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    Smantellata banda del rame che operava tra Cosenza e Lamezia, 4 arresti, giro da 1.5 mln di euro

     

    Smantellata banda del rame che operava tra Cosenza e Lamezia, 4 arresti, giro da 1.5 mln di euro

    29 mar 16 Quattro persone sono state arrestate e poste ai domiciliari ed altre nove sottoposte ad obblighi nel corso di una operazione compiuta dagli agenti della polizia di Stato e del Corpo forestale dello Stato per ricettazione e riciclaggio di rame di provenienza furtiva. L'operazione, chiamata 'Black out', è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza. Le persone arrestate, tutte residenti a Cosenza e Catanzaro, sono accusate di traffico illecito di rifiuti, associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione. All'interno di alcune società di autodemolizione cosentine confluivano ingenti quantitativi di cavi di rame rubato a società operanti nel settore energetico, delle telecomunicazioni e dei trasporti, per poi essere nascosto ed inviato ad altre società collegate - operanti in altre province - che provvedevano ad inserirlo nel mercato legale. Sono state sequestrate aziende e mezzi utilizzati per il trasporto.

    Giro d'affari per 1.5 mln di euro. Ammonterebbe a circa un milione e mezzo di euro il giro d'affari per la ricettazione di ingenti quantitativi di rame rubati a società che operano nel settore energetico, delle telecomunicazioni e dei trasporti. Le indagini, condotte dalla Squadra mobile della Questura e dal Nucleo investigativo di Polizia ambientale e forestale del Comando provinciale di Cosenza del Corpo forestale, hanno portato all'applicazione degli arresti domiciliari per quattro persone e di ulteriori nove misure cautelari. Le quattro persone arrestate e poste ai domiciliari sono Franco Carriere, 43 anni; Francesco Bartucci (44), Fabio Angelo Perri (44) e Giuseppe Lucchino (34). Le 13 persone coinvolte nell'operazione sono tutte accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere, traffico illecito di rifiuti e ricettazione aggravata. L'indagine, iniziata nel 2014 e che è stata coordinata dal Procuratore della Repubblica di Cosenza Dario Granieri, dal Procuratore aggiunto Marisa Manzini e dai sostituti procuratori Salvatore Di Maio, Domenico Assumma e Domenico Frascino, ha permesso di interrompere la ricettazione di cavi in rame di provenienza furtiva. Durante le indagini sono stati sequestrati 6.500 chili di rame, i mezzi utilizzati per il trasporto e numerosi beni aziendali. All'interno di due aziende di autodemolizioni di San Pietro in Guarano (Cosenza), secondo quanto é emerso dall'indagine, confluivano ingenti quantitativi di cavi in rame rubati che venivano poi destinati alla ditta Ecotek srl di San Pietro Lametino, frazione di Lamezia Terme (Catanzaro). La refurtiva veniva conferita alle aziende da numerosi soggetti, alcuni dei quali, destinatari delle misure cautelari, organici all'organizzazione. Il rame, quantificato in decine di tonnellate dagli investigatori tramite attività di videosorveglianza e intercettazioni, veniva sigillato all'interno di alcuni container, al di sotto di uno strato di pneumatici fuori uso o nascosto all'interno dei veicoli da demolire accatastati all'interno dei piazzali delle aziende per poi essere caricato a bordo di mezzi, occultato sotto altri tipi di rifiuti e inviato presso la Ecotek che provvedeva a inserire il materiale nel mercato legale. Gli spostamenti sono stati costantemente monitorati nel tempo dagli investigatori della Polizia di Stato e del Corpo forestale.

    Indagini dopo controlli ai rom. "Un'attività di indagine iniziata nell'autunno del 2014 e che, partita dal controllo di una famiglia romena dedita ai furti di rame seguendo i loro movimenti, ha consentito di ricostruire il meccanismo". Lo ha detto il questore di Cosenza, Luigi Liguori, nel corso della conferenza stampa per illustrare gli esiti dell'operazione 'Black out' che ha portato all'esecuzione di 13 misure cautelari per traffico illecito di rifiuti e associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione. Il Procuratore aggiunto di Cosenza, Marisa Manzini, ha evidenziato "l'ottima collaborazione tra le due forze di polizia che ha portato al sequestro di ingente materiale investigativo e allo smantellamento di una rete dedita alla ricettazione di rame. L'attività è importante perché il furto e la ricettazione del rame sono un delitto rilevante in ambito locale, ma ancor di più a livello nazionale, tanto che il Ministero dell'Interno ha predisposto un osservatorio su queste attività illecite ed ha stipulato un protocollo con le imprese pubbliche maggiormente colpite da questo reato, come Telecom, Ferrovie dello Stato ed Enel".

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