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    Il baciamano a Giorgi è ignobile. Non è la Calabria

     

    Il baciamano a Giorgi è ignobile. Non è la Calabria

    03 giu 17 La scena del baciamano fatto da un vicino di casa mentere esce accompagnato dai carabinieri al boss Giuseppe Giorgi dopo la cattura è "ignobile, ma non è certo né condivisione né tantomeno segno di debolezza dello Stato che anzi, in questa occasione, ha dato una straordinaria dimostrazione di forza". Ha voluto precisare il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho. "I carabinieri che si abbracciano felici come bambini dopo l'arresto - ha aggiunto - sono la parte più bella di uno Stato efficiente in grado di catturare un latitante". L'episodio, secondo il capo della Dda reggina, si è verificato per il contesto particolare in cui è maturato. "I carabinieri - ha spiegato de Raho - non l'avrebbero mai permesso ma si sono trovati a muoversi in un corridoio lungo e stretto dove era difficile anche muoversi affiancati. In più è giunto al termine di una perquisizione durata oltre cinque ore nel corso delle quali i militari hanno lavorato in presenza di persone in casa che urlavano e minacciavano dicendo che non c'era nessuno. Noi, inoltre, conosciamo bene la forza militare della 'ndrangheta, ed in quel contesto, i carabinieri erano anche impegnati a guardarsi intorno. L'importante era portare via Giorgi senza problemi ed è quello che è stato fatto". "L'aspetto straordinario di questa vicenda - ha sottolineato il magistrato - è stata la capacità dei carabinieri, con il coordinamento della Dda, di raggiungere l'obiettivo della cattura del latitante più importante. Un risultato ottenuto con la sola capacità di indagine, senza ricorrere a confidenti. Noi, inquirenti ed investigatori, non abbiamo rapporti con la criminalità. Non intendiamo dare riconoscimenti a nessuno". "Un risultato - ha detto ancora de Raho - raggiunto con il sacrificio di uomini e donne dell'Arma che hanno lavorato 24 ore di seguito ed anche di più perché l'importante è raggiungere il risultato. In altri Stati, al termine del servizio staccano, qua no. Quei ragazzi e ragazze sono andati avanti fino a centrare il risultato, senza guardare l'orologio. Una situazione che ho il privilegio e conoscere e condividere. Il festeggiare insieme, l'abbracciarsi è un po' come tornare bambini, è dimostrare l'amore per il proprio lavoro. E quella è la parte più bella dello Stato". I calabresi onesti, che sono la maggioranza, lo sanno. La Calabria onesta, che è la maggioranza, è ben altro. E' fatta di gente che lavora, che si alza presto la mattina per sudarsi il pane. Non è certo quella di pochi sfrutattori e malavitosi che vivono come sanguisughe sulla pelle della gente.

    Don Pino De Masi: disprezzare i mafiosi. "E' stata una cosa bruttissima contro la quale è necessaria una rivoluzione culturale forte che, però, sia accompagnata da uno Stato sociale". Così don Pino Demasi, referente di Libera, analizza il baciamano fatto a San Luca al boss Giuseppe Giorgi subito dopo l'arresto, sottolineando come i mafiosi "non sono uomini da rispettare, ma da disprezzare". "E' stato brutto - aggiunge - ma è l'espressione tipica di una Calabria che non vuole cambiare, che continua a prostrarsi, a togliersi il cappello davanti a chi cerca di utilizzare la fame e la sete della gente. Questo ci deve indurre a lavorare ancora di più. C'è una lacuna di valori da colmare. Quello, fisicamente, ha fatto il baciamano, ma c'è chi continua ad inchinarsi, accettando le loro condizioni che li fanno padroni della nostra libertà, accettando il caffè pagato da loro o pagandoglielo. Dunque è necessaria una rivoluzione culturale forte. Occorre lavorare soprattutto con gli adulti. Ci sono ancora genitori che ai figli dicono di farsi i fatti loro, di rispettare certa gente". Don Pino, comunque, tiene a sottolineare che "tanto abbiamo fatto, non siamo all'anno zero. Tanti hanno avuto il voltastomaco vedendo quella scena, tanti non pagano il pizzo. Però la strada è ancora in salita". A fianco della rivoluzione, però, è l'analisi del referente di Libera, deve esserci anche uno Stato sociale. "Le scritte di Locri - dice don Pino riferendosi alla frase intimidatoria nei confronti di don Ciotti 'più lavoro meno sbirri' comparsa in occasione della Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie organizzata da Libera - significano che la mafia si sente padrona di colmare il disagio sociale. Lo Stato quindi deve essere presente, oltre che sul versante della repressione, che funziona benissimo, anche su quello sociale"

    Mons. Oliva: Atavica sugestione della gente. "Colpisce questo atteggiamento verso una persona che viene portata via da casa dalle forze dell'ordine per essere arrestato". Lo dice al Sir il vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva, commentando il gesto di una persona che ha baciato la mano al latitante Giuseppe Giorgi, di 56 anni, arrestato ieri dopo 23 anni di latitanza. Un gesto di "attenzione" e di "rispetto": "Rispetto 'tra virgolette' - dice il presule - perché esprime un ossequio verso il boss e dimentica quello che c'è dietro comportamenti mafiosi e criminali che non meritano alcun rispetto. Purtroppo tutto questo - aggiunge mons. Oliva - è sintomo di una mentalità di ossequio al mafioso di turno che sta ad esprimere l'atavica suggestione psicologica della gente verso queste persone". In questi giorni mons. Oliva ha indetto "una giornata diocesana di preghiera per la conversione dei mafiosi e la riconciliazione con la casa comune" accogliendo l'invito di Papa Francesco a "pregare il Signore, perché gli uomini e le donne delle diverse mafie smettano di fare il male, si convertano e - spiega mons Oliva - cambiando vita, riconoscano che il denaro degli affari sporchi e dei delitti mafiosi è ignobile, puzza e produce un potere iniquo che, sfruttando carenze economiche, sociali e politiche, dà origine a deplorevoli progetti criminali". Riconoscendo - scrive nel decreto di indizione - che la 'ndrangheta e la mentalità mafiosa sono "espressione di una cultura di morte, che si oppone radicalmente alla Fede Cristiana e al Vangelo". Tale Giornata di preghiera sarà celebrata ogni anno il primo sabato del mese di ottobre nel Santuario "Nostra Signora dello Scoglio" a Placanica a partire dal "corrente anno 2017". Ma non solo: "In tutti gli altri Santuari diocesani può essere celebrata il primo giorno di novena della festa in essi commemorata o in altra data concordata anzitempo con l'ordinario".

    Oliverio: Baciamano non oscuara arresto. "La cattura del latitante Giorgi è una evidente manifestazione della capacità di contrasto dello Stato nei confronti della 'ndrangheta in Calabria. All'Arma dei Carabinieri va dato atto di aver condotto con successo un'ardua operazione che ha inferto un colpo durissimo alla cosca mafiosa di un boss considerato uno dei latitanti più pericolosi d'Italia. Lo scandaloso gesto del 'baciamano' non può oscurare il valore e l'efficacia di questa meritoria azione condotta con alta professionalità investigativa ed elevata efficienza operativo-militare". Lo afferma in una nota il presidente della Giunta regionale della Calabria Mario Oliverio. "Un gesto - prosegue - da condannare senza se e senza ma. Non vi è alcun dubbio che un gesto di riverenza verso un boss mafioso possa essere né giustificato né tollerato. È fatto di inaudita gravità: un gesto dal carattere persino eversivo. Sarebbe, però, sbagliato se si dovesse erigere quella immagine a simbolo di una Calabria ripiegata e suddita verso l'ordine mafioso. A San Luca la mafia impone la sospensione della democrazia ed impedisce ogni forma di crescita sociale. Trasmettere, però, una generalizzazione di questa specifica condizione come emblematica di una immagine della Calabria sarebbe altrettanto errato dal momento che si oscurerebbe il grado di consapevolezza, di coraggio e responsabilità che, in questi ultimi anni, è notevolmente accresciuto nella coscienza civica e democratica della società calabrese".

    Cgil: San Luca non è quella del baciamano. "San Luca non è quella dei baciamano". Lo affermano, in una nota congiunta, il segretario generale della Cgil Calabria Angelo Sposato e la segretaria generale della Camera del lavoro Reggio-Locri Mimma Pacifici. "In questi giorni - proseguono - si sono svolte a San Luca le olimpiadi della legalità. Oltre 200 ragazzi e ragazze di San Luca, hanno partecipato alla iniziativa promossa dalla Cgil e realizzata dall'Associazione Italiana Calciatori, Auser, Nidil supportati dalla direzione scolastica e dalla gestione commissariale. Un evento che ha visto la partecipazione di Libera e di numerose rappresentanze del territorio. Nei giorni scorsi si è tenuta la partita del cuore e della legalità a cui hanno partecipato le squadre della Cgil Calabria, dell'Associazione Italiana Calciatori e di una rappresentanza delle forze dell'ordine. Un evento importante, soprattutto perché ha coinvolto i bambini e la comunità di San Luca. Un evento pieno di luce e speranza all'insegna dell'allegria, della sana competitività e della legalità". Proprio a San Luca, nell'aprile scorso, è stato inaugurato dal ministro Maria Elena Boschi, il nuovo stadio quale simbolo di speranza nella lotta per la legalità e contro la 'ndrangheta. "Ma come si sa - affermano Sposato e Pacifici - da queste latitudini, fa più notizia il baciamano dopo un arresto di un pericoloso latitante che l'impegno di 200 ragazzi e ragazze di San Luca che per una settimana, partendo dallo sport e dalla cultura, cercano di costruirsi un futuro, una luce ed una speranza. Le colpe dei padri non ricadano sui figli, San Luca e la Calabria non è quella vista in televisione che inquadra un individuo che bacia la mano al boss. Ecco, ci sarebbe piaciuto che le tv nazionali, i giornali nazionali avessero dato lo stesso risalto ai ragazzi di San Luca e a tutte quelle persone perbene venute da ogni dove che in questi giorni hanno vissuto e fornito una immagine, con il loro impegno e la loro passione, di San Luca ed una Calabria diversa dallo stereotipo immaginario". "Il campo di calcio di San Luca - concludono i sindacalisti della Cgil - è diventato un presidio di legalità che merita una gestione chiara e duratura, così come occorrono investimenti del Miur per progetti scolastici mirati a migliorare il piano formativo di stimolo per i ragazzi a scegliere il tempo pieno. In questo caso la Regione Calabria si svegli dal torpore e promuova una legge regionale sul diritto allo studio. I bambini di San Luca e quelli della Calabria non vogliono baciare le mani, vogliono dignità, vogliono baciare il futuro e la speranza".

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