed entrassero anche loro nella 'squadra Stato'".

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