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    Sequestrata la metà della rete fognaria di Vibo

     

    Sequestrata la metà della rete fognaria di Vibo

    31 mar 16 La Guardia di finanza sta eseguendo il sequestro preventivo di parte della rete fognaria di Vibo Valentia disposto dalla Procura della Repubblica diretta da Mario Spagnuolo. Le indagini che hanno portato al sequestro erano state avviate dopo che nel gennaio scorso si era verificata una voragine in pieno centro abitato, determinata dal cedimento di un cunicolo utilizzato, in modo incontrollato, secondo qanto accertato dalla Procura, come canale di scolo delle acque reflue urbane. Gli accertamenti hanno delineato, oltre ad una serie di reati ambientali derivanti dallo sversamento nel suolo di una cospicua parte degli scarichi fognari, anche una serie di ripercussioni negative sul già compromesso assetto idrogeologico del territorio della città di Vibo Valentia. L'operazione viene eseguita dalla Guardia di Finanza, con l'impiego anche di mezzi aerei, dal Comando provinciale dei vigili del fuoco e dalla Sezione di Polizia giudiziaria - Tutela Ambiente e Territorio della Procura. Prevede anche l'acquisizione di documenti da parte della Guardia di finanza per verificare il corretto impiego di fondi da tempo stanziati dalla Regione Calabria per interventi di adeguamento e manutenzione della rete fognaria del Capoluogo. La Procura, nel provvedimento di sequestro, impone al Comune di Vibo Valentia una serie di prescrizioni e di interventi tecnici per eliminare le condizioni potenziali di pericolo per l'incolumità pubblica che derivano dalla situazione in cui si trova attualmente la rete fognaria.

    Deterioramenti acque e suolo. Alluminio, mercurio e ferro. Le analisi svolte dall'Arpacal per conto della Procura di Vibo Valentia non lasciano spazio ad interpretazioni. Il Sant'Anna non è un torrente ma una fogna a cielo aperto nelle cui acque scorre di tutto e con parametri elevati, ben al di sopra della media, anche di centinaia di volte. Tanto che nel decreto di sequestro di parte della rete fognaria del Comune di Vibo Valentia, il pm Filomena Aliberti, ha scritto che le analisi "hanno consentito di mettere in luce che è in atto un fenomeno di deterioramento delle condizioni delle acque del fosso Sant' Anna e di quelle costiere, nonché di porzioni significative del suolo di Vibo". Sotto l'occhio del pm Aliberti e del procuratore capo Mario Spagnuolo sono finiti non solo i lavori mai realizzati in questo tratto di rete fognaria sequestrata da Capitaneria di Porto, Guardia di finanza e Corpo forestale, ma anche gli 8,5 milioni di euro stanziati nel 2011 nell'ambito del progetto "Maione" - con tranche annuali da 1,5 milioni - e, secondo quanto riferito da Spagnuolo, dirottati altrove. "Il sequestro - ha detto il magistrato - nasce da una serie di indagini a seguito della formazione della voragine in via Parisi che hanno messo in risalto una serie di criticità e anomalie a causa del mancato intervento dell'uomo. In buona sostanza, ma questo era un fatto noto, il torrente Sant'Anna si è confermato una fogna a cielo aperto e, nel percorso della parte più alta, si è riscontrata una serie di situazioni che vedono i reflui fognari andare non verso il depuratore ma verso il torrente. Un problema noto alla pubblica amministrazione, tanto che recentemente il sindaco ha chiesto un ulteriore contributo, dopo che dal 2008 il Comune è destinatario di una cospicua somma necessaria per rimediare al problema senza che però questo sia stato risolto".

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