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    Calabria Verde: scattano gli arresti per 5 dirigenti

     

    Calabria Verde: scattano gli arresti per 5 dirigenti

    21 set 16 I finanzieri del comando provinciale di Catanzaro, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, hanno eseguito stamani cinque misure cautelari - quattro arresti ed una misura interdittiva - nei confronti di dirigenti, funzionari e consulenti della società "Calabria verde", ente strumentale della Regione che ha accorpato l'ex Afor e le ex Comunità montane. I cinque sono indagati, a vario titolo, per reati contro la pubblica amministrazione. L'inchiesta mira ad accertare presunte distrazioni di fondi della società, utilizzati a scopi diversi da quelli previsti. In particolare riguarderebbe l'uso di fondi comunitari destinati all'acquisto di mezzi antincendio boschivi, alla gestione del rischio idrogeologico e a consulenze esterne. I particolari dell'operazione sono stati illustrati dal procuratore della Repubblica Nicola Gratteri e dal procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri nella sede del Comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro.

    I finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro, in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Procura, hanno condotto in carcere l'ex direttore generale dell'azienda Paolo Furgiuele e il dirigente Alfredo Allevato ed agli arresti domiciliari è stato posto Marco Mellace, dirigente dell'economato. Per l'ex dirigente Antonio Errigo è stata disposta l'interdizione dai pubblici uffici mentre l'obbligo di dimora è stato deciso per l'agrotecnico Gennarino Magnone. I cinque devono rispondere a vario titolo dei reati di abuso d'ufficio, peculato, falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale e minacce a pubblici ufficiali. Una vicenda che gli inquirenti hanno definito "sconcertante". I particolari dell'indagine sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato il procuratore capo Nicola Gratteri, l'aggiunto Giovanni Bombardieri, il generale della Guardia di finanza Gianluigi Miglioli, il colonnello Carmine Virno e il tenente colonnello William Vinci. Nel corso delle indagini sono state monitorate alcune riunioni in cui i responsabili dei cantieri sarebbero stati minacciati e costretti a presentare stati di completamento di opere in realtà mai realizzate. All'ex dg Furgiuele è contestato anche di aver utilizzato operai e forniture dell'azienda per ristrutturare la sua abitazione di Amantea. Circa dieci operai avrebbero lavorato nella casa privata del dg mentre risultavano impegnati nei lavori di ristrutturazione degli uffici di Calabria Verde a Paola. Tra le altre cose Furgiuele avrebbe usato il parquet destinato agli uffici dell'azienda. Un danno di circa 33mila euro. L'ultima contestazione riguarda l'incarico da "dottore agronomo" per 30mila euro, di cui riscossi solo 17 mila, a un agrotecnico, amico del direttore generale, senza che ne avesse i titoli per ricoprirlo.

    Gratteri: Nulla è cambiato in 30 anni. "In 30 anni nulla sembra cambiato nella gestione della forestazione calabrese". Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri illustrando i risultati dell'inchiesta su Calabria Verde. "La mia prima indagine quando ero giudice istruttore a Locri - ha raccontato il magistrato - riguardava proprio la forestazione. Emersero illeciti e clientele che portarono anche all'arresto dell'allora vicepresidente del consiglio regionale. Con questa nuova indagine mi sono reso conto che nulla è cambiato. Negli indagati di oggi rivedo la stessa arroganza e sicurezza dell'impunità". "Noi non siamo chiamati a dare giudizi etici - è stato il commento del procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri - ma dobbiamo individuare fatti penalmente rilevanti. Ebbene quello che è emerso durante le indagini è sconcertante con un utilizzo spregiudicato di fondi pubblici. L'inchiesta rappresenta solo un primo step di un'indagine più ampia". Il colonnello della Guardia di finanza Carmine Virno ha invece sottolineato come la gestione dei vertici di Calabria Verde abbia prodotto "un danno di circa 80 milioni di euro alle casse della Regione. L'ente infatti non potrà rendicontare alla commissione europea e i soldi già spesi resteranno quindi in carico alla Regione".

    Gip: Furgiuele a vertice sistema criminale. "Paolo Furgiuele si è posto al vertice di un sistema criminale in cui la funzione pubblica è del tutto asservita agli interessi personali". È quanto scrive il gip di Catanzaro Giuseppe Perri nell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere l'ex direttore generale dell'azienda Calabria Verde. Per il giudice vi sarebbe un "serio e concreto rischio di inquinamento probatorio". Già in fase di indagini, ricorda il giudice, si sarebbe verificata la sparizione di un documento. In particolare dagli archivi dell'azienda sarebbe stato sottratto il provvedimento "con il quale imputava alle anticipazioni regionali su fondi Por il costo degli straordinari non dovuti e tuttavia riconosciuti agli operai impiegati presso l'abitazione privata di Furgiuele".

    Le complesse ed articolate attività investigative della guardia di finanza hanno consentito di evidenziare il compimento di illeciti nell’ambito di un progetto comunitario (por - fondi europei di sviluppo regionale - 2007/2013) poiché sono stati impiegati fondi per circa 80.000.000,00 (ottanta milioni) di euro, stanziati per la messa in sicurezza dei corsi d’acqua (linea di azione 3.2.1.2.) e per i rischi frane (linea di azione 3.2.2.1.) del territorio regionale, per fini differenti rispetto a quelli previsti, in quanto erano utilizzati progressivamente per il pagamento in via stabile e continuativa degli stipendi ordinari e degli straordinari dei dipendenti di “Calabria verde”.

    Con tale stratagemma, pertanto, sono stati distratti quasi ottanta milioni di euro, rispetto ai 102 milioni stanziati, sottraendoli alla loro funzione vincolata. infatti, la linea di azione 3.2.1.2. riguarda azioni di rimozioni del rischio di esondazione dei corsi d’acqua attraverso interventi di ripristino della sezione idraulica e della funzionalità delle opere idrauliche in aree a rischio molto elevato (r4) o elevato (r3) all’interno del piano di assetto idrogeologico (p.a.i.) della regione calabria, mentre quella 3.2.2.1. concerne gli interventi di mitigazione ed eliminazione dal rischio frane con la messa in sicurezza degli insediamenti urbani e delle infrastrutture strategiche in aree a rischio molto elevato (r4) o elevato (r3) all’interno del p.a.i..

    Le indagini hanno, altresì, consentito di appurare ulteriori fatti gravissimi ed in particolare che il direttore generale pro tempore aveva fatto eseguire alcuni lavori di ristrutturazione della propria abitazione privata, utilizzando operai (che risultavano in servizio, così distraendoli dall’attivita’ dell’ufficio) e mezzi della azienda nonche’ acquistando materiale con i soldi dell’ente pubblico per un danno complessivo alle casse della stessa di quasi 33 mila euro.

    Da ultimo, è stato accertato che era stato conferito un incarico da “dottore agronomo” per 30 mila euro, di cui riscossi solo 17 mila euro, ad un agrotecnico, amico del medesimo direttore generale, senza che ne avesse i titoli per ricoprirlo (peraltro all’interno dell’ente vi erano almeno diciotto dipendenti con la qualifica e i titoli per poter svolgere il medesimo incarico). in particolare, sebbene la società avesse approvato un avviso pubblico per la creazione di una short list per l’affidamento di un incarico di redazione del piano di gestione forestale, aveva comunque designato l’agrotecnico pur non avendo questi i titoli di “dottore agronomo”.

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