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    Un terzo dei pronto soccorso italiano non sono a misura di bimbo

     

     

    Un terzo dei pronto soccorso italiano non sono a misura di bimbo

    11 mar 16 Il 38 per cento dei pronto soccorso degli ospedali italiani non ha la possibilita' di fornire assistenza pediatrica d'emergenza ai bambini perche' sprovvisti di una guardia che svolge attivita' diretta o indiretta per il pronto soccorso. Il dato emerge da un'indagine condotta in occasione del venticinquesimo anniversario dalla nascita della Societa' italiana di Medicina, di Emergenza e Urgenza pediatrica (Simeup) in 188 ospedali italiani per verificare l'organizzazione dell'assistenza in emergenza-urgenza ai bambini. "Il triage, che rappresenta una delle fasi piu' delicate dell'assistenza dell'emergenza, e' affidato molto spesso a personale del pronto soccorso generale (78 per cento dei casi) e non a quello pediatrico" sottolinea il presidente della Simeup Riccardo Lubrano. "Il bambino necessita invece di un approccio pediatrico costante e, solo quando questo non e' possibile si dovrebbe far ricorso a personale non specializzato. Dai dati analizzati - continua Lubrano - emerge infatti che l'assistenza in pronto soccorso ai codici gialli (51 per cento) e rossi (74 per cento) avviene da parte di un medico di urgenza del pronto soccorso generale, e solo in seguito da parte di un pediatra. La presenza di guardie pediatriche che forniscono assistenza 24 ore su 24 nei pronto soccorso infatti si registra solo nel 59 per cento delle strutture studiate, mentre solo nel 3 per cento dei casi l'assistenza pediatrica e' garantita per 12 ore". L'indagine condotta dalla Simeup rivela dunque sia la carenza di pediatri presenti nei pronto soccorso per affrontare le emergenze sia la carenza di strutture adeguatamente attrezzate. "All'interno dell'area di emergenza il 65 per cento delle strutture dispone di un reparto di breve osservazione che riesce ad effettuare un'assistenza semi intensiva solo nel 40 per cento dei casi. Questa situazione implica spesso il trasferimento di molte patologie complesse che potrebbero essere assistite in loco in strutture di livello superiore. Dalla nostra osservazione - continua Lubrano - emerge inoltre che solo un terzo delle strutture esaminate puo' fornire assistenza semi intensiva pediatrica. Questi dati ci impongono una riflessione su come riuscire a fornire un'assistenza di qualita' secondo gli standard effettivi di sicurezza cercando di migliorare sia le strutture sia la preparazione di tutti gli operatori dei pronto soccorso" aggiunge il presidente. "La centralizzazione delle strutture, la creazione di day hospital specializzati a fornire assistenza di breve osservazione per permettere ai reparti di pediatria di concentrarsi sulle cure semi intensive, l'aggiornamento e la formazione di tutti gli operatori dei pronto soccorso e una maggiore collaborazione tra gli ospedali e il territorio al fine di decongestionare i reparti di degenza sono - conclude - le nostre proposte per migliorare l'assistenza ospedaliera ai bambini".

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