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    Vasta operazione dei CC di Reggio, 41 arresti, anche un assessore, anche partite truccate

     

    Vasta operazione dei CC di Reggio, 41 arresti, anche un assessore, anche partite truccate

    03 nov 16 Una vasta operazione dei Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria si è svolta nella provincia di Reggio Calabria ed in quelle di Roma, Milano, Vibo Valentia, Pavia, Varese, Como, Monza-Brianza e Cagliari per l'esecuzione di 41 provvedimenti di fermo emessi dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria nonché di numerose perquisizioni. I reati contestati sono associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, estorsione, danneggiamenti, lesioni personali gravi, frode sportiva, intestazione fittizia di beni e incendio, con l'aggravante del metodo mafioso. L'inchiesta, denominata Lex, che stamani ha portato all'esecuzione di 41 fermi nei confronti dei presunti affiliati al "locale" di Laureana di Borrello - formato dalle famiglie Ferrentino-Chindamo e Lamari, avrebbe permesso di delineare gli assetti dell'organizzazione operante nel territorio di Laureana di Borrello e comuni limitrofi con ramificazioni in tutta la provincia ed in altre province del Nord Italia. Le indagini avrebbero inoltre ricostruito l'attività della cosca che, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, era finalizzata al controllo ed allo sfruttamento delle risorse economiche della zona attraverso il compimento di una serie di delitti in materia di armi, contro il patrimonio, la vita e l'incolumità individuale, in materia di commercio di sostanze stupefacenti. La cosca avrebbe anche condizionato l'ordinario andamento delle istituzioni comunali, attraverso l'ingerenza su alcuni componenti dell'amministrazione, per ottenere l'aggiudicazione di appalti pubblici in favore delle aziende mafiose di riferimento della cosca. Accertata anche l'intestazione fittizia di numerose attività commerciali, tra le quali due imprese edili ed una società, attiva nel Porto di Gioia Tauro, di import/export e di alcuni immobili in Lombardia. Sono stati sottoposti a sequestro preventivo 10 tra beni immobili e attività imprenditoriali ubicati in Laureana di Borrello (RC), Vibo Valentia, Voghera (PV) e Bregnano (CO) e riconducibili ad alcuni degli indagati per un valore stimato di oltre 30 milioni di euro (4 imprese di costruzione, 1 impresa di import/export, 01 azienda agricola, 1 squadra di calcio, 1 edicola, 1 supermercato, 1 abitazione). L’attività ha permesso nel tempo di procedere già all’arresto di 5 persone, al sequestro di oltre un 2 kg. di sostanza stupefacente del tipo marijuana ed al rinvenimento di 3 pistole, 1 fucile, centinaia di munizioni di vario calibro e quasi 2 kg. di polvere da sparo. L’operazione odierna ha visto l’impiego complessivo di circa 300 militari in tutta la penisola, con perquisizioni che hanno interessato diverse abitazioni ed immobili considerati depositi di armi e droga della consorteria laueranese, nonché lo studio legale, con sede a Milano, di un noto penalista ritenuto vicino alla cosca.

    --- Video Operazione LEX, 41 arresti (il VIDEO)

    Arresti in Brianza. Tre persone, residenti in Brianza ma di origine calabrese, sono state arrestate all'alba di oggi nell'ospedale di Carate Brianza (Monza). Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere di tipo mafioso, detenzione di armi da guerra, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione e lesioni personali gravi. L'operazione "Lex" ha riguardato le attività della "Locale" calabrese di Laureana di Borrello, gestita dalle famiglie Ferrentino-Chindamo e Lamari. Proprio tre persone della famiglia Lamari sono state arrestate in ospedale a Carate Brianza, mentre assistevano al travaglio di una loro congiunta.

    Arresti nel varesotto. Tre persone, un pluripregiudicato di 32 anni e due donne di 47 e 21 anni, sono state arrestate questa mattina a Gallarate (Varese). Le tre persone arrestate, il 32enne in carcere e le due donne ai domiciliari, sono ritenute parte di un gruppo criminale vicino alla locale 'ndraghentista di Laureana di Borrello, accusato a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, estorsione, danneggiamenti, lesioni personali gravi, frode sportiva, intestazione fittizia di beni e incendio, con l'aggravante del metodo mafioso. All'alba sono state arrestate nell'ospedale di Carate Brianza (Monza) altre tre persone, residenti in Brianza ma di origine calabrese.

    Arresto all'aeroporto di Cagliari. C'è anche un 40enne di origini calabresi ma residente a Elmas, Francesco Tarantino. Questa mattina i carabinieri della Compagnia di Cagliari si sono presentati a casa di Tarantino per notificargli il fermo con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Il 40enne, che lavora come operatore portuale ed è sposato con una sarda, secondo l'accusa sarebbe affiliato a una delle cosche. La sua abitazione è stata perquisita, ma non sarebbe stato trovato nulla di particolarmente compromettente. I 41 fermati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, estorsione, danneggiamenti, lesioni personali gravi, frode sportiva, intestazione fittizia di beni e incendio, con l'aggravante del metodo mafioso.

    I destinatari del provvedimento di fermo, eseguito nel corso dell’odierna operazione, sono stati: FERRENTINO MARCO, classe ’80 ; PETTÉ TIZIANA, classe ’81; BIELOVA ALLA, classe ’89; FERRENTINO ALESSIO, alias “u stuccaru”, classe ‘78; FERRENTINO FRANCESCO alias “u zassu”, classe ‘90; DI GIGLIO ANTONINO alias “u liraru”, classe ‘75; FERRENTINO ALESSIO , classe ‘84; DI MASI GIUSEPPE , classe ‘88; PITITTO GIUSEPPE, classe ’75; SIGNORELLO JOSE’, classe ’87; SIBIO GIOVANNI, classe ’89; MONEA SALVATORE, classe ’74; LAMANNA FRANCESCO, classe ’86; LAMANNA ANTONELLO, classe ’75; PIROMALLI VINCENZO, classe ’69; BEVILACQUA MARIO, classe ’72; ASCHEI FABIO, classe ’61; PETTÈ PASQUALE, classe ’67; DI MASI PASQUALE, classe ’86; PRESTIA FRANCESCO, classe ’76; TARANTINO FRANCESCO, classe ’76; PANIGO MARINA, classe ’59; MEZZASALMA FABIO, classe ’63; MARAFIOTI ALBINO, classe ’85; FERRARI GIORGIA, classe ’95; SALVO ISABELLA, classe ’69; FREITAS DE SIQUEIRA DIEGO, classe ’86; CHINDAMO ALBERTO, classe ’88; LAMARI VINCENZO alias Enzo, classe ’68; LAMARI ANGELO, classe ’67; LAMARI MATTIA, classe ’97; MASTROIANNI FABIO, classe ’87; PAPANDREA NATALE, classe ’91; NAPOLI CLAUDIO, classe ’76; PROSSOMARITI ANDREA, classe ’73; LAINÀ VINCENZO, classe ’63; CIANCIO FRANCESCO ANTONIO, classe ’95; OPPEDISANO MAURIZIO, classe ’81; ZITO FELICE, classe ’91; MANDAGLIO ANDREA, classe ’95; MANDAGLIO GIOVANNI, classe ’93
    Dei predetti FERRARI Giorgia, SALVO Isabella, MANDAGLIO Andrea, MANDAGLIO Giovanni e ZITO Felice sono stati posti agli arresti domiciliari.

    Tra arrestati assessore: C'è anche un assessore del Comune reggino di Laureana di Borrello, Vincenzo Lainà, tra le persone fermate dai Carabinieri nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Reggio Calabria contro le cosche Ferrentino-Chindamo e Lamari. Lainà è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa perché, pur non facendo parte stabilmente del 'locale', sarebbe stato il referente politico.

    Sequestri: Nel medesimo contesto sono stati disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia Reggina diversi sequestri preventivi, finalizzati alla confisca, di una serie di società e beni immobili ritenuti riconducibili direttamente o indirettamente, per il tramite di intestatari fittizi, alle Cosche Lamari e Chindamo - Ferrentino. In particolare, sono stati sottoposti a sequestro in via d’urgenza: Dimasi Costruzioni di Giuseppe Dimasi (Voghera); Dima Costruzioni S.r.l. di Lamanna Francesco(Voghera); Dimafer di Ferrentino Francesco(Voghera); Ditta di import-export “United Seed’s Keepers” s.r.l. con sede a Milano e Roma; Ditta Di.Gi. lavori edili di Digiglio Antonino “u liraru”; Ditta N.P. Lavori e Costruzini snc di Napoli Claudio e Prossomariti Andrea; Azienda “Demetra“ srl con sede in Laureana di Borrello; Attività commerciale “Il Quadrifoglio”di proprietà di Brogna Francesco nelle due sedi di Laureana di Borrello e Feroleto della Chiesa; Società Polisportiva Laureanese calcio; Edicola di Pititto Giuseppe in Vibo Valentia; Garage adibito alla vendita di Pesce Stocco di Ferrentino Alessio

    De Raho: Territorio sottomesso alle cosche. Avevano sottomesso un intero territorio su cui spadroneggiavano con aggressioni fisiche, intimidazioni di ogni genere, violenze. Così i Ferrentino-Chindamo e i Lamari, si erano divisi a metà gli 'affari' a Laureana di Borrello, grosso comune agricolo da cui si domina l'intera Piana di Gioia Tauro. "Quaranta i sottoposti al provvedimenti di fermo - ha detto il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho - ed un solo irreperibile perché all'estero. I carabinieri hanno ricostruito efficacemente lo spaccato criminale che aveva sottoposto tutto il territorio di Laureana ad autentico terrore: due gruppi di 'ndrangheta che pretendevano persino la soggiacenza assoluta delle persone anche pretendendo, come in un caso accertato, di congiungersi con una donna convivente con uomo ed il cui rifiuto è stato ripagato con numerosi colpi di arma da fuoco al portone di casa. Oppure, in un'altra occasione, quando un ragazzino figlio di un Ferrentino, viene redarguito per avere sfondato le porte dei bagni della scuola. Anche lì scatta la ritorsione, durissima nei confronti dell'operatore scolastico, sottoposto ad un pestaggio". Il gruppo criminale, inoltre, avrebbe tentato di appropriarsi con la forza di terreni agricoli, abbandonando sui campi a brucare senza controllo il loro bestiame. "Ad un imprenditore, che aveva provveduto a recintare il terreno per impedire agli animali di distruggere i raccolti - ha spiegato de Raho - sono stati bruciati i capannoni e le macchine agricole. Due tecnici installatori di videopoker sono stati letteralmente assaliti in pubblica piazza a Laureana di Borrello e duramente colpiti persino con una mazza ferrata fino a procurare ad uno dei due lesioni permanenti alla vista. Tutto questo materiale di indagine andrebbe distribuito nelle scuole d'Italia affinché i giovani,soprattutto, comprendano quanto sia pericoloso aver da fare con simili individui". "Individui pericolosi, armati e violenti - ha detto il comandante provinciale dei carabinieri col. Alessandro Scafuri - che avevano colonizzato Voghera ed altri centri del nord Italia trafficando in stupefacenti e reinvestendo i proventi di tutte le attività illecite". "Tutto - ha detto il maggiore Paolo Cinnirella - è cominciato nel 2014 quando Giovanni Lamanna, prima uomo dei Ferrentino-Chindamo, successivamente passato ai Lamari - viene a riferirci di essersi intestata fittiziamente una impresa edile a Voghera. Da li siamo riusciti a ricostruire, con il coordinamento della Dda, il mosaico degli interessi delle due cosche, fino agli arresti della notte scorsa". Nel corso della conferenza stampa, infine, è stato reso noto dell'interesse dei Lamari per la locale squadra di calcio. "La Laureanese - ha detto Cinnirella - è una società dilettantistica che serve anche come immagine al gruppo criminale. I calciatori venivano spesso accompagnati in trasferta da Lamari, come nel marzo 2015 ad Aprigliano (Cosenza). In quell'incontro, un gruppo di tifosi schiaffeggiò pubblicamente proprio Lamari non conoscendo la caratura criminale della persona. A distanza di qualche giorno, i dirigenti dell'Aprigliano attivarono le loro conoscenze e vennero a chiedere scusa a Lamari per quanto accaduto. Nella partita di ritorno, l'Aprigliano fu sconfitto per sei a zero a Laureana, fatto che chiuse definitivamente lo scontro. Ma non fu la sola combine, perché anche un altro incontro con la società calcistica Fonti di Lamezia Terme, fu 'aggiustato' in favore del Laureana".

    Anche partite truccate. La cosca Lamari di Laureana di Borrello si sarebbe inserita nella gestione della Polisportiva Laureanese, inserita nel Campionato di Promozione girone "B", con episodi di combine dei risultati di almeno due incontri di calcio. E' quanto emerso nell'inchiesta della Dda di Reggio Calabria e condotta dai carabinieri del Comando provinciale che ha portato all'esecuzione di 41 fermi tra Calabria Lombardia e Sardegna. L'inchiesta, denominata "Lex", ha colpito il "Locale" di Laureana di Borrello formato dalle famiglie Ferrentino-Chindamo e Lamari con ramificazioni nel reggino ed in varie province. Le indagini, avviate dalla Compagnia di Gioia Tauro nel giugno 2014, si sono avvalse anche delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati anche 10 tra beni immobili e attività imprenditoriali a Laureana, Vibo Valentia, Voghera (Pavia) e Bregnano (Como) per un valore di oltre 30 milioni di euro.

    L’indagine trae origine da una serie di episodi criminosi, registrati sul territorio della municipalità di Laureana di Borrello (RC) e zone limitrofe a partire dal mese di giugno del 2014, sintomatici dell’operatività di un sodalizio criminale attivo in quell’area ed in grado di esercitare un controllo di tipo mafioso sull’intera comunità. Di qui l’avvio della complessa attività d’indagine, svolta dai militari della Compagnia di Gioia Tauro sotto il costante coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia, sviluppata secondo metodologie di tipo tradizionale e attraverso una rilevante mole di attività tecnica, che si è giovata anche delle propalazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia. In particolare, è stata acclarata l’appartenenza di molti degli odierni fermati, anche con ruoli di vertice, alle cosche “FERRENTINO-CHINDAMO” e “LAMARI” quali articolazioni autonome, talvolta alleate e talvolta in aperta conflittualità, dell’associazione per delinquere di tipo ‘ndranghetistico nota come “Locale di Laureana di Borrello” del Mandamento Tirrenico, operante nel territorio di quel comune e delle municipalità limitrofe, con ramificazioni in tutta la provincia ed in altre province del Nord Italia e segnatamente Milano, Varese, Pavia e Como.

    Nel corso delle indagini è stato quindi possibile cogliere le modalità con le quali la Cosca, avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo, riusciva a controllare e a sfruttare le risorse economiche della zona mediante il compimento di una serie indeterminata di delitti riguardanti le armi, il patrimonio, la vita e l’incolumità individuale, il commercio di sostanze stupefacenti. Sono state, inoltre, documentate molteplici condotte, da parte della Locale di ‘ndrangheta, tese ad influenzare l’ordinario andamento delle istituzioni comunali, e, in particolare, le condotte di alcuni componenti dell’amministrazione della municipalità pre-aspromontana per l’aggiudicazione di appalti pubblici in favore delle aziende mafiose di riferimento della cosca. Emblematica la posizione dell’assessore al “verde pubblico, agricoltura, manutenzione, tradizione, servizio idrico, servizi demografici, viabilità, fiera ed artigianato” del Comune di Laureana di Borrello, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, perché - pur non facendo parte stabilmente della Locale in argomento - forniva un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo alla ‘ndrina CHINDAMO-FERRENTINO, come referente politico del sodalizio. Numerosi poi sono stati gli efferati episodi delittuosi censiti e perseguiti, quali atti intimidatori, danneggiamenti, incendi ed estorsioni. In taluni casi, infatti, alcuni cittadini sono stati vittime di atti ritorsivi, perpetrati in maniera cruenta attraverso l’esplosione di colpi di arma da fuoco e/o incendi, che hanno riguardato beni mobili ed immobili di loro proprietà e che, in una circostanza, hanno visto un collaboratore scolastico divenire vittima di un “pestaggio”, da parte di alcuni soggetti appartenenti alla cosca, per il sol fatto di aver rimproverato un “rampollo” minorenne riconducibile alla ‘ndrina CHINDAMO-FERRENTINO. In un altro caso, invece, un imprenditore, risultato poi essere vicino alla Cosca rivale dei LAMARI, è stato sequestrato per alcune ore da appartenenti alla Cosca FERRENTINO per costringerlo a continuare la gestione fittizia di un’impresa edile, ubicata a Voghera, in nome e per conto del sodalizio. È stato, inoltre, documentato come la principale fonte di guadagno della cosca fosse rappresentata dal traffico internazionale di sostanze stupefacenti avente, quale canale di approvvigionamento, le tratte che dall’India e dalla Colombia portano al Porto di Gioia Tauro dove, con le compiacenze di soggetti vicini alle cosche operanti in quello scalo, venivano fatti passare, ben occultati in cargo contenenti riso, ingenti quantitativi di droga. Il tutto grazie alla copertura di un società, la Ditta di import-export “United Seed’s Keepers” s.r.l. con sede a Milano e Roma, interamente controllata da imprenditori prestanome della consorteria mafiosa. Diverse, peraltro, sono state le ipotesi di intestazione fittizia riscontrate con riferimento a numerose attività commerciali, tra le quali spiccano ben 2 imprese edili ed una società, attiva nel Porto di Gioia Tauro, di import/export, e di alcuni immobili in Lombardia, nonché l’infiltrazione della famiglia LAMARI nella gestione della “Polisportiva Laureanese”, inserita nel Campionato di Promozione, girone “B”, con episodi di “combine” dei risultati di almeno due incontri di calcio mediante minacce aggravate dalla metodologia mafiosa. L’attività d’indagine ha evidenziato come la Locale, con la forza promanante dal vincolo mafioso, ha assoggettato la popolazione del centro pre aspromontano che viveva asfitticamente sotto la coltre del potere mafioso, che non dava tregua. A Laureana di Borrello, in particolare, l’autonomia imprenditoriale era azzerata non esistendo settore economico, e non, che non incontrasse “l’interesse” delle ‘ndrine. Persino il mondo del calcio è controllato dalle ‘ndrine, che gestistocono la locale squadra calcistica e, attraverso le combine di partite con dirigenze di altre squadre della medesima categoria, falsano i risultati. Anche nella politica cittadina della municipalità di Laureana di Borrello, le due ‘ndrine hanno dei referenti mafiosi che consentono loro l’aggiudicazione di appalti.

     

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