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    Chiuse da procura Vibo indagini "Strada del mare", 5 indagati

     

     

    Chiuse da procura Vibo indagini "Strada del mare", 5 indagati

    22 feb 17 La Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha emesso l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nell'ambito dell'inchiesta sulla costruzione della cosiddetta "Strada del mare", costata milioni di euro e mai realizzata. L'avviso é stato notificato ai cinque indagati dell'inchiesta, tra ex funzionari della Provincia di Vibo Valentia ed imprenditori edili. L'inchiesta é stata condotta dal pm Michele Sirgiovanni, che aveva delegato gli accertamenti alla Guardia di Finanza. Il 4 marzo dello scorso anno erano stati eseguiti i sequestri di numerosi tratti della strada e di beni per equivalente per un valore di oltre quattro milioni di euro. Gli indagati, nei confronti dei quali s'ipotizzano i reati di frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata, sono l'imprenditore Vincenzo Restuccia, di 76 anni, di Rombiolo; Antonino Scidà (51), direttore tecnico delle imprese di Restuccia; Giacomo Consoli (65), ex dirigente dell'ufficio Lavori pubblici della Provincia di Vibo Valentia; Antonio Francolino (52), funzionario della Provincia e responsabile unico del procedimento, e Francesco Giuseppe Teti (65), ex funzionario della Provincia. Gli inquirenti ipotizzano irregolarità nei lavori e nell'intera gestione dell'appalto, per un valore di circa 30 milioni di euro, di un'opera che nelle intenzioni avrebbe dovuto congiungere Pizzo a Rosarno e quindi con lo svincolo dell'A3. Della realizzazione dell'arteria si era iniziato a parlare prima del 2004, data in cui si stabilì di appaltare i lavori, ma il primo cantiere era stato inaugurato l'8 marzo del 2010 a Joppolo dove era prevista la galleria, subito chiusa per la caduta di massi, che avrebbe consentito di oltrepassare gli insidiosi tornanti. La strada avrebbe poi ripercorso la ex 522 fino ad arrivare a Pizzo, con la realizzazione di una bretella. Per quanto concerneva questo tratto la consegna dell'opera era fissata per giugno 2012, ma gli amministratori provinciali del tempo avevano addirittura azzardato che si sarebbe riusciti a terminare gli interventi prima del termine stabilito. Previsione rivelatasi errata.

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