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    Intimidazione a Sindaco di Cassano, Papasso, imbrattata tomba di famiglia

     

    Intimidazione a Sindaco di Cassano, Papasso, imbrattata tomba di famiglia

    18 feb 17 Ignoti, nella notte, nel cimitero di Cassano allo Jonio, hanno imbrattato la lapide posta sulla tomba del padre del sindaco della città, Gianni Papasso. Sull'atto vandalico hanno avviato indagini i carabinieri della locale Tenenza. "Si tratta di un atto - afferma Papasso - che si descrive da solo. Hanno inteso turbare la pace di mio padre. Nemmeno i morti possono più riposare in pace. Il gesto è sicuramente da ascrivere alla mia attività amministrativa che, evidentemente, dà fastidio a qualcuno. A Cassano, oramai, si è creato un clima d'odio che viene alimentato da tempo e che è sfociato nell'interrogazione del senatore Morra. Oggi si è arrivati a imbrattare la lapide di mio padre". "Una situazione che, in queste ore - prosegue Papasso - mi sta facendo meditare se abbandonare la mia carica o continuare a servire Cassano e continuare a oppormi al malaffare e all'illegalità. Una cosa mi fa stare veramente male ed è quella di sentirmi abbandonato da alcuni pezzi dello Stato e constatare che vi sono delle forze che vogliono delegittimarmi".

    "É stato un atto ignobile quello perpetrato ai danni della lapide della tomba del papà del sindaco di Cassano allo Jonio, Gianni Papasso. A lui e alla sua famiglia esprimo la solidarietà mia personale e dell'intera Diocesi". Lo afferma, in una nota, il Vescovo di Cassano allo Jonio, mons. Francesco Savino. "Ferma è la condanna - aggiunge - per il gesto deplorevole e particolarmente irriguardoso della memoria dei defunti. Nella preghiera e nell'impegno civile continuiamo a dire no a stili che non appartengono minimamente all'antica civiltà del popolo cassanese". "Fiduciosi nell'azione di salvaguardia e tutela del territorio da parte della magistratura e delle forze dell'ordine - conclude mons. Savino - auspichiamo che si possa perseguire la costruzione della pace per il bene comune".

    "Lo abbiamo sostenuto nella sua prima campagna elettorale e anche alla seconda. Non solo per il programma credibile che ha proposto, ma perché Gianni è una persona perbene". E' quanto afferma Riccardo Nencini, segretario del Psi, dopo che la notte scorsa, persone non identificate, nel cimitero di Cassano allo Jonio, hanno imbrattato la lapide posta sulla tomba del padre del sindaco socialista della città, Gianni Papasso. Appena appresa la notizia dell'atto vandalico, Nencini ha telefonato al sindaco di Cassano allo Jonio per esprimergli la propria "vicinanza e la solidarietà di tutto il Psi". "Mi appello alle ragazze e ai ragazzi, alle donne e agli uomini della Calabria - ha proseguito Nencini - perché gli stiano vicini in un momento così delicato. Come sostiene la Bibbia, bisogna stare vicino alle persone nei momenti di dolore prima ancora che in quelli di gioia. Agli atti vili bisogna rispondere con gli strumenti della libertà. Siamo tutti Gianni Papasso".

    "L'intimidazione rivolta a Giovanni Papasso e' un atto tanto grave per la sua intrinseca violenza quanto assai eloquente per il messaggio che intende trasmettere. Di fronte ad una minaccia di questo tipo, sarebbe doloso ridimensionare l'accaduto o sottovalutarlo". Lo sostengono, in una nota, i deputati del Pd Ernesto Magorno ed Enza Bruno Bossio, componenti della Commissione antimafia. "É evidente - aggiungono - che si vuole colpire l'attività dell'Amministrazione comunale guidata da Giovanni Papasso. Tale minaccia é la manifestazione esplicita di una reazione di quelle forze che non tollerano a Cassano una direzione del Comune improntata al principio della trasparenza e della legalità. É la reazione di chi intende ostacolare e avversare l'opera antimafia di Giovanni Papasso. É grave, inoltre, che tutto ciò possa essere alimentato da un clima generato da una lotta di potere strumentale e distorcente, condotta dal Movimento 5 Stelle, che rischia di dare oggettivamente copertura ad interessi illegali e all'azione della mafia. A Papasso esprimiamo la nostra piena solidarietà". "Siamo certi - dicono ancora Magorno e Bruno Bossio - che egli ha già ampiamente dimostrato coerenza e coraggio tali per non cedere a intimidazioni e minacce. Diciamo, però, che non va lasciato cadere l'appello che lo stesso Papasso ha lanciato: gli organi dello Stato preposti dovranno essere fortemente impegnati non soltanto a far luce sul grave episodio di violenza ma anche e soprattutto a tutelare e garantire l'esposizione di un sindaco fortemente impegnato a difendere legalità e democrazia in un territorio ad alta densità mafiosa. Anche per questo assumeremo ogni utile ed efficace iniziativa affinché la stessa Commissione Parlamentare Antimafia intervenga attivamente sulla vicenda".

    Franco Corbelli, del movimento Diritti Civili, "condanna duramente - é detto in un comunicato - il vile gesto di intimidazione" ed esprime "la sua vicinanza e la sua solidarietà al sindaco di Cassano, Gianni Papasso". Corbelli invita Papasso "a continuare il suo impegno antimafia e di legalità, che nessuno potrà mai condizionare e sporcare, come qualche sprovveduto miracolato ha cercato di fare" ed auspica "che lo Stato non lasci solo questo coraggioso primo cittadino e la sua Amministrazione, quotidianamente impegnati in una realtà assai difficile e problematica, con una forte presenza mafiosa che si cerca di combattere con il rispetto della legge e della legalità. Se cede Cassano è la resa alla mafia! Vorrei che questo fosse chiaro a tutti. Sono in gioco la democrazia e la legalità. Il sindaco, l'amico Papasso, è un simbolo antimafia. Per questo lui e la sua amministrazione vanno sostenuti. Per difendere un presidio di democrazia, giustizia e legalità".

    "Quando un amministratore locale viene così vigliaccamente colpito negli affetti e nella memoria dei propri cari abbiamo perso tutti. Chi si batte quotidianamente per la crescita civile e democratica delle comunità, come il collega sindaco Gianni Papasso, va sostenuto e difeso non solo dalle istituzioni, ma da tutta la società civile che non si riconosce in questi simili atti intimidatori. È per questo che mi stringo al fianco di Gianni Papasso che sul territorio di cassano sta conducendo una battaglia di rinascita della cittadina chiamata ad amministrare, senza piegare la testa difronte al malaffare, alla criminalità e agli interessi di bottega. La notizia del vile gesto che ha riguardato la tomba del padre, arrivata nel mentre eravamo a Reggio Calabria per celebrare l'assemblea del consiglio regionale delle autonomie locali, ha fatto decidere per la sospensione dell'assemblea in segno di rispetto e solidarietà per il sindaco di Cassano all’Jonio. Ma ora è arrivato il momento di dire basta a questa spirale subdola ed anonima. Serve invertire la tendenza e non lasciare solo Papasso e tutti gli amministratori che come lui si battono per il nuovo corso delle amministrazioni locali". Vincenzo Tamburi Consigliere provinciale e Sindaco di San Basile

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