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    Inchiesta Comune Catanzaro, udienza rinviata al 3 marzo

     

     

    Inchiesta Comune Catanzaro, udienza rinviata al 3 marzo

    21 nov 16 E' iniziata stamani ed è stata poi rinviata al 3 marzo l'udienza preliminare a carico di 25 persone per le quali la Procura di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio nell'ambito dell'inchiesta chiamata "Catanzaropoli" su presunte irregolarità nella gestione del Comune capoluogo della Calabria. L'udienza, però proseguirà nei confronti di 24 imputati. Il giudice, infatti, ha disposto la nullità dell'avviso di conclusione indagini relativo all'ex assessore comunale al Personale Massimo Lomonaco, accusato di peculato, e la restituzione degli atti alla Procura. A sollevare la questione è stato il suo difensore, l'avv. Antonio Lomonaco, che ha lamentato la nullità sostenendo che la nomina difensiva rilasciata dal cliente per l'inchiesta chiamata "Multopoli" aveva efficacia e validità anche nel procedimento "Catanzaropoli" nato in seguito ad uno stralcio deciso dal pm durante le indagini, ma nel procedimento trattato oggi la nomina non è stata mai considerata valida dalla Procura che ha nominato un avvocato d'ufficio senza avvertire i difensori di fiducia a cui precedentemente era stato conferito l'incarico, lo stesso Antonio Lomonaco e Salvatore Staiano. Il pm si è opposto, ma il gup ha accolto la richiesta stralciando la posizione di Massimo Lomonaco. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di peculato, induzione indebita a dare e promettere utilità, falsità ideologica, truffa, abuso di ufficio ed estorsione. Quest'ultima accusa riguarda il consigliere comunale della lista Per Catanzaro Franco Leone che avrebbe minacciato un funzionario comunale. Abuso d'ufficio é l'ipotesi di reato per il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale e consigliere regionale Domenico Tallini. Secondo l'accusa Tallini, con il consigliere comunale Carlo Nisticò ed il tenente colonnello dei vigili urbani Salvatore Tarantino avrebbero favorito il titolare di un esercizio commerciale omettendo di verbalizzare violazioni edilizie. Tra gli imputati figura anche il comandante dei vigili urbani Giuseppe Antonio Salerno, accusato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale.

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