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    Occhiuto (ANCI) "I centri storici stanno crollando, serve subito nuova legge"

     

    Occhiuto (ANCI) "I centri storici stanno crollando, serve subito nuova legge"

    22 giu 17 "Lo stato delle città italiane, un tempo vanto del nostro paese e testimoni della nostra civiltà, oggi è scoraggiante e i centri storici crollano". Lo afferma, in una nota, Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza e delegato nazionale Urbanistica dell'Anci. "Le città - aggiunge - sono per lo più strette nella morsa di una crescita edilizia disordinata, che soffoca praticamente ogni tentativo di migliorare la qualità della vita dei residenti. Centri congestionati e inquinati, al limite della vivibilità, con oltre il 50% degli edifici costruiti da più di 40 anni, ormai inadeguati come prestazioni e spesso di pessima qualità architettonica. Spazi pubblici e verde urbano spesso sacrificati alle ragioni del traffico e mal frequentati perché mal progettati. Periferie in stato di degrado generalizzato, sconnesse dai centri urbani e sfornite di servizi, attendono di essere integrate dignitosamente nei nuclei cittadini. Centri storici spesso in stato di abbandono e di degrado restano esposti alle intemperie e al rischio sismico senza un'adeguata protezione. Vero spreco di un patrimonio culturale unico e irripetibile di un Paese che da solo detiene oltre la metà dei giacimenti culturali mondiali, ma anche di una risorsa economica dalle enormi potenzialità". "É ora di avviare - dice ancora Occhiuto - un processo di rigenerazione urbana improntato alla qualità degli edifici e delle infrastrutture, alla sostenibilità delle attività ed in primo luogo della mobilità urbana, alla qualità della vita. Tutto ciò presuppone un recupero prestazionale dell'ambiente urbano, dei servizi pubblici, dell'offerta artistica e culturale, delle strutture e degli spazi dedicati alla socializzazione, alle attività ludiche e sportive. Per avviare questo processo di rigenerazione urbana non bastano, però, solo buone idee e competenze. Non bastano finanziamenti e risorse pubbliche dedicate. Occorrono nuove leggi che, da un lato, rimuovano gli ostacoli con cui oggi si scontrano tutti i tentativi di miglioramento e, dall'altro, incentivino gli attori del rinnovamento, siano essi pubblici o privati. Il Paese ha di fronte a sé una priorità assoluta: l'approvazione di una nuova legge urbanistica. Quella attuale, infatti, risalente al 1942, è infatti figlia di una stagione economica e culturale assolutamente incompatibile con le realtà urbanistiche e sociali contemporanee. Soltanto attraverso la fattiva collaborazione pubblico-privato, infatti, possono essere attivate quelle risorse umane e finanziarie senza le quali uno sforzo così imponente non potrà essere attuato"

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