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    Petizione contro giornalista a Vibo: no a caccia alle streghe

     

     

    Petizione contro giornalista a Vibo: no a caccia alle streghe

    03 gen 17 "Raccolta firme, accuse di mistificazioni giornalistiche, attacchi di vario genere su Facebook finalizzati alla delegittimazione. E' quanto, incredibilmente, sta accadendo ai danni della giornalista Enza Dell'Acqua, corrispondente da Nicotera de 'Il Quotidiano del Sud' e fatta oggetto, ormai da mesi, di una sorta di 'caccia alla strega' da parte di alcuni suoi concittadini". E' quanto si legge in una nota congiunta di Ordine dei giornalisti della Calabria e Sindacato giornalisti della Calabria. "La 'colpa' di Enza Dell'Acqua - prosegue la nota - è quella di scrivere cose vere, accadute, ma che a molti non piace vedere pubblicate sui giornali. L'esempio classico è quello della notizia relativa allo 'sposino' che, per la cerimonia, arriva in elicottero sulla piazza principale di Nicotera. La collega Dell'Acqua ha dovuto presentare ai carabinieri il 31 dicembre, a tutela della propria onorabilità e della propria professionalità, una dettagliata denuncia per diffamazione". "Nell'esprimere la solidarietà dell'Ordine dei Giornalisti della Calabria e del Sindacato dei Giornalisti della Calabria alla collega Dell'Acqua - conclude la nota - siamo sicuri che le forze dell'ordine e la magistratura produrranno ogni sforzo al fine di garantire alla stessa collega la serenità necessaria per continuare, in un ambiente certamente difficile, il proprio lavoro".

    "In virtù dell'infondata accusa, tra le altre, di essere quattro gatti, abbiamo inteso realizzare in chiaro una pubblica sottoscrizione del documento, che non è una petizione contro qualcuno, ma manifestazione d'adesione al movimento e a quella versione dei fatti da parte dei singoli". E' quanto sostiene il Movimento 14 luglio in merito alla petizione che sarebbe stata avviata contro la giornalista del Quotidiano del Sud Enza Dell'Acqua in merito ad alcuni suoi articoli sulla potabilità dell'acqua a Nicotera, nel vibonese. "Le comunicazioni della signora Enza Dell'Acqua occasionate da una nostra replica a Il quotidiano del sud - prosegue il Comitato in un post sul proprio profilo Facebook - inventano di sana pianta una persecutoria petizione di cui lei sarebbe obiettivo. Che si tratti di equivoco o di truffaldino vittimismo poco importa. Sta di fatto che noi, in base a un diritto di opinione e parola che non ci si riconosce, a giudicare da certi post, abbiamo inteso replicare ad alcuni articoli a nostro giudizio disinformativi, offensivi e diffamatori verso tutto il movimento". "Questa - conclude il Movimento - la verità. Chi da adito ad altre interpretazioni dell'iniziativa senza nemmeno aver letto la replica rientra nel novero dei detrattori per partito preso del movimento. Si tratti di motivi di interesse, collusione con le malegestioni che combattiamo, antipatia umana o motivi ideologici (che sono quanto di più insensato, data l'assoluta eterogeneità d'appartenenza politica dei membri del 14 luglio) non ci interessa".

    Pressioni inaccettabili. Il segretario generale e il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, condividono le preoccupazioni e le denunce del Sindacato giornalisti della Calabria e del responsabile per la legalità della Fnsi in merito alla vicenda della raccolta di firme a Nicotera, in provincia di Vibo Valentia, contro la collega del Quotidiano del Sud, Enza Dell'Acqua. "La collega - dicono - ha sempre svolto con coraggio il suo lavoro di cronista e con le sue inchieste ha contribuito a svelare il malaffare nella città di Nicotera, Comune di recente commissariato per mafia. Ora contro di lei è stata addirittura promossa una raccolta di firme con lo scopo dichiarato di ridurla al silenzio. Questo è inaccettabile. La Fnsi chiede, in primo luogo ai media nazionali, non solo di illuminare questa triste vicenda, ma soprattutto di riprendere le inchieste di Enza Dell'Acqua che hanno provocato tale intollerabile aggressione, creando così una scorta mediatica a difesa della collega e di tutti i giornalisti finiti "nel mirino" per via del proprio lavoro".

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