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    Blitz dei ROS alla cosca Piromalli: 12 arresti

     

    Blitz dei ROS alla cosca Piromalli: 12 arresti

    21 feb 17 I carabinieri del Ros hanno eseguito un'operazione contro la cosca Piromalli della 'ndrangheta, arrestando 12 persone e sequestrando il consorzio Copam di Varapodio (Reggio Calabria) costituito da oltre 40 aziende e cooperative agricole operanti nella Piana di Gioia Tauro, in Sicilia e nel basso Lazio. Arresti e sequestro sono stati fatti in esecuzione di un' ordinanza emessa dal Gip di Reggio Calabria su richiesta della Dda. I reati contestati agli arrestati vanno dall'associazione per delinquere di tipo mafioso e dal concorso esterno in associazione mafiosa, all'intestazione fittizia di beni, alla truffa e ad altri reati aggravati dalle finalità mafiose. L'operazione del Ros, denominata "Provvidenza 2", segue il fermo, eseguito sempre dai Carabinieri, nel gennaio scorso di 33 persone appartenenti alla stessa cosca Piromalli. Le indagini hanno documentato, in particolare, il livello di infiltrazione dei Piromalli nel locale tessuto economico, con particolare riferimento al settore agro-alimentare, grazie alla complicita' di imprenditori collusi. Tra i destinatari dell'odierno provvedimento ci sono gli anziani boss Giuseppe ed Antonio Piromalli, da molti anni al vertice della cosca.

    --- Video Il video dell'operazione

    L'intervento, che segue a meno di un mese il fermo di 33 persone organiche al sodalizio di Gioia Tauro emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha previsto il contestuale sequestro preventivo di beni per un valore di circa 50 milioni di euro, tra cui il noto consorzio Co.p.a.m. di Varapodio (RC) costituito da oltre 40 aziende e cooperative agricole operanti nella piana di Gioia Tauro, nella Sicilia orientale e nel basso Lazio.

    Questo l'elenco degli arrestati in carcere:
    CARERI Domenico, inteso “J.R.”, 55 anni di Gioia Tauro (RC), residente a San Ferdinando (RC)
    CARERI Gioacchino, 25 anni di Gioia Tauro (RC), residente a San Ferdinando (RC)
    COMERCI Nicola Francesco, 69 anni, di Nicotera (VV), residente a Gioia Tauro (RC)
    MOLE’ Michele, inteso “MICHELINO”, 50 anni di Taurianova (RC), residente a Gioia Tauro (RC)
    SCARPARI Rocco, 48 anni di Taurianova (RC), residente a Varapodio (RC)
    SCIACCA Annunziata, 49 anni di Vibo Valentia, residente a Gioia Tauro

    Ai domiciliari:
    PIROMALLI Antonio, inteso “’U CATANISI”, 78 anni di Gioia Tauro (RC), ivi residente;
    FERRO Cinzia, 44 anni di Milano, ivi residente
    CORDI’ Teresa, 43 anni di Reggio Calabria residente a Pisticci (MT)

    Obbligo di dimora:
    MINNITI Vittorio, 29 anni di Gioia Tauro (RC), ivi residente

    Già detenuti:
    PIROMALLI Giuseppe, 71 anni - CASA CIRCONDARIALE -L'AQUILA (AQ)
    TRIMBOLI Giuseppe Antonio, 56 anni - CASA CIRCONDARIALE - PALMI (RC)

    I provvedimenti, eseguiti dal raggruppamento operativo speciale, si collocano nel quadro di un'articolata manovra investigativa avviata in direzione dei vertici della ndrangheta reggina, già concretizzatasi:

    il 15.07.2016, con l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti 8 indagati per associazione di tipo mafioso e scambio elettorale politico mafioso, nel cui ambito, oltre ad accertare l’operatività di una struttura direttiva occulta della ‘ndrangheta, veniva riscontrato il funzionamento di un organo collegiale denominato “santa” ideato dai vertici delle cosche de Stefano e Piromalli (operazione mammasantissima);
    il 15.11.2016 ed il 19.11.2016, con l’esecuzione di misure cautelari nei confronti di 53 affiliati alla cosca Condello, indagati per associazione di tipo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni ed altri delitti, tutti aggravati dal metodo mafioso (operazione sansone);
    il 19.01.2017, con l’esecuzione di un provvedimento di fermo nei confronti 35 soggetti, contigui alla cosca Piromalli responsabili dei reati associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione ed altri reati aggravati dal metodo mafioso (operazione cumbertazione);
    il 26.01.2017, con l’esecuzione di un provvedimento di fermo nei confronti di 33 affiliati alla cosca Piromalli, indagati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, intestazione fittizia di beni, autoriciclaggio e altri reati aggravati dalle finalità mafiose (operazione provvidenza).

    Le risultanze contenute nell’ordinanza cautelare certificano ancora una volta le dinamiche associative e gli assetti mafiosi della cosca “Piromalli”, evidenziando il ruolo apicale dei fratelli Piromalli Giuseppe cl. 45 detto “facciazza”, attualmente detenuto presso il carcere de l’Aquila, e Piromalli Antonio cl. 39 detto “u catanisi”, in grado di orientare gli equilibri criminali dell’intero mandamento tirrenico e di condizionare il locale tessuto economico-imprenditoriale, con particolare riferimento ai settori agro-alimentare e turistico-ricettivo, grazie alla complicità di imprenditori contigui alla cosca.

    In particolare, l’indagine ha accertato come il citato Piromalli Giuseppe, benché da anni ristretto in regime detentivo speciale, attraverso i periodici colloqui con i familiari, e facendo leva su un'efficiente filiera comunicativa, fosse in grado di veicolare all’esterno ordini e messaggi, funzionali alla direzione degli affari del clan, controllati attraverso il figlio Piromalli Antonio, destinatario del provvedimento di fermo del 26 gennaio scorso.

    In tale contesto, altro ruolo carismatico in seno alla cosca è risultato quello dell’ultrasettantenne Piromalli Antonio, defilato sotto il profilo strettamente operativo, ma ancora molto influente nella pianificazione delle strategie criminali dell’organizzazione, soprattutto nel dirimere le controversie sorte tra gli affiliati, anche rispetto a problematiche non prettamente criminali. Inoltre, proprio all’anziano Piromalli Antonio era devoluto il compito di rinsaldare i rapporti con la cosca mole’, un tempo alleata, attraverso la figura di Mole’ Michele cl. 66, opportunamente coinvolto nella ripartizione dei proventi derivanti dagli affari criminali legati alla gestione del porto di Gioia Tauro.

    Sul piano più generale, le investigazioni del ros hanno messo in luce anche le infiltrazioni dell’organizzazione criminale sia nel settore agroalimentare, documentando le interrelazioni transnazionali strumentali allo sviluppo di tali importanti traffici commerciali, che nel settore turistico-ricettivo, attraverso ingenti investimenti di denaro di provenienza illecita nell?acquisto di strutture alberghiere ubicate in zone costiere ad elevata vocazione turistica.

    In particolare nel comparto oleario, è emersa la figura degli imprenditori Careri Domenico e Gioacchino, da sempre legati a Piromalli Giuseppe cl. 45 e al figlio Antonio, per conto dei quali avviavano un’ingente attività di esportazione di olio verso gli stati uniti, con la prospettiva di rilevanti introiti derivanti dalla possibilità di commercializzare il prodotto in noti ipermercati americani, potendo contare, tra l’altro, sull’articolato circuito relazionale di Vizzari Rosario, prestanome del sodalizio stabilitosi da anni nel New Jersey. tale meccanismo di fatto consentiva ai Piromalli di penetrare nel mercato americano con prospettive di guadagno e riciclaggio di denaro, mentre ai Careri di assumere una posizione rilevante nel settore oleario, vendendo il proprio prodotto ad un prezzo decisamente vantaggioso e dissimulando, dietro l'etichettatura di olio extravergine, la vendita di olio di sansa (in alcuni casi persino avariato). le ipotesi di frode in commercio e contraffazione alimentare sono attualmente al vaglio delle autorità americane, con approfondimenti da parte dell' Fbi.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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