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    Colpo grosso alle cosche a Reggio: arrestato boss De Stefano e altri 16, smantellato "sistema"

     

    Colpo grosso alle cosche a Reggio: arrestato boss De Stefano e altri 16, smantellato "sistema"

    15 mar 16 C'e' anche il presunto boss Giorgio De Stefano, di 68 anni, capo dell'omonima cosca della 'ndrangheta, tra le persone arrestate a Reggio Calabria nell'operazione "Sistema Reggio" condotta dalla polizia di Stato. De Stefano, avvocato da alcuni anni in pensione, é il cugino di Paolo De Stefano, capo storico della cosca ucciso nel 1985 nella "guerra di mafia" di Reggio Calabria. La stessa sorte toccò all'epoca anche al fratello di Paolo, Giorgio (omonimo dell'arrestato di oggi), ucciso in un agguato in Aspromonte. L'avvocato Giorgio De Stefano, dopo avere scontato una condanna a tre anni e mezzo di reclusione inflittagli nel 2001 per concorso esterno in associazione mafiosa, attualmente era libero. Secondo gli investigatori, ha sempre rappresentato, e rappresentava tuttora, "l'intellighenzia" della cosca De Stefano, capace di elaborarne alleanze e strategie, con un impronta tipicamente manageriale, individuando le attività criminali più lucrose da mettere in atto. Nell'operazione "Sistema Reggio" sono coinvolti, oltre ai De Stefano, capi e gregari delle cosche storiche cittadine come i Rosmini, i Franco, i Serraino e gli Araniti.

    Gli arresti: custodia cautelare in carcere per Carmelo Salvatore Nucera, nato a Reggio Calabria il 30.08.1959 Giovanni Carlo Remo, nato a Reggio Calabria il 29.04.1958 Antonino Nicolò, nato a Reggio Calabria il 16.07.1952 Roberto Franco, nato ad Anoia (RC) l’11.12.1960 Salavatore Gioè, nato a Reggio Calabria il 20.01.1969 Mario Vincenzo Stillitano, nato a Reggio Calabria il 5.12.1966 Domenico Stillitano nato Reggio Calabria il 17.02.1962 Antonino Araniti, nato a Reggio Calabria il 14.02.1978 Giovanni Sebastiano Modafferi, nato a Reggio Calabria 14.03.1977 Giorgio De Stefano, nato a Reggio Calabria il 27.11.1948 Dimitri De Stefano, nato a Reggio Calabria il 10.06.1973.
    Invece custodia cautelare ai domiciliari per Domenico Nucera nato a Reggio Calabria il 21.06.1945 Maria Angela Marra Cutrupi nata a Reggio Calabria il 15.03.1964 Giuseppe Smeriglio nato a Reggio Calabria il 14.06.1964 Angela Minniti, nata a Reggio Calabria il 29.07.1971 Saveria Saccà, nata a Reggio Calabria ‘l11. 10.1969 Alessandro Nicolò, nato a Reggio Calabria il 21.02.1985

    Smantellato sistema Reggio. "A Reggio Calabria, chiunque voglia intraprendere un'attività economica o commerciale, non deve rivolgersi soltanto allo Stato o agli enti locali per le relative autorizzazioni amministrative, ma deve ottenere soprattutto il nulla osta da parte delle cosche che controllano il territorio e che formano il cosiddetto 'sistema Reggio'". Lo dice un investigatore della Polizia di Stato commentando l'operazione che stamattina ha portato all'esecuzione di 19 misure cautelari nei confronti di altrettanti affiliati alla 'ndrangheta facenti parte di alcune tra le cosche storiche cittadine. L'operazione é stata condotta dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, diretta da Francesco Rattà, su direttive del questore, Raffaele Grassi.

    Una talpa in tribunale. Una ex impiegata precaria dell'ufficio Gip-Gup del Tribunale di Reggio Calabria avrebbe fatto la "talpa" per conto di alcune cosche di 'ndrangheta, fornendo loro informazioni riservate. É quanto é emerso, tra l'altro, dall'operazione "Sistema Reggio" condotta stamattina dalla Squadra mobile di Reggio Calabria. L'ex impiegata, arrestata nell'ambito dell'operazione, secondo quanto é stato precisato dagli investigatori, era addetta, comunque, a mansioni esecutive e non aveva dunque accesso ad atti d'inchiesta riservati. Ciò nonostante, però, le cosche la utilizzavano per raccogliere informazioni. L'ex impiegata é stata arrestata con l'accusa di rivelazione di segreti d'ufficio, con l'aggravante del metodo mafioso.

    Indagini partite da attentato a bar. É partita dai due attentati compiuti nel 2014 ai danni del "Bar Malavenda" di Reggio Calabria, uno dei locali storici della città, l'indagine della Squadra mobile che ha portato stamattina all'arresto di 17 presunti affiliati alla 'ndrangheta ed alla notifica di due obblighi di dimora, durante una operazione denominata "Sistema Reggio". Nel 2014, il locale, che si accingeva a riaprire con una nuova gestione, subì gravi danni a causa di un attentato dinamitardo. Successivamente all'interno del locale, ancora in fase di ristrutturazione, fu collocato un altro ordigno che restò però inesploso. L'indagine condotta dalla Squadra mobile ha consentito di accertare che le due intimidazioni sarebbero da collegare al rifiuto da parte dei nuovi proprietari del locale di sottostare al cosiddetto "sistema Reggio", l'organizzazione criminale composta dalle cosche di 'ndrangheta cittadine che impone il pagamento del "pizzo" a qualsiasi attività economica o commerciale avviata in città. Un sistema al quale gli investigatori, con l'operazione eseguita stamattina, sperano di avere assestato un duro colpo.

    Sequestrati bar, stazione benzina e concessionaria. Noti bar della città, una stazione di servizio per l'erogazione di carburante, una concessionaria di autovetture ed esercizi commerciali per la distribuzione di prodotti ittici surgelati per un valore complessivo di dieci milioni di euro. Sono numerosi gli esercizi commerciali sequestrati dalla Polizia di Stato nell'ambito dell'operazione, coordinata dalla Dda, che ha colpito importanti cosche di Reggio Calabria. Secondo quanto emerso dalle indagini gli esponenti delle cosche avevano costituito e gestito, direttamente o per interposta persona, una serie di attività economiche, operanti in diversi settori imprenditoriali, attribuendone la titolarità formale a terzi soggetti, al fine di eludere i controlli delle forze dell'ordine e le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione. L'operazione ha colpito livelli di vertice, ma anche gregari e soggetti contigui alle cosche De Stefano e Franco aderenti al cartello Destefaniano e Rosmini, Serraino e Araniti aderenti al cartello Condelliano, uniti nella spartizione dei proventi derivanti dalle attività estorsive in danno di commercianti ed operatori economici. Nell'operazione sono stati impiegati 250 uomini della Polizia di Stato. Dall'inchiesta è emerso che le cosche della 'ndrangheta esercitano sistematicamente anche il potere di regolamentazione dell'accesso al lavoro privato, facendo assumere agli esercizi commerciali dipendenti graditi alle organizzazioni criminali, nonché la potestà di regolamentazione dell'esercizio del commercio, autorizzando o meno l'apertura di esercizi commerciali nei quartieri da esse controllati.

    Procuratore: cosche decidevano tutto. "Da questa indagine emerge uno spaccato in cui la 'ndrangheta, a dispetto delle 'guerre' che hanno insanguinato le strade della città, assume il ruolo di 'regolatore preventivo', cioè decide chi deve e dove aprire un nuovo esercizio commerciale, le persone da assumere e le imprese che devono eseguire le ristrutturazioni". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, incontrando i giornalisti in merito all'operazione "Sistema Reggio" che ha portato all'arresto da parte della polizia di Stato di 17 persone. "Con l'intervento del'avvocato Giorgio De Stefano, detto 'il massimo' - ha detto ancora il Procuratore di Reggio Calabria - finisce anche la 'dinamica dinamitarda' ai danni delle vittime delle attività estorsive delle cosche". Al centro dell'inchiesta della Dda di Reggio Calabria che ha portato gli arresti c'é l'estorsione messa in atto ai danni dei proprietari del bar Malavenda, che l'omonima famiglia aveva deciso di vendere. Lo storico locale di Reggio Calabria fu acquistato da Antonino Nicolò, detto 'pasticcino', genero del boss Alessandro Serraino. "Diciamo che le indagini - ha detto ancora Cafiero de Raho - sono iniziate con la prima bomba sotto la saracinesca del 'Malavenda' nel febbraio del 2014, dopo che il locale era stato ceduto da Nicolò ad un rappresentante di dolciumi, Domenico Nucera, il quale si trovava in difficoltà perché pressato dai fratelli Mario e Domenico Stillitano, vicini al boss Pasquale Condello, i quali in quanto titolari di un altro locale, il 'Fashion bar', osteggiavano la riapertura del 'Malavenda'. Nucera iniziò allora una sorta di 'pellegrinaggio' tra le diverse cosche della 'ndrangheta, dai De Stefano, ai Rosmini, ai Condello, ai Serraino, agli Araniti, fino a che De Stefano diede il suo consenso alla riapertura del 'Malavenda'". "L'operazione - ha detto il capo della Squadra mobile di Reggio Calabria, Francesco Rattà - mette il sigillo su un dato condiviso dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Domenico Minniti: la 'ndrangheta asfissia il territorio gestendo percorsi che ne simboleggiano il forte potere di interdizione".

    Questore: Una risposta forte dello Stato. "Questa operazione rappresenta la risposta forte dello Stato alla recrudescenza degli attentati di stampo mafioso che si era registrata a Reggio Calabria". Lo ha detto il questore di Reggio Calabria, Raffaele Grassi, commentando gli esiti dell'operazione "Sistema Reggio" effettuata stamattina in città dalla polizia di Stato. "Viene dimostrato così - ha aggiunto il questore Grassi - che lo Stato, di fronte all'arroganza delle cosche, c'é, reagisce e non arretra. Anzi attacca, attraverso le sue articolazioni sul territorio, per debellare la mala pianta mafiosa che alligna nella città di Reggio Calabria".

    Prefetto Reggio: riaffermata forza dello Stato. Il prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, ha rivolto un messaggio "di sincero compiacimento e vivo apprezzamento agli esponenti della magistratura, al Questore e alle donne e agli uomini della Polizia di Stato, che con determinazione ed eccellente professionalità - ha affermato - hanno inferto, con l'operazione odierna, un ulteriore duro colpo alla criminalità organizzata". "Il risultato conseguito - ha aggiunto il prefetto Sammartino - riafferma la forza dello Stato e rinsalda il rapporto dei cittadini con le Istituzioni. L'importante operazione di polizia giudiziaria ha bonificato in maniera significativa i meccanismi della concorrenza commerciale della città ed infonde rinnovata fiducia negli operatori del settore. A tale attività di polizia giudiziaria si affianca l'azione di prevenzione e di vigilanza del territorio svolta dalle forze dell'ordine nel capoluogo, con diuturno ed incessante impegno, spirito di servizio e ammirevole senso del dovere".

    Libera: Città liberata da un cancro. "L'operazione eseguita stamane per ordine della Direzione distrettuale antimafia reggina rappresenta un ulteriore, importante passo nel cammino di liberazione della nostra città dal cancro della 'ndrangheta". E' quanto scritto in una nota del Coordinamento Territoriale di Libera Reggio Calabria. "Colpire - prosegue la nota - vertici e fiancheggiatori delle cosche De Stefano, Condello, Franco, Rosmini, Serraino e Araniti significa puntare dritto al cuore del sistema criminale che strangola l'economia e la vita civile di Reggio Calabria. Di questo importante sforzo investigativo il coordinamento territoriale di Libera Reggio Calabria rende merito alle forze dell'ordine e alla magistratura cui va il nostro sincero ringraziamento. E' netta la sensazione che un numero sempre maggiore di nostri concittadini stia abbandonando indifferenza e rassegnazione per scegliere la strada della responsabilità e dell'impegno. Ma occorre fare di più! E' il momento per i reggini e, soprattutto, per gli imprenditori di denunciare, senza timore e con piena fiducia nelle autorità inquirenti, i soprusi, le collusioni e le violenze attraverso cui la 'ndrangheta pensa di poter continuare a mortificare la libertà e il benessere della nostro comunità. E' il momento per noi tutti, cittadini e istituzioni insieme, di credere con forza e determinazione nella possibilità di costruire, qui e oggi, una Reggio più giusta, prospera e solidale con i propri figli: una Reggio libera dalle mafie".

    Sindaco Reggio: Passo avanti in lotta a ndrangheta. "L'odierna operazione condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, che ha scoperchiato un pezzo importante degli interessi delle cosche sul nostro territorio, segna un altro fondamentale passo in avanti nella lotta sinergica contro la criminalità organizzata". È quanto dichiara, in una nota, il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, commentando l'operazione "Sistema Reggio" della Dda reggina. "Ci tengo ad esprimere - aggiunge - un enorme plauso, a nome mio e dell'intera amministrazione comunale, nei confronti delle donne e degli uomini della Procura distrettuale e delle forze dell'ordine che ogni giorno, con costanza ed impegno, portano avanti concretamente la lotta contro le mafie sul nostro territorio. Quello di oggi è solo l'ultimo risultato in ordine di tempo messo a segno dalla Dda reggina". "Un'attività di contrasto fondamentale - dice ancora il sindaco Falcomatà - alla quale l'amministrazione comunale, in sinergia con le altre istituzioni territoriali, intende affiancarsi, secondo una logica che punta alla difesa dell'economia onesta, della democrazia e della libertà d'impresa sul nostro territorio".

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