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    Vescovo Locri "Non basta parlare di ndrangheta per batterla"

     

     

    Vescovo Locri "Non basta parlare di ndrangheta per batterla"

    02 set 16 "Vedo nella vostra presenza così variegata e qualificata il segno e il desiderio di consegnare alla Vergine di Polsi le nostre attese e speranze, i sogni di questo nostro territorio. Sogni di una terra, che mette da parte ogni complesso di inferiorità e cerca il coraggio di rialzarsi attraverso percorsi di liberazione e purificazione da ogni forma di illegalità. Scusatemi se non uso di proposito il termine 'ndrangheta. Non è perché non ne riconosca l'esistenza e la pericolosità. Tutt'altro". Così si è espresso il vescovo di Locri mons. Francesco Oliva, nell'omelia in occasione della tradizionale festa della Madonna della Montagna, nel santuario di Polsi, nel cuore dell'Aspromonte. Un santuario indicato, in diverse inchieste della magistratura, come luogo d'incontro, in concomitanza con la festa dell'1 e 2 settembre che richiama migliaia di fedeli, delle cosche di 'ndrangheta per decidere di affari e strategie, ha fatto storia. "Sono convinto che essa - ha spiegato il presule - pur avendo trovato altrove terreno più fertile, costituisce un gravissimo fenomeno che ci condiziona negativamente e paralizza lo sviluppo della nostra terra. Devo però riconoscere che le forze dell'ordine e la magistratura in questi anni hanno operato con grande attenzione e competenza in modo da ottenere importanti successi e tenere sotto controllo il fenomeno. Sono convinto altresì che non basta riempire pagine di giornali con questo termine per debellarla: occorre un impegno concreto da parte di tutti, nessuno escluso, contro ogni comportamento improntato a illegalità, a compromesso, a costante ricorso alla raccomandazione. Tutte 'scorciatoie' che creano le premesse di una corruzione generalizzata e diffusa che distrugge ogni speranza e manifesta l'altra faccia della mafia". "Non c'è Polsi senza croce! Una Croce - ha detto inoltre mons. Oliva - fatta di grandi amori e fedeltà, ma anche di tanti, tanti tradimenti. Da una parte la fedeltà di Dio, che ha trovata tanta adesione in questo nostro popolo dell'estremo Sud della penisola, dall'altra i tradimenti umani. Quante infedeltà qui a Polsi. Quanta miseria umana! Ma anche quanta cattiveria! Chiedo perdono a Dio per tutto questo. Perdono per coloro che sono morti nei loro peccati! Per quanti hanno cagionato spargimento di sangue, lacrime di dolore e sofferenze di ogni genere! Perdono per i mafiosi che si si sono fatti vanto della sacra immagine della Madonna di Polsi! Perdono per quanti hanno disonorato il nome stesso della famiglia! Perdono per una fede popolare troppo superficiale e poco coerente. Perdono per quanti hanno legato la sacra immagine di Maria della Montagna ai loro progetti criminali. Polsi è testimone silente di tanto male, ma anche di tanta fede popolare, semplice, spontanea!"

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