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    Tangenti Anas altri 19 arresti, 36 indagati, anche un deputato. Perquisita sede Cosenza

    Loperazione dello scorso 22 ottobre definita Dama Nera

     

    Tangenti Anas altri 19 arresti, 36 indagati, anche un deputato. Perquisita sede Cosenza

    11 mar 16 Mazzette da 10mila a 200mila euro, assunzioni di parenti e amici, perfino l'auto con autista per andare a sciare o al mare. La Guardia di Finanza e la procura di Roma chiudono la seconda tranche dell'inchiesta sull'Anas, la principale stazione appaltante italiana, confermando quanto emerso con gli arresti di ottobre: per aggiudicarsi un appalto o velocizzare un pagamento, sbloccare contenziosi o togliere penali, c'era un solo modo, pagare i funzionari corrotti. I provvedimenti sono scattati all'alba: 19 arresti, 36 indagati, accuse che vanno dalla corruzione alla turbata libertà degli incanti, dall'autoriciclaggio al favoreggiamento personale e alla truffa, una cinquantina di perquisizioni in mezza Italia, il sequestro di 800mila euro ritenuti il profitto della corruzione, oltre ad altri 225mila euro trovati durante i controlli nelle abitazioni e negli uffici degli indagati. "Ringraziamo la procura di Roma per l'aiuto fondamentale che sta dando al nuovo vertice nel fare chiarezza sul suo passato - commenta l'Anas in una nota -, mettere ordine e tutelare la parte sana dell'azienda, che sta attivamente collaborando" con i magistrati e gli investigatori. La società sottolinea inoltre che tra gli arrestati ci sono soggetti che sono stati "tempestivamente licenziati" dopo gli arresti di ottobre e soltanto un soggetto destinatario dell'ordinanza e tutt'ora dipendente, "ma già oggetto nei mesi scorsi di trasferimento". I nuovi provvedimenti - che riguardano funzionari ed ex funzionari, imprenditori e l'avvocato Andrea Musenga, accusato di aver pagato una mazzetta da 10mila euro - scaturiscono dalla mole di documenti sequestrata ad ottobre, dalle rilettura di centinaia di intercettazioni ma, soprattutto, dalle ammissioni di Antonella Accroglianò, l'ex dirigente del coordinamento tecnico amministrativo arrestata ad ottobre e definita dagli inquirenti la 'Dama Nera': in tre lunghi interrogatori la donna ha spiegato di aver ricevuto mazzette da decine di imprenditori, facendo nomi e cognomi e chiamando in causa anche politici. Così, se ad ottobre era finito in carcere l'ex sottosegretario Meduri, stamattina è toccato al deputato di Forza Italia Marco Martinelli ricevere un avviso di garanzia. Secondo gli inquirenti avrebbe avrebbe garantito all'imprenditore Giuseppe Ricciardello, segnalato dalla Dama nera, la nomina di un presidente di gara "non ostile" per un appalto in Sicilia. Un ruolo di intermediazione svolto tra cene ed incontri all'interno della 'Fondazione della libertà per il bene comune' dell'ex ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli (che non risulta indagato), ruolo che avrebbe fruttato al parlamentare una mazzetta da 10mila euro. Ricciardello, ha messo a verbale la Accroglianò, "mi ha consegnato 30 mila euro che io ho diviso con Elisabetta Parise (la funzionaria dell'Anas arrestata, ndr) e con Martinelli, 10mila euro a testa, prima di questa estate...Gli accordi con Martinelli li avevo presi io". Sono decine le tangenti individuate dai finanzieri e finite nelle tasche della Dama Nera e degli altri funzionari per alterare gare e aggiustare pratiche: l'appalto per l'itinerario basentano, compreso il raccordo autostradale Sicignano-Potenza e quello per la Ss 117 Centrale Sicula (cofinanziata dalla Regione Sicilia), entrambi aggiudicati nel 2014, per la Ss 96 Barese e per la Ss 268 del Vesuvio, entrambe aggiudicate nel 2012, e perfino per la realizzazione della nuova sede Anas di Campobasso, opera aggiudicata nel 2011. "Il mercimonio della pubblica funzione - dice la Gdf - e la sistematicità dell'asservimento della medesima, sono stati i tratti essenziali che hanno caratterizzato per anni" l'operato dei funzionari dell'Anas. Una corruzione che non si limitava agli imprenditori e ai funzionari già arrestati "ma che può considerarsi sistemica".

    PERQUISIZIONI: in Lazio, in Sicilia, in Calabria, in Puglia, in Lombardia, in Trentino-Alto Adige, in Piemonte, in Veneto, in Molise e in Campania. Perquisite  le sedi Anas di Roma, Milano e Cosenza. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati anche 225 mila euro in contanti.

    PROVVEDIMENTI - Arresti domiciliari per Antonino Parlato, arresti in carcere per Oreste De Grossi, Sergio Serafino Lagrotteria e Giovanni Parlato. Tutti e 4 funzionari ANAS. Domiciliari per gli imprenditori Concetto Bosco Lo Giudice, Francesco Domenico Costanzo, Antonella Accroglianò, definita "Dama Nera". Quest'ultima finì in carcere lo scorso ottobre. I reati contestati, a seconda delle singole posizioni, vanno dalla corruzione per l'esercizio della funzione e per atto contrario ai doveri d'ufficio alla turbata libertà degli incanti, dall'autoriciclaggio al favoreggiamento personale e alla truffa. Ai domiciliari è finito anche l'ex funzionario Anas, Antonino Ferrante. Domiciliari anche per un'altra serie di indagati, quasi tutti imprenditori, quali Giuseppe Colafelice (attualmente all'estero), Vincenzo Loconte, Carmelo Misseri, Andrea Musenga, Elisabetta Parise, Giuseppe Ricciardello, Vito Rossi, Giovanni Spinosa, Paolo Tarditi e S. V.. 

    MARCIUME DIFFUSO: Un "marciume diffuso" all'interno dell'Anas dove "ciò che sconvolge è la disinvoltura con la quale gli imprenditori" pagano le tangenti per ottenere vantaggi e dove la cosa "ancor più sconvolgente" è "la facilità" con la quale i funzionari pubblici, prima tra tutti la Dama Nera, si danno da fare per "avvantaggiare" gli stessi imprenditori. Nelle 136 pagine di ordinanza, il Gip Giulia Proto ricostruisce uno per uno i "favoritismi di ogni genere" emersi in quattro mesi d'indagine, parla di una "forma di malcostume divenuta una consolidata prassi" all'interno di Anas che non sorprendeva più nessuno, tanto che "gli imprenditori più scaltri avevano capito che per ottenere bisognava pagare", cita il "rapporto di scambio" tra funzionari e imprenditori ma anche "l'intreccio di rapporti con il mondo della politica, che necessitano di ulteriori approfondimenti".

    MARTINELLI, MATTEOLI, CESA, GASPARRI: Le intercettazioni e le ammissioni della dama Nera, infatti, hanno fatto emergere il coinvolgimento del deputato di Fi Martinelli nei confronti del quale, dice il Gip, "appare evidente l'esistenza di un quadro indiziario", ma non solo. Antonella Accroglianò negli interrogatori sostiene che lo stesso Martinelli avrebbe parlato "con Matteoli per favorirlo nell'aggiudicazione della gara in Sicilia" e di "non poter escludere" che la nomina del capo della commissione aggiudicatrice "fosse stata decisa da Ciucci (ex presidente, ndr, definito 'un farabutto' dalla Dama nera) su diretta sollecitazione di Matteoli". In un'intercettazione ambientale del luglio scorso, l'ex funzionaria cita invece Gasparri. Sta parlando della riorganizzazione dell'Anas e al suo interlocutore rivela di aver richiesto il sostegno di un politico per essere confermata nell'incarico: "sto cercando di salvarmi perché se no...se perdete me...è finita eh...quando era Gasparri (si riferisce alla telefonata ricevuta, scrivono gli investigatori)...mi ha fatto chiamare Gasparri...adesso lunedì vedo di andarci..". Raccontando ai pm dei 60mila euro prelevati da una mazzetta da 200mila ricevuti dalla ditta Aleandri e consegnati a Brandani (ex consigliere Anas ai tempi della presidenza Pozzi), la Dama Nera afferma che "i favoritismi di Brandani alla Aleandri risiedono nella sua caratura politica, nel senso di persona di partito vicina all'onorevole Cesa, ovvero di un soggetto che avrebbe potuto operare un intervento favorevole all'interno dell'Anas".

    LE TANGENTI E LA MAZZETTA 'STOPPATA' DA ARRESTI ROSSI: Nelle carte dell'inchiesta il Gip elenca decine di episodi di corruzione. I 200mila euro per falsare la gara dell'itinerario Basentano e i 200mila in cinque anni per togliere le penali e favorire l'aggiudicazione dei lavori alla Aleandri Spa; i 25mila euro avuti dalla Lauro Spa in cambio di un'indennità di esproprio superiore al dovuto; i 160mila versati da S.V. e i 10 mila da Emiliano Cerasi, imprenditori entrambi impegnati nella ricostruzione post terremoto dell'Aquila, per favorire l'aggiudicazione delle gare alle proprie imprese. Ma il Gip annota anche un episodio in cui la consegna della mazzetta non è avvenuta. Il giorno che arrestano il dirigente dell'Anas di Firenze, l'imprenditore Vito Rossi è nell'ufficio della Dama Nera: dalla valigetta tira fuori una cartellina rossa che secondo i finanzieri contiene i contanti, ma la donna dice no. "Gli arresti - scrive la Gdf - hanno fatto insorgere nella dirigente un giustificato timore" Lo conferma lei stessa nell'interrogatorio: "di recente volevano consegnare parte del denaro restante, ma quel giorno dissi che non era il caso".

    'FACCIO 50?': Paura che passa subito. Quando l'imprenditore Paolo Tardini le chiede "cosa faccio? Cinquanta?", lei risponde "al solito...10...5 e 5...la prossima settimana". E ad una collaboratrice che disperata le chiede come mettere a posto una pratica - "mi devo inventare una cosa, cosa mi devo inventare?" - le risponde: "inventati qualche cosa".

    L'AUTISTA GRATIS PER LE VACANZE IN MONTAGNA E AL MARE. Ma c'è un episodio nelle carte che più di altri conferma a che livelli fosse arrivata la corruzione nell'azienda: per cinque anni la Dama Nera ha avuto a disposizione, pagata dall'imprenditore Ricciardello, un auto con autista per ogni esigenza, comprese le vacanze in montagna a Le Deux Alpes e i week end al mare al Circeo. "Con lui - ha messo a verbale riferendosi all'imprenditore - ho rapporti di stima e lui mi permette di usare il noleggio con conducente. Questa persona mi accompagna e lo paga Ricciardello...ne usufruisco cinque volte al mese o per lungi viaggi, ad esempio quando vado in montagna".

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