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    Sgominata dai CC di Serra San Bruno rete di spaccio, 13 arresti

     

    Sgominata dai CC di Serra San Bruno rete di spaccio, 13 arresti

    26 giu 17 I carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno hanno eseguito stamani un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari a carico di 14 persone ritenute responsabili a vario titolo di produzione, detenzione e spaccio di marijuana e cocaina. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Vibo Valentia su richiesta della Procura della Repubblica, al termine di indagini partite dall'arresto di un ventiquattrenne di Serra San Bruno, nel novembre 2015. All'epoca il giovane, nel corso di un controllo, era stato sorpreso in possesso di 70 grammi di circa di marijuana nascosta nella propria autovettura. Gli spunti investigativi raccolti in quella circostanza, hanno consentito ai militari di ricostruire la rete di scambi di marijuana e cocaina messa in piedi da 16 soggetti, di cui 14 destinatari del provvedimento restrittivo, molti dei quali di Serra San Bruno, operanti, almeno dall'aprile 2014, nei comuni di Serra San Bruno, Brognaturo, Capistrano, Perugia e Gonzaga (Mantova). Tra i destinatari del provvedimento c'è anche un appartenente alla famiglia Mancuso di Limbadi, attualmente, l'unico irreperibile, che è risultato tra i fornitori dello stupefacente successivamente smerciato sul territorio delle Serre.

    Indagine partita da video su watsapp. Sono state le numerose chat di Whatsapp a spalancare le porte di un mondo di illiceità, fatto di foto di piantagioni, di video, di scambi di denaro e di molto altro ancora che ha portato i carabinieri di Serra San Bruno, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, ad eseguire 13 provvedimenti di arresto, tutti ai domiciliari. L'unico ad essere irreperibile è Emanuele Mancuso. Altre due persone risultano indagate. L'indagine è partita dall'arresto di Davide Tassone, nel novembre del 2015, con contestuale sequestro di 70 grammi di marijuana e, soprattutto, dal cellulare del giovane. Un'azione investigativa che, nel giro di alcuni mesi, ha portato all'acquisizione di chat e foto di Whatsapp degli smartphone di altri indagati, tra questi nuovamente Tassone che ha cercato, non riuscendoci, di distruggere il proprio dispositivo. Incrociando i dati, le conversazioni, le foto e i video con i tabulati e gli appostamenti i militari sono riusciti a ricostruire la rete dello spaccio individuando tutti i componenti. Tre i punti di riferimento dell'organizzazione, anche se non si trattava di una struttura verticistica, Davide Tassone, Damiano Mamone e Simone Musolino. Attorno a loro ruotava tutta l'attività di compravendita della marijuana prodotta essenzialmente nelle Serre, e, in qualche caso, anche cocaina, con gli acquirenti che arrivavano anche dal Soveratese, dal Reggino oppure erano presenti in altre regioni d'Italia dove la sostanza giungeva tramite corrieri. Secondo il procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Bruno Giordano, che ha messo in rilievo il lavoro del pm Filomena Aliberti, "l'epicentro è la zona delle Serre - ha spiegato - mentre l'ipocentro è il solito contesto di degrado socio-economico agganciato ad un profilo di sottocultura malavitosa delinquenziale che cerca di arricchirsi attraverso il ricorso allo stupefacente, marijuana e cocaina"

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