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    Verifiche di CC e VVF su allarme radioattività nel catanzarese lanciato dalle 'iene'

     

     

    Verifiche di CC e VVF su allarme radioattività nel catanzarese lanciato dalle 'iene'

    23 nov 16 I carabinieri del Nucleo operativo ecologico, della Compagnia di Soverato e personale del reparto Nbcr (Nucleare, batteriologico, chimico, radiologico) dei vigili del fuoco hanno effettuato un accurato sopralluogo sulla spiaggia di Montauro, nel catanzarese. Obiettivo dei controlli è individuare eventuali tracce di scorie radioattive. L'allarme era stato lanciato ieri sera da un servizio trasmesso dal programma "Le Iene" curato da Giulio Golia che ha messo in correlazione la possibile presenza di fusti nel mar Ionio ad alti livelli di radioattività riscontrati sulla spiaggia di località "Calalunga". Stamani le squadre di carabinieri e vigili del fuoco hanno effettuato analisi, prelievi e carotaggi lungo tutto il tratto di costa. Con apposite apparecchiature è stata misurata la radioattività delle sponde del torrente Franco. I primi rilievi, secondo quanto trapelato, avrebbero mostrato dati nella norma. Gli esami comunque proseguiranno in laboratorio. I risultati verranno poi inseriti in una relazione che gli specialisti dei vigili del fuoco invieranno all'autorità giudiziaria. La tematica sarà trattata anche in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica.

    Legammbiente: dossier del 1994. Sulla presunta presenza di rifiuti radioattivi in Calabria, segnalata ieri nel servizio della trasmissione "Le Iene", Legambiente "aveva ricostruito i casi nel dossier del 1995 'Rifiuti radioattivi: Il caso Italia', a seguito delle denunce che i circoli locali avevano presentato alla magistratura nel marzo del 1994". Lo afferma la stessa associazione ambientalista in un comunicato in cui ricorda che "con un esposto alla Procura di Reggio Calabria erano state riportate notizie circa la presenza di discariche di rifiuti abusive in Aspromonte, in particolare nella zona tra la Limina e Cinquefrondi". "Relativamente alla vicenda sulle 'navi dei veleni', invece - prosegue la nota - Legambiente aveva segnalato anche le due testimonianze, riportate dal settimanale Cuore e raccolte dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, che riguardavano il caso dei due pescatori di Montauro, in località Calalunga, e quella relativa allo spiaggiamento di alcuni fusti, di color giallo, immediatamente recuperati da due battelli (Isola Gialla e Corona). All'epoca dei fatti, sia il prefetto di Catanzaro che la Protezione Civile avevano smentito, a più riprese, l'esistenza di dati preoccupanti da un punto di vista sanitario. Legambiente aveva chiesto che venissero resi pubblici, immediatamente, i risultati delle analisi. Le informazioni fornite furono parziali perché alcune delle analisi eseguite erano coperte da segreto istruttorio. Secondo informazioni che Legambiente aveva acquisito, esistevano perizie discordanti. Sempre nello stesso dossier, l'Associazione aveva ripreso anche le denunce fatte sugli strani spostamenti di navi sulle coste calabresi. Di queste vicende si occupò la pretura di Reggio Calabria, da cui nacque la collaborazione con il capitano Natale De Grazia. Già allora l'Associazione ambientalista chiedeva al Governo e al Parlamento norme adeguate per evitare la proliferazione di attività private e traffici illegali". "In attesa che si faccia chiarezza dopo l'esito delle indagini che in queste ore stanno svolgendo i Carabinieri della Compagnia di Soverato guidati dal tenente Gerardo De Siena, in collaborazione con gli uomini del Noe di Catanzaro e del Nucleo Nucleare-Biologico-Chimico-Radiologico (NBCR) dei Vigili del Fuoco di Catanzaro e coordinati dalla Procura del capoluogo - conclude la nota - Legambiente chiede che la Commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti, presieduta dall'on. Alessandro Bratti, prosegua il lavoro concluso nella scorsa legislatura che ebbe come esito finale, il 28 febbraio 2013, l'approvazione dell'ottima relazione sul fenomeno delle navi a perdere dalla parte della Commissione, i cui relatori furono proprio l'on. Bratti e l'on. Gaetano Pecorella".

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