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    Commerciante ucciso a Rosarno, arrestati la sorella e il cognato

     

    Commerciante ucciso a Rosarno, arrestati la sorella e il cognato

    12 gen 17 La sorella ed il cognato di Antonio Scarfone, il commerciante di 49 anni ucciso a Rosarno il 14 agosto 2016, sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, con la collaborazione di quelli di Reggio Emilia, per concorso nell'omicidio. Si tratta di Vincenzo Timpani, di 61 anni, e Vittoria Scarfone (54). Nei giorni successivi al delitto erano stati fermati e sono ancora detenuti Angelo Scarfone (52), e Luigi Timpani (28), fratello e nipote della vittima e Timpani figlio dei due arrestati di oggi.

    --- Video Arresti a Rosarno (VIDEO)

    Nell'ambito dell'operazione, in Calabria ed in Emilia sono state eseguite anche alcune perquisizioni alla ricerca di ulteriori elementi probatori nei confronti dei coniugi. Secondo le indagini dei carabinieri, all'origine del delitto vi sarebbero stati dissidi all'interno della famiglia Scarfone acuitisi nel corso degli anni, legati alla gestione del patrimonio immobiliare e quindi dell'eredità dell'anziana madre dei fratelli Scarfone, nel frattempo deceduta. Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Palmi su richiesta della Procura. I provvedimenti cautelari sono giunti al termine di una complessa indagine condotta dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro e della Tenenza di Rosarno, con la collaborazione di quelli del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Reggio Emilia e con il supporto tecnico del Reparto indagini tecniche del Ros, sotto la direzione della Procura di Palmi. Le indagini, partite dal sopralluogo sul luogo del delitto di Antonio Scarfone, che era già noto alle forze dell'ordine, e proseguite con l'audizione di diverse persone e attività tecnica condotte con il contributo del Reparto indagini tecniche del Ros, secondo gli investigatori hanno consentito di ricostruire l'esatta dinamica dell'evento delittuoso e di raccogliere elementi gravemente indizianti a carico anche dei coniugi ai quali sono contestati i reati di concorso in omicidio, aggravato dalla premeditazione e dall'aver commesso il fatto approfittando di circostanze di tempo e di luogo, oltre al reato di detenzione illegale di arma da fuoco in concorso. Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati tradotti presso le Case Circondariali di Reggio Calabria “Panzera” ed “Arghillà” su disposizione dell’A.G. competente, in attesa di essere sottoposti ad interrogatorio di garanzia.

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