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    Bancarotta nel reggino, 3 arresti, Gdf sequestra beni per 9 mln

     

    Bancarotta nel reggino, 3 arresti, Gdf sequestra beni per 9 mln

    17 gen 17 E' in corso un'operazione del Comando provinciale di Reggio Calabria della Guardia di finanza per l'esecuzione di un'ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip di Palmi su richiesta della Procura della Repubblica a carico di sette persone accusate di bancarotta fraudolenta. Per tre delle sette persone coinvolte nell'indagine sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre le altre quattro sono state sottoposte a divieto di dimora. I sette indagati, in particolare, secondo quanto riferito dalla Guardia di finanza, sono accusati di avere distratto, occultato, dissimulato, distrutto o dissipato, in tutto o in parte, i beni di una società, provocando un danno di rilevante gravità e, con dolo o per effetto di operazioni dolose, il fallimento della stessa. Il Gip di Palmi, sempre su richiesta della Procura, ha anche disposto il sequestro di quattro società e di conti correnti ritenuti riconducibili alle sette persone coinvolte nell'inchiesta per un valore complessivo di nove milioni di euro. Dalle indagini dei finanzieri è emerso che una società, mediante scissione, ha dato vita a diverse nuove imprese, trasferendo alle neo costituite le principali attività aziendali compresi beni e attrezzature, con il fine, quindi, di depauperare il proprio patrimonio. Inoltre, sono stati individuati ingenti prelevamenti, tramite bonifici, destinati principalmente ai soci (circa 3 milioni 500 mila euro), ed in parte alle società della stessa compagine, nonché riscontrati consistenti prelievi di contante (per 800 mila euro). A causa di queste scelte si è verificato il dissesto della società e determinavano l'azzeramento del patrimonio sociale. Gli accertamenti fatti hanno consentito di individuare la cosiddetta "Testa di Legno", il rappresentante legale pro tempore della società, attraverso il quale i soggetti, destinatari delle misure, operavano come amministratori di fatto. Alla luce delle acquisizioni il Gip di Palmi Massimo Minniti ha emesso le ordinanze su richiesta del sostituto procuratore Anna Pensabene, assieme ad un decreto di sequestro di quattro società.

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